La donna e l’energia maschile

Ogni donna ha un lato femminile molto importante e un lato maschile altrettanto importante. A entrambi ho dedicato un intero capitolo del mio libro La vita dentro – Il viaggio interiore in gravidanza, che ho intitolato Femminile e maschile: conoscerli, integrarli e armonizzarli.

Con questo articolo desidero concedere qualche riflessione in più all’energia maschile che nella mia opera ho paragonato all’energia incarnata dalla freccia che è “pronta a centrare il suo obiettivo”, ma anche allo spermatozoo che “con tenacia si dirige” verso l’ovulo fino a “penetrarlo”.

Sì, l’energia maschile è questo: è la benzina che dà vita alla nostra capacità penetrante; alla nostra abilità di interagire attivamente con gli eventi della vita per dare loro una direzione ben precisa.

Come ho anticipato, questo tipo di energia è tanto importante quanto l’energia femminile – la sua controparte – che è colei che nutre e sostiene la nostra capacità di saperci abbandonare agli eventi senza opporre loro eccessiva resistenza soprattutto quando non sono di nostro gradimento. Ecco che la perseveranza con cui andiamo in cerca di un buon professionista che ispiri la nostra fiducia (anziché accontentarci del primo che incontriamo) quando per esempio sopraggiunge una malattia di un certo calibro, è tanto importante quanto la nostra capacità di sapere poi lentamente scendere nell’accettazione della malattia stessa e di lasciarci attraversare da essa.

Ma torniamo all’energia maschile e facciamo qualche esempio di ciò che riusciamo a fare quando siamo a lei ben connesse. Questa energia ci permette di interagire con la realtà anziché di sottrarci a essa, ovvero di uscire dalla tana anziché continuare a rifugiarci lì dentro. Noi con la realtà interagiamo davvero in tanti modi diversi tra loro. Uno di questi è attraverso la nostra curiosità: ogni volta che siamo curiosi e non reprimiamo la nostra curiosità dietro all’imbarazzo di fare domande, stiamo entrando in relazione con la vita.

Pensa a una bambina curiosa che fa domande alla maestra e grazie a esse riesce a capire sempre di più l’argomento che le interessa. Quella bambina è connessa all’energia maschile che alimenta la sua curiosità e le permette di non sottrarsi nel fare domande.

Siamo altresì in interazione con la realtà e dunque con la nostra energia maschile quando decidiamo di difenderci da qualcosa che non ci aggrada o che non vogliamo per noi anziché subire passivamente. Anche quando teniamo particolarmente alla realizzazione di un progetto per esempio e ci diamo da fare per riuscire nel nostro intento – magari a volte usando anche un po’ di sana caparbietà – stiamo interagendo con la vita perché siamo ben connessi alla nostra energia maschile, attiva e attivante, vitale e penetrante oltre che ferma e determinata.

Da ciò possiamo dedurre che non riuscire a manifestare la nostra energia maschile significa vivere a metà; significa che stiamo lasciando troppo margine d’azione alla nostra energia femminile, che se in eccesso, diventa un’energia che porta con sé eccessiva arrendevolezza.

Succede molto spesso che nella donna, anche per questioni sociali e culturali, questo cordone che ci collega alla nostra capacità di interagire attivamente con la vita, non sia bene funzionante e questo accade anche per altri motivi oltre a quelli appena menzionati.

A volte noi donne abbiamo una relazione impacciata con la nostra energia maschile per una questione ereditaria, perché chi ci ha precedute non era a sua volta in confidenza con essa. Altre volte questi blocchi energetici nascono da uno o più traumi personali che abbiamo vissuto in tenera o giovane età e che hanno poi castrato i nostri atteggiamenti curiosi, spontanei e determinati. Tuttavia la questione più importante che vorrei condividere con voi lettori non riguarda l’origine del parziale o netto scollegamento da questo tipo di energia ma il fatto che l’energia maschile è sempre disponibile, anche se non ci sembra di possederla. È nostro il compito di renderci conto che per svariati motivi a un certo punto della nostra vita abbiamo iniziata a evitarla così come nostra è la responsabilità di tornare a connetterci a lei.

Nel mio libro ti mostro due strade per rientrare un po’ alla volta in relazione con questa energia. Sono due strade diverse tra loro ma complementari (proprio come diverse ma complementari sono la nostra energia femminile e quella maschile). Una prima strada o via è quella degli esercizi, una serie di esercizi pratici che stimolano l’azione e che sono da portare con te nel quotidiano.

La seconda strada è quella dell’empatia e dell’amore. Percorrere questa via ci permette di imparare a prenderci cura di tutte le nostre parti fragili, spaventate e traumatizzate e questo ci permette di riconnetterci alla nostra energia maschile. Ciò accade perché, quando cominciamo a donare amore alle nostre parti in difficoltà, il nostro intero sistema intriso di paura, vergogna e senso di colpa inizia ad alleggerirsi e questo porta con sé un graduale aumento della nostra energia vitale la quale favorisce la riconnessione alla nostra energia maschile, come se finalmente tornassimo ad avere a disposizione una scala con cui raggiungere certe altezze.

Per un approfondimento di queste tematiche ti invito a leggere il mio libro La Vita Dentro – Il viaggio interiore in gravidanza in cui mi rivolgo direttamente alle donne in dolce attesa ma che, come ha scritto più di una lettrice, è rivolto a chiunque sia gravido della propria rinascita. Questo libro è stato scritto con l’intenzione di offrire la possibilità di compiere un personale viaggio interiore a tutte le donne che sentano la necessità di cominciare a guardarsi dentro per farsi del bene.

Wilma Riolo

Autrice del libro La vita dentro – Il viaggio interiore in gravidanza

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