Fin dalla prima meditazione, la vita cambia e non v’è possibilità di tornare indietro. Cambia la percezione di sé stessi e del mondo. E nuove mete si presentano lungo il Sentiero.
Tentare di comprendere la vita mi ha condotto a ricercare in varie direzioni, l’interesse per lasofferenza della condizione umana però è sempre stato il cardine attorno al quale ha ruotato tutto il resto. Ho creduto per anni di poter alleviare le tribolazioni umane, comprese le mie, attraverso attività sociali e politiche, prima di finire sotto l’onda della crisi delle ideologie che ha contrassegnato l’ultima parte del Novecento e, soprattutto, prima di realizzare che la pur forte esperienza di quegli anni, anche se sostenuta da una tenace idealità, mi aveva devastato sul piano personale, piuttosto che liberarmi dalla sofferenza.
Poi, cosa volete che vi dica, è sicuramente stata una bella lezione, per un idealista convinto come me, vedere politici di ogni fede rubare nella stessa maniera. Sono stato un po’ duro di comprendonio, però alla fine ho capito che quella non poteva essere la via maestra per cambiare il mondo. Nel frattempo non avevo mai perso l’interesse nei confronti di argomenti non strettamente legati alla politica, come forme varie di discipline orientali, di terapie naturali, di psicologia etc. Infatti, già a quindici anni ero una contraddizione vivente e passavo dalla lettura di Marx a quella del Tao Te Ching, da Freud alleUpanisad, da Garcia Lorca all’antipsichiatria.
Il ribollire di questo minestrone però, cominciò a prendere una direzione più chiara quando nel 1978 iniziai a praticare la meditazione e non solo a leggerne sui libri. Devo dire che, da quel lontano inverno di fine anni Settanta, le esperienze che si sono susseguite sono state veramente incredibili. Io ero fermamente convinto che per realizzare quegli stati di coscienza di cui avevo letto nei testi che parlavano di personaggi leggendari, come ad esempioMilarepa, non potevo fare altro che ritirarmi in una sperduta grotta, non riscaldata e senza telefono, possibilmente sull’Himalaya, a mangiare ortiche per anni, fino a diventare verde.
Dovetti faticare non poco per riuscire a rassegnarmi all’idea della possibilità diraggiungere il nirvana nel salotto di casa. Il fatto più concreto fu comunque che, fin dalla prima meditazione, la mia vita cambiò irrimediabilmente. Iniziò a modificarsi la percezione che avevo di me stesso ed, inevitabilmente, anche la mia percezione del mondo. In una parola potrei dire che la meditazione iniziò a centrarmi, lo sentivo io e lo vedevano gli altri, ma soprattutto, il rapporto iniziato allora, in quel modo, con me stesso e le realtà più sottili della vita, mi fece capire che quello era il Sentiero.
Ad un certo punto dell’evoluzione personale diventa evidente l’unicità della via intrapresa e la consapevolezza che non si tornerà più indietro. Agli inizi magari questa sensazione è accompagnata da una punta di rammarico, perché si prova nostalgia delle abitudini del passato, ma poi prevale la nostalgia del futuro, quella che fa ritornare a casa il figliuol prodigo, ed allora si continua a calcare l’unica strada possibile, quella della trasformazione di sé e della comprensione dell’esistenza. In questo processo di metamorfosi la meditazione non può che essere presente, come pratica di una tecnica prima, poi come una condizione stabile di vita, in grado di porti in rapporto con la realtà in tutti i suoi aspetti, compresi, ovviamente, quelli occulti.
Devo confessare che, sarà anche stato karma, ma, fra i cambiamenti a cui accennavo prima che la meditazione ha prodotto su di me, uno dei più significativi è stato rappresentato dalla possibilità di sperimentare di persona che, tutte quelle cose di cui si parla tanto in certi libri, come l’aura, i chakra, i corpi, le energie, etc, esistono veramente. Di solito si dice di credere solo a ciò che si vede e in effetti, da quando ho incominciato a vedere queste cose, lo dico anch’io, il problema è che purtroppo, quello che vedo non trova un riscontro così comune.
