Una persona risvegliata, prima di certificare che qualcosa fa parte della propria realtà si chiederebbe “Mi conviene credere che questo sia reale? Perché una volta che l’avrò creduto sino in fondo, una volta che avrò dato fede a questa illusione certificandola come realtà, il mondo […] non potrà esimersi dal presentarmela in tutto il suo naturale divenire di eventi”.
Cosa è reale e cosa illusorio in un mondo che ci subissa con un flusso di informazioni che mettono a dura prova il nostro discernimento? È davvero una grande domanda, e la risposta è relativa: è reale ciò che noi decidiamo che lo sia.
Ad esempio, per molte persone una notizia è reale − cioè viene a costituire parte della propria realtà − solo se è annunciata al telegiornale, per altre è reale ciò che è reperito su internet attraverso un’informazione che considerano più libera e meno manipolata. Il punto è che entrambe queste categorie di persone si ritroveranno ad avere ragione riguardo al proprio punto di vista, perché il mondo rifletterà scrupolosamente la loro idea di realtà, e continueranno a ricevere input sensoriali di conferma da parte di ciò che hanno ritenuto essere reale.
Quando affermiamo cosa è reale per noi e quindi prendiamo un accordo con noi stessi − ad esempio “Questa è la mia realtà del momento presente, devo affrontarla in qualche modo” − in verità siamo vittime dell’illusione e abbiamo perso ogni possibilità autentica di controllare questa sedicente realtà. Ciò accade perché il nostro accordo a una situazione che sigliamo in calce come realtà quotidiana la cristallizza completamente nel momento presente, attraendo come un catalizzatore il nostro potere di osservatore che crea la realtà illusoria, ovvero le nostre condizioni di vita all’interno di questa splendida illusione percettiva che chiamiamo esistenza.
L’esistenza infatti è una serie di eventi costituiti a partire dalla pura proiezione conscia e inconscia di ciò che noi consideriamo reale, “vero senza errore”, come direbbe Ermete Trismegisto. Per esempio, il sintomo fisico di una certa malattia viene subito percepito come reale perchési tratta di un’informazione proveniente dall’interno, dalle nostre cellule attraverso la comunicazione tramite neuropeptidi, e subito la mente inizia ad affrontare questa realtà per lo più nel modo più debole a nostra disposizione, cioè preoccupandosi e cercando di correre ai ripari. Il più debole poiché non tiene conto del regno causale, non va ad agire sulle cause prime di quel sintomo ma cerca semplicemente una soluzione rapida attraverso la sua soppressione.
Una persona risvegliata, prima di certificare che qualcosa fa parte della propria realtà si chiederebbe “Mi conviene credere che questo sia reale? Perché una volta che l’avrò creduto sino in fondo, una volta che avrò dato fede a questa illusione certificandola come realtà, il mondo − che è una perfetta neurosimulazione interattiva cui sono connessi i cervelli e i cuori − non potrà esimersi dal presentarmela in tutto il suo naturale divenire di eventi”.
Naturalmente non sto consigliando di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e di non ascoltare per timore ciò che il nostro corpo afferma. Al contrario, consiglio di ascoltare con estrema attenzione ogni minimo segnale, ogni più piccolo sintomo con tutto il nostro focus rivolto all’interno, per valutarlo alla luce di questa conoscenza e giungere a prevenire le malattie. Perché se riuscirò a essere tempestivo e avrò monitorato per tempo ciò che in verità è reale, quel minuscolo sintomo non si presenterà neppure e godrò di
perfetta salute.
Ma allora che cosa è reale? Dopo anni di meditazioni ed esperimenti individuali mi sono persuaso che non esiste una realtà oggettiva, a esclusione di una semplice verità: il Logos solare. Il Logos solare è l’insieme delle forme-pensiero che vengono certificate e affermate costantemente dalla nostra coscienza osservatrice. Una volta che aggiungiamo il linguaggio per esprimere al meglio una certa sensazione, il Logos solare si completa e diviene legge manifestante illusoria realtà in ogni piano.
Sto affermando che ciò che è reale dal mio punto di vista è il regno causale, invisibile, composto da pensieri rivestiti di emozioni e sentimenti, costrutti mentali che vengono immaginati, intuiti e soprattutto inconsciamente pensati. Credo che tutto ciò sia reale perché causa la realtà illusoria.
Noi siamo il risultato del collasso quantistico di una certa probabilità di esistenza, abbiamo a disposizione illimitati doppioni paralleli di manifestazione eppure siamo così incredibilmente omogenei nel perpetuare una realtà quasi identica a se stessa ogni singolo giorno.
Un cambiamento richiede generalmente uno sforzo enorme. Per quale motivo? Perché non ci prendiamo il disturbo di accedere al regno causale del Logos solare e cambiare lassù, in quell’elevato livello vibratorio, la natura delle nostre forme-pensiero prima che si manifestino quaggiù sotto forma di illusione percettiva consolidata.
Cercare di cambiare l’illusione percettiva consolidata partendo da ciò che è già accaduto è difficilissimo, nella mia esperienza di vita direi impossibile. È possibile invece, e non così difficile come potrebbe sembrare, addestrare il proprio intelletto e il proprio cuore a monitorare ed eventualmente modificare il proprio Logos solare, che ribadisco essere l’insieme delle forme-pensiero con emozioni e sentimenti che vengono concordate e affermate a parole.
Si tratta semplicemente di essere sinceri con se stessi, fino in fondo. Questo significa porsi le domande giuste e darsi risposte autentiche, senza autoingannarsi.
Quali sono le domande giuste?
Nel caso di una patologia io mi chiederei soprattutto: “Da cosa vuole proteggermi questa malattia? Cosa mi sta impedendo di esprimere di me che in verità mi terrorizza? Se non avessi questa malattia, trascendendo subito il limite che mi ha imposto, cosa farei? Manterrei l’equilibrio sul piano mentale ed emozionale?”.
Nel caso di mancanza di risorse economiche mi domanderei: “Questa povertà che mi impedisce di fare ciò che amo e voglio, da cosa vuole
proteggermi? Quale parte di me non accetta la ricchezza? Quali convinzioni profonde e radicate ho concordato nel mio passato riguardo alle persone ricche?”, “Perché vado in costante reazione con il mondo che mi mostra ingiustizie sociali?”, “Perché cerco la soluzione al di fuori di me invece che all’interno?”.
Nel caso di insoddisfazione o mancanza di un rapporto d’amore o amicizie che amerei avere mi porrei queste domande: “Quando ho smesso di amarmi completamente? Perché non provo brividi di gioia autentica – non vanità – quando mi guardo allo specchio? Perché ho creduto che qualcun altro avesse una luce negli occhi più intensa di quella che posso avere io? Perché gliel’ho vista ardere nello sguardo e non la vedo in me?”.
La risposta generale a tutte queste domande è molto semplice: perché in verità sono schiavo del mondo, e non ho compreso come funzionano le regole del gioco dell’Illusionista. […]
Emiliano Soldani
Dal libro Michael – Il Logos Solare (Anima Edizioni)
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