Le pratiche di accompagnamento aiutano il morente e la famiglia ad affrontare la morte con la giusta attenzione e il giusto riconoscimento… Articolo di Carmela Longo, estratto dal libro Oltre la vita
Le pratiche di accompagnamento aiutano il morente e la famiglia ad affrontare la morte con la giusta attenzione e il giusto riconoscimento, affinché non si instauri un ridicolo braccio di ferro con la morte stessa, dove il malato è la posta in gioco. Aiutare la persona a sistemare le cose, a fare una lista dei desideri, a ricordare insieme, con reciproca gratitudine, tutte le esperienze belle fatte, i momenti di affetto e di gioia vissuti; appianare divergenze e conflitti, riconoscendo l’amore come base entro la quale si è cercato di vivere la propria vita. Parlare con l’amato di come si sente a livello spirituale, quale eredità di vissuti e di amore ci lascia, cosa vorrebbe portare con sé nel grande viaggio di ritorno a casa.
Rassicurare il malato, confortarlo sul fatto che nella sua vita si è adoperato come ha potuto, nella sua caducità di essere umano, nella fallacia e vulnerabilità. Rendergli grazie per l’amore che ha donato nelle nostre vite e intorno a sé, per il ruolo che ha svolto nella nostra esistenza, comprenderlo per quelle difficoltà e quei limiti che non è riuscito a superare e per i quali probabilmente ha provato rimorso o dispiacere. Perdonare se abbiamo ricevuto del male, anche se inconsapevole o non voluto.
Essere pronti a chiedere perdono per mancanze o offese gravi verso di lui, aggiustare vecchi conflitti, rimorsi o rimpianti alla luce dell’umano sbagliare e dell’umana, imperfetta, esistenza. Accettare le ferite che fanno fatica a rimarginarsi e rimetterle ancora sanguinanti nelle mani di Dio. Perché releghiamo questi momenti alla confessione o al colloquio con un sacerdote? Perché ce ne laviamo le mani? Dove siamo noi? Dove è il nostro spirito, e perché non lo ascoltiamo? Lasciate che emergano queste domande.
Accoglietele, quando, seppur tardi, arriveranno. Vi raschieranno l’anima fino a quando il cuore non si scioglierà in un pianto liberatorio. Avete fatto il possibile. Avete fatto ciò che in quel momento vi sembrava il vostro meglio. Ora prendetevi per mano. C’è una carezza che aspetta di poter essere data.
Carmela Longo
Estratto dal libro Oltre la vita – Una storia d’amore
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