Tavola Rotonda con Gian Paolo Del Bianco, Fabio Norcia, Giulio Cesare Giacobbe, Amico Colaianni a “Dialoghi sulla Coscienza” (10-11-12 aprile 2015, Villa Bertelli – Forte dei Marmi) organizzato da Simona Barberi Eventi.
Tra gli argomenti del video:
Quando voglio qualcosa, quanto veramente sono noi a volere e non altre parti di me?
La consapevolezza mi fa scoprire se la mia volontà è veramente voluta.
Ognuno si muove verso il piacere. Il problema è che l’angoscia che proviamo provoca distorsioni nella nostra percezione del piacere.
All’anima dobbiamo affidarci, perché lei sa cosa fare e lo sa meglio di noi.
Quando non abbiamo paura di fallire, non falliamo. Se temiamo qualcosa, invece, è probabile che lo incontriamo.
La parte profonda di noi, quando porta avanti un progetto, lo fa con una forza incredibile, che non è la volontà della nostra parte cosciente, ma volontà senza coscienza.
Tutto accade, allora, quando l’anima è d’accordo con la parte cosciente. Occorre un accordo tra coscienza e anima.
Consapevolezza è prendere coscienza di come stanno le cose nella nostra mente.
Come si orienta la volontà? Prima dobbiamo conoscere le nostre strutture cognitive.
Nel Vangelo si dice che, se sei pronto a perdere la tua vita, allora la guadagnerai. Se non sei pronto, la perderai.
Oggi viviamo nella cultura relativista assoluta, per la quale tutto è diventato relativo, un concetto che non ci consente di progredire perché non ci dà nessun contenimento, nessun limite che ci aiuti a identificare cosa è sbagliato e quindi come porvi rimedio.
Cosa significa “sia fatta la tua volontà”? Significa che siamo pronti a quello che accadrà.
La paura è più forte del desiderio. Molte persone vanno dove temono di andare, poiché a livello inconscio la paura ha una forza grandemente orientativa.
L’esperienza dell’accettazione è fra gli insegnamenti del Buddha. Per il Buddha noi soffriamo perché non accettiamo la realtà così com’è, invece la vogliamo sempre diversa. Occorre non fare resistenza alla realtà.
Non siamo liberi, ma possiamo diventare liberi quando diventiamo consapevoli delle nostre strutture interiori.
Abbiamo due funzioni: una che valuta e una che fa. Per far attivare la parte che fa, bisogna spegnere la parte valutativa, quella che si interroga a oltranza o spende energie in domande. Un modo per spegnere la parte valutativa è proprio il “sia fatta la tua volontà”.
Nel momento in cui mi amo non ho più bisogno di qualcuno che mi ami per stare bene.
La consapevolezza non viene da sola, ma va coltivata.
Per il bambino è importante scoprire di valere, e arriva a tale scoperta attraverso i genitori. Fino a che il bambino in impara a credere in sé, rimane un bambino, qualunque sia la sua età.
Tutte le malattie mentali hanno in comune alla base il non aver superato la problematica del valore di sé.
L’accettazione non è arrendevolezza, ma saper fare con ciò che abbiamo.
Dobbiamo abituarci all’attesa, perché quando vogliamo qualcosa dobbiamo saper prendere ciò che viene in quel momento..
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