Copertina del libro L’Amore più Semplice del Mondo di Diana Gasparini Baker – estratto Spettacolo per strada, spettacolo a porte chiuse

Estratto da L’Amore più Semplice del Mondo di Diana Gasparini Baker — Spettacolo per strada, spettacolo a porte chiuse

In questo estratto tratto da L’Amore più Semplice del Mondo di Diana Gasparini Baker entriamo nel cuore vivo di un rapporto che sfida i confini dell’ego, della materia e dell’amore stesso. Una scena di vita reale — intensa, ironica e profondamente umana — che apre il sipario su un viaggio interiore fatto di coraggio, rinuncia e trasformazione.

Quando si viaggia con D. c’è sempre in agguato uno spettacolo inatteso: un crash culturale improvviso, una scena teatrale spontanea che emerge dal nulla e che travolge chiunque gli capiti davanti.
Io assisto, spesso con un misto di imbarazzo, dolcezza e quella dose di limitazioni comportamentali che la vita “ante D.” mi aveva insegnato durante il mio lungo ritiro interiore.

La rinuncia che diventa trasformazione

Prima o poi, un processo evolutivo fondamentale è imparare a rinunciare alla propria libertà per amore della libertà dell’altro.
L’amore, quello vero, ha il potere di trasformare la rinuncia in qualcosa di più grande: un’alchimia che cambia forma alla nostra essenza, lacerando i confini dell’ego per creare uno spiraglio da cui entra la luce dell’unione.

Uscendo da quello squarcio, inizia la fusione con l’altro: un amore che è gioco evolutivo, prova quotidiana, richiamo costante alla nostra natura più sottile.

Quando materia e anima si incontrano

La vita nella materia è un luogo denso, a volte oscuro, dove facilmente si dimentica la nostra vera natura.
D. attraversa questo spazio con una vibrazione tagliente, e quando entra nello studio medico — scarpe slacciate e aria di sfida — il suo campo energetico impatta come uno schiaffo contro la rigidità del luogo.

Ogni ricovero diventa una scena ad alto rischio di “sfida”.
E al reparto di terapia intensiva capisco quanto la sua presenza accesa metta alla prova il personale, incapace dopo un po’ di mantenere la misericordia necessaria.

Due mondi da tenere insieme

Mi ritrovo così nel ruolo di mediatrice: creo due versioni addolcite di tutto ciò che gli uni comunicano agli altri.
A porte chiuse, consegno la versione edulcorata ad entrambe le parti per evitare ulteriori attriti, e quando siamo tutti insieme cerco di trasformare le frizioni in sorrisi veloci e momenti sospesi.

Porto persino un vassoio di pasticcini allo staff: un gesto semplice, ma necessario per riportare un po’ di respiro in un ambiente teso e stanco.

Naufraghi dell’ego su un’isola d’amore

D. lotta per restare nella vita fisica, mentre gli altri sembrano pronti a lasciarlo andare.
Eppure noi sappiamo che c’è ancora tanto da vivere, tanto da creare.
Siamo arrivati da poco come naufraghi dai nostri ego su un’isola deserta, nutriti da un unico cibo: l’amore.

Un amore che ci ha fatto affondare per poi portarci a riva, lasciandoci respirare nella pace di una nuova terra.
Su questa isola, nulla importa più: né i muri dell’ospedale, né il dolore, né la presenza del compagno di stanza, né l’insofferenza che ci circonda.

Un silenzio che vede oltre

Mentre camminiamo nel corridoio mano nella mano, il luogo scompare.
Non perché sia brutto, ma perché la vibrazione che ci rimandiamo ci solleva in uno spazio altro.
Un silenzio che non ha bisogno di parole.
Un silenzio d’amore che il mondo esterno non vede, ma che in quelle mura si sta svolgendo con una potenza che supera ogni scena visibile.

Diana Gasparini Baker

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