L’ipnosi regressiva consente l’accesso a mondi remoti, lontani e in cui avremmo vissuto altre esperienze di vita, in altri corpi… Articolo di Michele Guandalini.
Da Weiss a Tomlinson, da Stevenson a Newton… vite passate, vite precedenti. Tantissimi autori, tantissimi terapeuti, psicologi e psichiatri della fine del secolo scorso hanno avuto il coraggio e la forza di riportare in auge l’ipnosi regressiva. Scienza terapeutica di cui se ne erano perse le tracce da quando, attorno alla fine dell’800 e con la rivoluzione industriale, la cultura degli “antichi saggi” era stata definitivamente soffocata dal materialismo della “civilizzazione” e dal mondo degli interessi economici. Ne hanno fatte le spese principalmente quei popoli che vivevano in perfetta sintonia, in armonia con l’ambiente onorato circostante e con i ritmi della madre terra. Ne hanno pagato le conseguenze popoli asiatici, africani, del nord America (vedi circa cinquanta milioni di indiani d’America) ecc… Tra queste, molte popolazioni diverse con culture e religioni che contemplavano anche il tema della reincarnazione. Dello spirito che torna in altra forma e in altro corpo. A vivere sulla madre terra.
L’ipnosi regressiva – metodologia terapeutica che prevedrebbe il recupero delle informazioni riguardanti le cause e le origini di traumi e disarmonie in vite precedenti – a oggi è molto utilizzata da terapeuti che ne hanno visto i benefici meravigliosi. L’ipnosi regressiva utilizza l’ipnosi vigile (stato allargato di coscienza) per consentire al cliente di accedere a mondi remoti, lontani e in cui avremmo vissuto altre esperienze di vita in altri corpi. Vite precedenti, appunto.
La legge induista del Kharma sostiene che le cause dei nostri disagi attuali provengono da “debiti”, da colpe ed errori effettuati in altre vite, e che ci reincarniamo allo scopo di purificare la nostra anima, sino all’ultima vita in cui, purificata completamente, non avremmo più necessità di tornare su questa terra… Noi saremmo entità spirituali che vengono sulla terra per fare un’esperienza come esseri umani e non umani che fanno un’esperienza come entità spirituali. La nostra casa, quindi, sarebbe lassù (B. Weiss). La vita sulla terra sarebbe una prova. Un’esperienza da fare allo scopo di purificare l’anima da colpe.
Nelle lettura delle vite precedenti, quindi, ci sarebbe la chiave per capire e risolvere i problemi correnti. I conflitti e le disarmonie attuali, sia corporee sia psicologiche…
Ma veniamo al dunque: attraversare esperienze, siano state esse vissute veramente in vite precedenti, oppure siano esse vissute nel passato di questa vita o frutto di una qualsivoglia fantasia. Resta inteso che la mente inconscia le esperienze le fa. Sempre. Anche mentre dormiamo (vedi i sogni). E con esse rivive anche tutte le emozioni, eventuali traumi, sino a mettere in risalto le identificazioni: con esse i loro ruoli e l’organigramma che è presente nella nostra mente.
Come ben sappiamo dalla fisica, il tempo è sincronico, pertanto le “vite precedenti” ci dicono come funziona la nostra mente adesso! Ovvero quale personalità e con essa quali ruoli hanno le altre identificazioni presenti nel nostro inconscio. Infatti molti clinici sanno che la nostra mente “può contenere” sino a trenta personalità, ovvero identificazioni (A.T. Berne, 1970): modelli educativi, personalità o identità “introiettate” prima dei cinque/sei anni di età e che hanno rappresentato e rappresentano riferimenti affettivi importantissimi per la nostra crescita e sviluppo.
Noi sappiamo che quando avviene un lutto, un trauma o un evento penalizzante, una di queste personalità assume il comando. Ad esempio se abbiamo avuto un padre dominante e autoritario, di fronte a un trauma questa identificazione potrebbe assumere il comando e “sottomettere” tutte le altre. Questo fa sì che queste ultime si sentano umiliate, messe da parte ecc… Così sale l’ansia, l’angoscia, la paura… L’evento traumatico scatena il conflitto (tra le identificazioni) che sino a quel momento era latente.
Sebbene questa possa essere un’interpretazione plausibile di ciò che avviene nella nostra mente inconscia, tuttavia non possiamo dimenticare le tante esperienze di premorte (N.D.E.) narrate e tutto ciò che sostiene l’esistenza di un’anima, di una coscienza che dà vita al nostro corpo. Ci sono tantissime persone che in seguito a incidenti, clinicamente morte (elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma piatto) e rianimate, raccontano esperienze meravigliose, incredibili: di essere in uno stato di totale armonia, avvolte da una calda e intensa luce e di vedere il proprio corpo e ciò che avviene attorno a quest’ultimo dall’alto. Fuori dal corpo, appunto. Con descrizioni perfette di quanto succede in quel momento.
Gli studi recenti riportati dalla fisica quantistica sostengono l’esistenza di una coscienza, o anima, che sopravvivrebbe all’esistenza del corpo sotto forma di sostanza quantica gassosa. Energia pura che rientra nel corpo o che ritorna a vivere in altro corpo (teoria del biocentrismo di Robert Lanza). Oggi più che mai le scienze dell’Anima si incontrano con le scienze più blasonate, quali la fisica quantistica, la fisica teorica, le neuroscienze ecc… Fenomeni che un tempo non erano comprensibili forse oggi trovano risposte plausibili nella reincarnazione. Energia che tornerebbe a rianimare altre vite e che porta con sé “memoria” di quanto agito in vite precedenti…
Chi fosse interessato ad approfondire queste tematiche può leggere il mio libro Le anime non hanno colpa.
Buona lettura!
Dr. Michele Guandalini
www.ipnosi-regressiva.weebly.com
Fb: Michele Guandalini (Ipnosi Regressiva Bologna).
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