Recensione del libro Yoga – Nel cuore dei Bambini di Maria Rosaria Dibenedetto, a cura di Carmen Palmiotta.
Un viaggio affascinante, ricco, denso di esperienza, nella pratica yoga applicata ai bambini, come metodo di apprendimento, di crescita, di socialità. E succede che un giorno, a scuola, scopri che un’insegnante, una persona simpatica e carina, che ti dà affettuosi “abbracci di luce”, ha scritto un libro, un libro inusuale, che parla di yoga e di pratica yoga, ma applicata ai bambini della scuola elementare. E tu t’incuriosisci, ti tuffi a pesce su una cosa che, affascinante di per sé, diventa un momento educativo e formativo. Lo capisci subito, a pelle, a istinto, ma poi un giorno, in palestra, vedi i bambini fare, convinti, il “saluto al sole”, leggi il libro e capisci, traduci in metodo, in rigore scientifico, ciò che avevi percepito.
YOGA, nel cuore dei bambini (Anima Edizioni) è la bella, snella e curata pubblicazione di Maria Rosaria Dibenedetto, insegnante di scuola elementare al IV Circolo di Barletta, da anni Maestra di Yoga, che ha portato questa disciplina del corpo e dello spirito nell’ambito del suo insegnamento. Una scommessa, certamente, e nemmeno facile, data la materia e i soggetti non proprio usuali. Una scommessa vinta, però, a giudicare dall’interesse dei suoi alunni e delle loro famiglie e da quello manifestato da chi ha conosciuto e apprezzato il suo lavoro. A cominciare dal suo Dirigente Scolastico, Carmine Cristallo, che pionieristicamente, com’è nel suo stile, ha aperto alla disciplina, fino a Vito Antonio Baldassarre, docente di Pedagogia alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari il quale, in una bella recensione al volume, fra le altre cose scrive:
L’impianto del percorso narrato da Maria Rosaria Dibenedetto utilizza lo Yoga come mediatore didattico per ricondurre a unità la persona-alunno e metterlo nella condizione di riuscire a operare la trasformazione della propria consapevolezza […] In altre parole lo yoga può essere descritto come un ‘continuum’ della consapevolezza che è luce e unione […] La natura di tale cambiamento di prospettiva è un dato di esperienza e non può essere spiegato direttamente, ma piuttosto evocato da simboli come luce, fuoco, matrimonio mistico […] Il percorso vissuto nell’esperienza narrata da Maria Rosaria si muove in modo intenzionale in tale direzione ed è per questa ragione che l’autrice può concludere che: “Anziché reprimere, bloccare la mente e il corpo, l’educazione dovrebbe integrare tutti gli aspetti del bambino: il fisico,i sensi, l’intelletto, le emozioni, l’immaginazione, l’intuizione, lo spirito”.
Il fascino di questa pubblicazione poi, a nostro avviso, sta nella sua completezza, nell’approfondimento – in modo semplice e diretto, davvero dal cuore – di tutti gli aspetti caratterizzanti di un’esperienza intrecciata e difficile come quella della crescita e dell’apprendimento ormai sistematico, dopo la scuola dell’infanzia. Maria Rosaria Dibenedetto parte dai dati che potremmo, con una qualche riduttività, definire teorici, come l’analisi delle carenze educative della scuola, la possibilità di imparare con piacere e i benefici dell’educazione allo yoga, con la presa di consapevolezza del corpo, del respiro e i benefici risultati del rilassamento fisico e mentale, affinché il lettore possa conoscere i dati di base dai quali prendono avvio le esperienze pratiche dei bambini, e possa così condividere un substrato fatto di linguaggi comuni, base di ogni comunicazione. Subito dopo, eccoci proiettati in una lezione di yoga, con tutti i suoi elementi base (la formazione del gruppo, il massaggio, il giusto respiro, lo scioglimento, l’ascolto di una storia, la successiva creazione di una storia da parte dei bambini, la condivisone dell’esperienza, delle emozioni provate durante il rilassamento).
Questa parte centrale è vita pulsante, percettibile e introiettabile dal lettore, che viene dolcemente condotto e talvolta sbalzato, ma sempre con estrema dolcezza e naturalezza, in un mondo nuovo, fatto di vibrazioni individuali che suonano insieme a quelle della natura (bellissimo il racconto delle sensazioni provate nell’abbracciare un albero), degli altri bambini, degli adulti, perfino degli oggetti, che acquistano significato e dignità fino a quel momento nascosti. E da lì si dipartono i “casi” attraverso i quali l’Autrice racconta la propria visione didattico-educativa e il significato ultimo della pratica yoga con i suoi piccoli allievi, che si riverbera come un benefico fiume anche sulle loro famiglie.
Con la delicata narrazione delle vicende di Daniele, Giorgio, Gianluigi, si dispiega in tutta la sua drammaticità la difficoltà, spesso il male di vivere, di generazioni diverse – genitori e figli, nonni e nipoti e altre figure della rete parentale – che vivono momenti duri o soltanto ordinaria emarginazione, e che l’insegnante ha risolto grazie allo yoga, regalando non solo la speranza, la prospettiva di “potercela fare”, dunque il pensiero positivo, e dunque ancora il rispetto di sé e degli altri e la consapevolezza dell’integralità della persona umana, ma anche l’educazione alla pace, all’armonia con la natura, all’alimentazione, che nutre correttamente l’anima attraverso il corpo.
Completa questo bel libro una ricca appendice documentaria di posizioni yoga e giochi di contatto per bambini, con tante fotografie di piccoli yogi completamente assorti nella loro attività. A proposito, abbiamo provato ad abbracciare un albero, qualche giorno fa. Incredibile ma vero: abbiamo parlato lo stesso linguaggio..
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