A volte noi uomini preferiamo denigrare, infangare, distruggere piuttosto che costruire. Perché la grandezza degli altri mette a disagio la piccolezza che abbiamo dentro…
È triste. Ma è la realtà. A volte noi uomini preferiamo denigrare, infangare, distruggere piuttosto che costruire. Quando qualcuno fa qualcosa di buono, lo invidiamo. E cerchiamo di trovare qualche difetto in lui. Troviamo ciò che cerchiamo. Possiamo trovare difetti nella Gioconda di Leonardo da Vinci. Nella carità di Madre Teresa di Calcutta. Nel talento calcistico di Lionel Messi. Nella voce di Adele. Chi si accanisce nel cercare, in chi eccelle, qualcosa per cui criticarlo, è una persona piccola. Frustrata. Piena di rabbia, odio, rancore. Che, incapace di innalzarsi, cerca di abbassare gli altri.
Forse hai visto, su YouTube, il video chiamato Kony2012. Dall’inizio del 2012 a oggi è stato visto da oltre 100 milioni di persone nel mondo: un caso unico nella storia di Internet. Lo scopo: suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sul caso di Joseph Kony, il criminale di guerra numero uno. Un uomo che ha ucciso, torturato, stuprato migliaia di persone tra Uganda, Repubblica Centrafricana e Ruanda. Un delinquente che ha rapito migliaia di bambini, di cui ha ammazzato i genitori, per trasformarli in soldati. I potenti del mondo l’hanno lasciato fare. Perché i cittadini non sapevano. I registi di Kony2012 hanno fatto circolare il video. I cittadini del mondo libero hanno saputo. Hanno scritto al presidente americano Obama. E Obama ha mandato una forza militare in Africa per fermare il massacro. Un successo. Ottenuto grazie all’impegno di tre giovani californiani. Che per un anno intero si sono dedicati al progetto a tempo pieno. Ovviamente hanno dovuto raccogliere soldi ed essere pagati per realizzarlo: anche loro mangiano, hanno una casa, devono vivere. Eppure c’è stato chi ha avuto la faccia tosta di criticarli per il loro stipendio. E qualcuno si è spinto a dire che hanno realizzato il tutto per vanità. Per diventare ricchi e famosi.
Più fai del bene, più troverai chi sarà pronto a criticarti. Perché la tua grandezza mette in risalto la sua piccolezza. È successo anche a Gesù: insultato, umiliato, crocifisso.
Secondo un’antica favola indiana in ciascuno di noi ci sono due lupi che si combattono. Uno è cattivo: rabbioso, invidoso, prepotente, spietato. L’altro è buono: amorevole, umile, compassionevole, solare. Chi dei due vince? Quello che viene nutrito. Possiamo nutrire la nostra parte peggiore. O quella migliore. Con i nostri pensieri. E i nostri comportamenti. Che nel tempo diventano parte di noi.
Mario Furlan.
Lascia un commento con Facebook