Il virus dell’ignoranza

C’è un virus che è molto più subdolo, strisciante, contagioso e pericoloso di Covid-19 o di qualsiasi altro microrganismo, e personalmente mi fa molta più paura. È il virus dell’ignoranza, dell’arroganza, della separazione, che ci fa dimenticare che gli altri siamo noi, che siamo tutti una sola cosa e la soluzione non è e non sarà mai vedere l’altro come un pericolo da tenere quanto più possibile lontano da noi… Articolo di Simona Grossi

 

Stamattina ero in un bar, una donna stava mangiando, bevendo e nel mentre toccava tavolo, sedia sulla quale era seduta, giornale e parlava con le persone a lei vicine, di Covid-19 naturalmente, che è diventato ormai il principale argomento di discussione per molti di noi. A un certo punto ha iniziato a dire che tutto il problema che si è creato nasce dal fatto che in Italia può entrare chiunque ed è ora di chiudere le frontiere o almeno vaccinare qualunque extracomunitario provi a mettere un piede nel nostro paese.

Per un po’ sono stata zitta, ascoltando e mordendomi la lingua, poi non ce l’ho più fatta e ho preso la parola. Ho chiesto alla signora in questione: lei ha una vaga idea di come funzioni il nostro sistema immunitario? Sa che viviamo immersi in un mondo di microrganismi? Sa che solo nel suo intestino ci sono dieci volte più virus, batteri, funghi e lieviti che cellule del suo corpo? E che senza quei microrganismi probabilmente lei non potrebbe nemmeno essere viva? E che, se lì nel suo intestino tutto è in ordine e in equilibrio, qualunque patogeno con cui venga in contatto avrà i secondi contati, cosicché lei proteggerà se stessa e gli altri? Sa che, al contrario, se continua a mangiare brioches e cappuccino ogni giorno, il suo intestino potrebbe diventare un ricettacolo per microrganismi patogeni e quindi lei potrebbe trasformarsi in un untore peggiore di tutte le persone che vuole tenere fuori dall’Italia? Sa che gli anticorpi sono solo una parte delle nostre difese immunitarie e ci sono almeno altri dieci livelli di protezione di cui nessuno parla? Sa che chi viene vaccinato non necessariamente sviluppa anticorpi, ma questo nessuno lo controlla? Mi dica, l’ascolto…

Lei, dopo un attimo di sbigottimento, mi risponde: ma cosa c’entra tutto questo con Covid-19? È un altro discorso!

Ecco, io non voglio sottovalutare il problema di queste settimane, una parte di me è fiduciosa, un’altra è preoccupata. C’è una fascia della popolazione che è più a rischio e va tutelata, c’è un virus in circolazione che conosciamo ancora poco, nei confronti del quale pochi sono immunizzati, non siamo sicuri della sua origine poiché si dice tutto e il suo contrario, temo l’intasamento dei centri sanitari e ovviamente temo il crollo della già vacillante economia italiana, cosa che renderebbe molte persone ancora più stressate, preoccupate, arrabbiate, deboli e indifese anche fisicamente. Non so se ci viene detta tutta la verità, probabilmente no. Non so se le misure di contenimento che sono state prese siano giuste, eccessive, insufficienti, non lo so. E immagino quanto sia estremamente complicato per chi deve gestire tutta questa situazione prendere delle decisioni per il benessere collettivo.

Osservo ciò che accade intorno a me, in Italia e nel mondo, cercando (non sempre riuscendo tuttavia) di non giudicare chi reagisce diversamente da me, perché ognuno, di fronte alla paura, utilizza le armi e le conoscenze che ha a disposizione per cercare di proteggere se stesso e i suoi cari. Siamo tutti umani e abbiamo tutti, in ultima analisi, gli stessi timori: della malattia, della morte, dell’isolamento dagli altri.

Però, come già tanti hanno detto e scritto in questi giorni, c’è un virus che è molto più subdolo, strisciante, contagioso e pericoloso di Covid-19 o di qualsiasi altro microrganismo, e personalmente mi fa molta più paura. È il virus dell’ignoranza, dell’arroganza, della separazione, che ci fa dimenticare che gli altri siamo noi, che siamo tutti una sola cosa e la soluzione non è e non sarà mai vedere l’altro come un pericolo da tenere quanto più possibile lontano da noi. Forse è ora che ognuno di noi si fermi un attimo e si chieda davvero: ma io, onestamente, cosa posso fare per contribuire a risolvere la situazione che si è creata? E poi farlo.

Simona Grossi

Autrice del libro Biologia Quantica

Fonte: Facebook.com

 

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