Dico questo senza vergogna né presunzione, solo per far comprendere quanto potrebbe cambiare la percezione dell’essere umano, se solo si prendesse la briga di diventare un po’ più responsabile della sua vita. Pensate a come sarebbe la vita se tutti potessero rendersi conto di che cosa veramente motiva le loro azioni…
Man mano che crescevano e si stabilizzavano queste caratteristiche, che sarebbero potenzialmente comuni a tutti gli abitanti di questo pianeta, non potevo far altro che utilizzarle e condividerle. Timidamente nel 1984 iniziai a tenere dei corsi di raja yoga e meditazione. La cosa però in breve tempo mi prese la mano, portandomi a girare mezza Italia, dalla Alpi agli Appennini, ma anche dal Manzanarre al Reno… In questo periodo, oltre alla gran foga con la quale mi dedicavo all’insegnamento nei miei corsi, continuavo la mia ricerca, frequentando tutti gli ambienti, più o meno esoterici o spirituali, che il nostro paese in quel periodo poteva manifestare.
Dal 1992 mi sono dedicato esclusivamente a questo tipo di attività e alla pratica della terapia esoterica, che prevede l’analisi ed il riequilibrio dei centri energetici. Questa è stata veramente un’esperienza grandiosa, perchè, mentre la mia vita personale era diventata, apparentemente, un vero caos, su questo fronte, l’essermi immerso in migliaia di chakra di centinaia di persone è stata una sperimentazione che ha prodotto una notevole dimestichezza con ledinamiche della coscienza umana e le loro manifestazioni anche sul piano fisico, con il male e la malattia.
E’ vero che la mia lamentela più frequente in quel periodo era relativa al fatto che essendo così impegnato con le altre persone non avevo tempo per la mia evoluzione. Infatti ero abituato a dedicare molto spazio nelle mie giornate alla meditazione e allo studio, cosa che con tutte le terapie e i corsi che facevo, oggettivamente non era più possibile. E’ anche altrettanto vero però che questa lamentela era frutto del mio egoismo di allora, che non mi faceva realizzare che proprio il mio essere immerso nelle problematiche degli altri, decentrandomi da me stesso, rappresentava quanto di meglio potevo fare per questa benedetta mia evoluzione.
Dopo aver dato vita nel 1994 all’associazione Atman, nata per diffondere lo studio del raja yoga e dell’esoterismo, e sulla base dell’esperienza che stavo accumulando, il passo successivo era inevitabile. E così nel 1996 fondaiEnergheia, la prima scuola italiana per terapeuti esoterici. Presi questa decisione, come spesso mi accade, praticamente all’improvviso. In verità era da un po’ di tempo che il lavoro che svolgevo mi andava stretto e sentivo forte il bisogno di rivolgermi a un maggior numero di persone. Era ormai una necessità trasmettere e condividere in modo sistematico, con modalità assolutamente attuali e rivolte al quotidiano, le entusiasmanti conoscenze che giorno dopo giorno il percorso della mia vita continuava a rivelarmi.
Ero in viaggio, all’estero, munito solo di qualche foglio di carta, quando la folgorazione mi colpì (non ero comunque sulla via di Damasco). Su quelle poche pagine avvenne tutta la progettazione necessaria, dalla pubblicità per far conoscere la mia impresa al programma dei tre anni di corso. Di lì a pochi mesi il progetto era realizzato e la scuola partiva a tutta birra. Per dieci anni la sua sede è stata a Modena ed io sono stato l’unico insegnante. Oggi inveceEnergheia è presente in otto città italiane ed è gestita da un certo numero di miei allievi formati appositamente nel corso di questi ultimi anni. Che dire? Sono soddisfatto, ma, come diceva Tex Willer giocando a poker, sono anch’io propenso a pormi “…come limite il cielo“, che per me significa che c’è ancora molto da fare e da scoprire in questa vita, e che questa potrebbe essere ancora più bella se gli esseri di questo pianeta cooperassero per costruire pace ed innocuità. Quindi…avanti!
Non crediate che quegli anni, che nel mio vissuto rappresentano una vera e propria epopea, siano stati esenti da tempeste burrascose. Queste sono il segnale di una coscienza attiva che si sta avvicinando al dipanarsi delle matasse più antiche ed ingarbugliate e non possono che accompagnare chi viaggia sul Sentiero. A posteriori si può solo ringraziare la vita per la perfezione con la quale ci dà sempre esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, anche se, mentre vivi il travaglio, fai un po’ fatica a condividere questo punto di vista.
Ma perché vi dico queste cose? Non per narcisismo o per necessità di particolare attenzione alla mia persona, ma per rendere più chiare le motivazioni di un individuo come me, che ha vissuto le afflizioni di ognuno e che, modestamente, crede di essere riuscito a stabilizzare un po’ di gioia, benessere e creatività nella sua esistenza, riuscendo anche, immodestamente, a dare vita ad una struttura che ritiene possa essere di grande aiuto per tutti coloro che si trovano a condividere le aspirazioni di ricerca e trasformazione che egli stesso ha vissuto..
Lascia un commento con Facebook