Nell’antico Libro dei Santuari, Enoch racconta del suo rapimento ad opera dell’angelo Metatron. Una vicenda che ricorda in tutto e per tutto i moderni casi di “interferenza aliena”.
Dettagli sugli “angeli” (alieni) dell’antico Medioriente li ricaviamo dal Sefer hekalot, oLibro dei Santuari; è un testo redatto forse in area babilonese intorno al V°-VI° sec. d.C.; attribuito a Rabbi Ishmael ben Elisha, un sapiente ebreo realmente vissuto nella Palestina del I°-II° sec. d.C., venne steso in almeno tre fasi successive. A narrare sarebbeEnoch, rapito in cielo dall’angelo Metatron e portato dinanzi alla merkavhah, il carro di Dio (ma in realtà il libro riferisce una serie di “visioni” estatiche del rabbino).
Il racconto ha tutto gli estremi per essere considerato il resoconto di un vero e proprio rapimento UFO a bordo di un disco volante. Preso “da quelli della generazione del diluvio” e portato in cielo “su un carro di fuoco con cavalli fiammeggianti e un Servo di Gloria”, il patriarca incontra “le schiere di fiamma e le armate della furia, gli ardenti shin’anim e i fiammeggianti cherubini, gli infuocati hashmallim e i luminescenti serafini”. “E l’angelo mi fece stare a custodia, giorno dopo giorno, del Trono di Gloria”.
La presenza di Enoch-Ishmael all’interno della merkavhah suscita però le ire di due classi di angeli, gli ‘Ofannim ed i serafini, che per questo hanno un bisticcio con l’angelo Metatron; ebbe la meglio quest’ultimo e gli altri angeli “aprirono la bocca e dissero: Invero, Enoch è degno di contemplare la merkavhah“. Condotto attraverso i cieli, il patriarca viene informato di “tutti i segreti dell’universo e tutti gli ordini della creazione” stabiliti dai Creatori e dai Formatori (per l’occasione accorpati in un’unica figura, il Formatore della Creazione, o Josher bereshit).
Scopre i nomi dei sette Principi che comandano “un’armata celeste, e ciascuno di essi ha 496.000 moltitudini di angeli serventi”, apprende di una base aliena sulla Luna, controllata da “Offani’el, il Principe che si trova sul disco lunare con 88 angeli”; scopre le rotazioni (rahat) “degli astri nelle loro orbite”; impara che l’Altissimo ha “moltissimi carri”, vere e proprie astronavi che riportano alla mente i nostri aerei militari e che, come questi ultimi, sono suddivisi per prototipo e per versatilità: si va dai carri del cherubino a quelli “del vento” (affini ai caccia), dai rapidi “carri della nube veloce” (che definiremmo ipersonici) ai “carri di moltitudini” (atti cioè al trasporto di più schiere, come i cargo), dai “carri della ruota” (ovvero i prototipi circolari come gli UFO) ai “carri delle nebbie” (che ricordano gli aerei invisibili) e via dicendo.
Ma l’elemento più sconcertante è il momento in cui al patriarca viene mostrato un listato, definito pargod o tessuto, contenente una sorta di schedatura genetica di “tutte le generazioni delle generazioni del mondo, sia ciò che hanno fatto che ciò che faranno, fino alla fine di tutte le generazioni”. E’ questo un riferimento ufologico che ha uno sconcertante parallelismo con la letteratura moderna sui rapimenti UFO: diversi ricercatori americani sostengono che glialieni starebbero mappando geneticamente la razza umana, da secoli (l’ipotesi è stata fatta propria persino in un episodio di X-files). Il Libro dei Santuari lo affermava già duemila anni fa!.
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