Conferenza di Simona Barberi e Gian Paolo Del Bianco, autori del libro Segreto di famiglia – La potenza del «non detto» (Anima Edizioni), disponibile in libreria o tramite web a questo link.
Tra gli argomenti del video:
Nel libro “Segreto di famiglia” partecipano esperti e professionisti, tra cui Erica F. Poli, Giuseppina Tazzioli e altri, a cui è stato chiesto il proprio parere sul segreto di famiglia.
Ogni famiglia conserva qualcosa di sacro e di segreto, che può essere quel collante che la tiene unita o l’elemento che può disintegrarla dal suo interno.
I segreti di famiglia, anche i più antichi, non restano fermi e cristallizzati nel tempo, ma si muovono e ci raggiungono sotto forma di copioni.
Ciò che nella famiglia non è espresso o risolto si tramanda di generazione in generazione, generando credenze e disagi.
Nel libro un caso che fa da filo conduttore è quello di un padre che decide di tenere nascosto al figlio che la madre è morta per suicidio e non per un incidente, come gli aveva detto. Il figlio a un certo punto comincia a stare male, ad avere crisi di ansia e depressione, e allora il padre realizza che negando la verità al figlio, gli ha negato la possibilità di elaborare il dolore e il disagio all’interno della famiglia stessa.
I segreti vanno dunque tutti svelati? Ci sono segreti, in realtà, che vanno rivelati e altri che vanno mantenuti velati e in questo rispettati.
I figli possono manifestare tutta quella rabbia e tutto quel disagio che i genitori non si sono permessi di esprimere.
Veniamo messi al mondo da un insieme i cui soggetti ci mantengono come sogni e depositari del loro materiale psichico non elaborato.
Nella teoria dell’albero psicogenealogico, siamo eredi e servitori di ciò che ci ha preceduto.
Portare consapevolezza in questo sistema significa liberare l’energia che è stata trattenuta, e trasformare quella che sembra una prigione in una opportunità.
Le costellazioni famigliari mettono in scena una dinamica usando dei rappresentanti che non sanno niente dei rapporti che stanno rappresentando, ma nonostante ciò si comportano in maniera coerente in quanto attingono a un campo famigliare e collettivo che contiene tutte le informazioni.
I figli di sostituzione, quelli nati dopo un fratello o una sorella deceduti, possono portare il peso del posto che gli viene assegnato.
Al di là del patrimonio genetico, ciò che rappresenta la famiglia è il livello di intimità raggiunto. “Intimo” etimologicamente significa ciò che è massimamente nell’interno. La famiglia dovrebbe essere il luogo dell’intimità più profonda, ma a volte sembra essere l’opposto, cioè il luogo dove ci sentiamo stranieri.
L’intimità è la sfida della famiglia. È famiglia chiunque raggiunga con noi quel certo livello di intimità a prescindere dal legame genetico.
Con il segreto, la domanda da porsi è: questo segreto, è più funzionale svelarlo o mantenerlo? E cosa toglie o apporta al livello di intimità?
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