Non è mai troppo tardi per reinventare se stessi. Paul Tasner, dopo aver lavorato 40 anni per altre persone, ha fondato una start-up all’età di 66 anni…
Non è mai troppo tardi per reinventare se stessi. Paul Tasner, dopo aver lavorato 40 anni per altre persone, ha fondato una start-up all’età di 66 anni, dove ha messo insieme il business e la passione personale per l’ecologia.
In questo video, a un talk di TED, ci racconta la sua storia.
Traduzione del discorso:
Vorrei portarvi indietro alla mia vita di sette anni fa. Venerdì pomeriggio, pochi giorni prima di Natale 2009. Ero il direttore delle operazioni per un’azienda di prodotti di consumo, a San Francisco, e fui chiamato a una riunione già iniziata. Quella riunione si rivelò essere il mio colloquio di congedo. Fui licenziato insieme a molti altri. Avevo 64 anni. Non fu del tutto inaspettato. Firmai una pila di documenti, presi i miei effetti personali e me ne andai da mia moglie che mi aspettava in un ristorante lì vicino, del tutto ignara. Diverse ore dopo eravamo ubriachi fradici.
Oltre 40 anni di impiego ininterrotto per diverse aziende, grandi e piccole, erano ora terminati. Avevo buone connessioni, una buona reputazione. Pensavo che sarebbe andato tutto bene. Ero un ingegnere nell’industria manifatturiera e di imballaggio. Avevo una buona formazione. Come per molte persone, la pensione semplicemente non era un’opzione per me. Ho dunque lavorato come consulente per i due anni successivi, senza alcuna passione.
Poi ha cominciato a formarsi un’idea, scaturita dalla mia preoccupazione per l’ambiente. Volevo avere un’attività mia, dove progettare e produrre imballaggi biodegradabile dai rifiuti – della carta, agricoli o persino tessili – che rimpiazzassero i classici imballaggi tossici di plastica usa e getta, dal quale siamo tutti dipendenti. Si chiama tecnologia pulita, e per me aveva un senso profondo. Un’iniziativa che poteva aiutare a ridurre i miliardi di chili di imballaggi monouso, gettati ogni anno e che inquinano i territori, i fiumi e gli oceani, per essere lasciati sulle spalle delle generazioni future (i nostri nipoti… i miei nipoti).
E così adesso, all’età di 66 anni, con 40 anni di esperienza, sono diventato un imprenditore per la prima volta.
Ma c’è di più. Molti erano i problemi da risolvere: la produzione, appaltare a terzi, la creazione di posti di lavoro, i brevetti, le partnership, il finanziamento – tutti problemi tipici di una start-up, ma non lo erano per me.
Una parola sul finanziamento. Abito e lavoro a San Francisco. Se cercate dei finanziamenti, di solito dovete competere con persone molto giovani dell’industria dell’alta tecnologia, può essere molto scoraggiante e spaventoso. Ho delle scarpe che sono più vecchie della maggior parte di quelle persone…
Cinque anni dopo, sono felice ed emozionato di condividere con voi la notizia che il nostro fatturato raddoppia ogni anno, non abbiamo debiti, abbiamo molti clienti importanti, il nostro brevetto è stato concesso, ho un socio meraviglioso che è stato con me fin dall’inizio, e abbiamo vinto più di 20 premi per il lavoro da noi svolto. Ma la cosa migliore, è che abbiamo scalfito un po’ – solo un po’ – la crisi mondiale dell’inquinamento da plastica.
Adesso faccio il lavoro più gratificante e significativo della mia vita. Vi posso dire che ci sono molte risorse disponibili agli imprenditori di ogni età, ma quello che desideravo veramente, cinque anni fa, era trovare altri imprenditori della mia età alle prime armi. Volevo connettermi con loro. Non avevo nessun modello, assolutamente nessuno. Quel ventenne della Silicon Valley programmatore di app non era il mio modello… ma sicuramente era molto intelligente.
Voglio fare qualcosa a riguardo, e voglio che tutti noi facciamo qualcosa. Voglio che si parli di più delle persone che diventano imprenditori non prima che siano anziani, parlare di questi uomini e donne coraggiosi che iniziano quando praticamente i loro coetanei smettono. E poi connettere tutte queste persone fra le varie industrie e regioni, fra i Paesi, costruendo una comunità.
Sapete la Small Business Administration ci dice che il 64% dei nuovi lavori creati nel settore privato in America è grazie a piccole aziende come la mia. E chi lo dice che rimarremo sempre piccoli? Abbiamo una cultura interessante; ci si aspetta che raggiunta una certa età si vada a giocare a golf o dama, o a fare i babysitter ai nipoti a tempo pieno. Adoro i miei nipoti, e allo stesso tempo sono anche appassionato di fare qualcosa di significativo nel mercato globale.
E avrò molta compagnia. L’Ufficio Censimento dice che entro il 2050 ci saranno 84 milioni di anziani nel nostro paese. È un numero sensazionale. Quasi il doppio di quanti ne abbiamo oggi. Vi immaginate quanti nuovi imprenditori ci saranno fra 84 milioni di persone? E avranno tutti… 40 anni di esperienza!
Quando dico “cominciamo a parlare di più di questi meravigliosi imprenditori”, intendo “parliamo delle loro attività”, così come parliamo delle attività degli imprenditori più giovani. Gli imprenditori più anziani in questo paese hanno un successo pari al 70% nelle nuove attività. Un successo del 70%. Siamo come i Golden State Warriors degli imprenditori! E quel numero diminuisce al 28% per gli imprenditori più giovani. Questo secondo un gruppo britannico chiamato CMI.
I risultati di un imprenditore di 70 anni non sono forse altrettanto significativi e degni di nota di quelli di un imprenditore di 30 anni? Certo che lo sono. Perciò vorrei rendere la frase “70 sopra i 70” altrettanto comune quanto la frase “30 sotto i 30”. (NdR: “30 sotto i 30” sta per “30 under 30”, la prestigiosa classifica che ogni anno Forbes pubblica per parlare dei leader, degli imprenditori e dei vip di successo che non hanno ancora raggiunto i 30 anni).
Redazione Anima.TV
Fonte: http://www.ted.com/talks/paul_tasner_how_i_became_an_entrepreneur_at_66.
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