Intervento di Olivia Flaim per il ciclo di serate Femminil-Mente (Milano, giugno 2014)
Nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, quindi la vocalizzazione della parola è libera e interpretativa, e dà adito alla formazione di più parole.
Nei Salmi, spesso la divinità ha accezioni femminili, ma non esiste un lessico per esprimere ciò. Infatti il concetto della “Dea” è diverso da quello di “Dio”.
Il “pensiero femminile” della divinità è qualcosa come un “Ti sento, dove sei?”. Ma non ha un nome.
Siamo abituati ad associare al femminile l’immagine dello sciamanesimo, quella legata alla fertilità, alla nutrizione, all’essere sorella e sposa. Ma non siamo consapevoli che il femminile è di più. E i suoi nomi non sono classificabili.
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