Conferenza di Roberto Maria Sassone, autore del libro Wilhelm Reich – Dall’energia vitale alla spiritualità naturale (Anima Edizioni), disponibile in libreria o tramite web a questo link.
Tra gli argomenti del video:
Presentare un libro non è farne un riassunto, ma raccontare la storia di chi lo ha scritto e perché lo ha scritto.
Roberto Maria Sassone si avvicina alla psicologia e inizialmente si appassiona a Jung, fino a quando non “scopre” Reich.
Reich non rappresenta una ideologia ma una esperienza da vivere, che si fa tramite il corpo.
Quella cosa che chiamiamo mente è l’espressione più specializzata del nostro corpo.
La mente è corpo, è un modo in cui il corpo si è specializzato.
Quando la sessualità è vissuta in modo conflittuale, vi troviamo paura, incapacità di affidarsi e di entrare nell’empatia. L’ideologia del peccato, del sacrificio, della sublimazione, nasce da tutto ciò.
Reich parla di “peste emozionale”.
Come possiamo insegnare a vivere agli altri o ai nostri figli quando non sappiamo vivere e non essere realmente in contatto con noi stessi?
La condizione di non contatto con la vita ci fa sentire in prigione. Il problema è che la prigione viene proiettata fuori, quando in realtà la prigione è la nostra stessa struttura di carattere.
Per evadere da una prigione, bisogna prima riconoscere di essere in una prigione.
Reich ha subito lo stesso attacco subito dai grandi maestri, essendo stati personaggi scomodi perché hanno indicato una dimensione di verità, ma il sistema non si basa su leggi di verità bensì su leggi di potere.
Le cosiddette pratiche spirituali in realtà sono pratiche psico-corporee. Lo stesso yoga è basato su funzioni naturali dell’essere umano. Anche le pratiche di consapevolezza hanno come fulcro il respiro, un atto profondamente corporeo.
Per Reich l’uomo è un nucleo di energia orgonica cosmica specificatamente organizzata.
Il buddhismo parla di struttura dell’ego che impedisce il contatto della nostra natura essenziale.
Il maestro apre delle vie e dà degli insegnamenti, delle pratiche.
Il maestro è colui che possiede la vera arte ossia la incarna. È in pieno contatto con la vita e con le energie dell’universo.
Tutti vorrebbero uscire dalla prigione, ma ne hanno molta paura.
Discepolo è colui che si nutre della verità del maestro. I discepoli vogliono succhiare da quel maestro, nell’illusione che, standogli accanto e senza fare fatica, arriverà la loro illuminazione.
Ci sono tuttavia allievi che comprendono l’insegnamento e si mettono in marcia, non pretendendo più che sia il maestro a risolvere il problema.
Un modo per far fuori le persone è la calunnia. Reich fu calunniato, soprattutto nell’ambito del sesso.
Reich affermava che nell’orgasmo c’è perdita di identità. Parlava di una esperienza cosmica. Reich non era promiscuo; per lui la sessualità era espressione della massima capacità di un corpo vivo che incontra un altro essere altrettanto vivo.
Il seguace sposa l’ideologia e neanche mette in pratica.
Alcuni discepoli diventano insegnanti. L’insegnante padroneggia alcuni aspetti dell’arte, e non l’arte in totale, ma il problema è che si crede un maestro. Allora questo tipo di insegnante decide di fare fuori il maestro, trasformandone gli insegnamenti in dogmi, in chiese, in ciò che non sono.
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