Un viaggio autentico, scritto con passione, che ti sprona a credere nei tuoi sogni e a trasformare le difficoltà in opportunità. Estratto dal libro L’avvocato in scarpe da running di Rossella La Gamba.
La fatica non è mai sprecata: soffri, ma sogni.
― Pietro Mennea
Era una fresca mattina d’estate, il sole filtrava dalle persiane, e mentre mi crogiolavo nel letto irruppe il suono sordo della sveglia. Mi vestii svogliata, girai incuriosita per casa e iniziai a osservare il mio corpo. Per anni lo sport aveva cadenzato la mia vita: danza, ginnastica artistica e pallavolo a livello agonistico, così decisi di riprendere il mio ritmo abbandonato da un po’. Per migliorare la mia condizione fisica, avevo iniziato a consultare un nutrizionista che iniziò a elargire consigli sullo sport e l’alimentazione. Aveva la ricetta per i miei quesiti: iniziare a camminare per almeno 5 km al giorno!
Dopo averci pensato su, sentii risuonare le parole che mio padre mi aveva detto qualche tempo prima: «Proviamo insieme la corsa, dai, vieni con me!».
«Odio la corsa, non mi piace, è uno sport solitario, uno sport di merda» gli rispondevo con molta franchezza e indifferenza. Pian piano, dapprima annoiata, poi spronata dal nutrizionista approcciai alla camminata, quindi alla corsa. Avevo preso a guardare sui social dei gruppi di appassionati al running. Iniziai a frequentare dei podisti e decisi di affrontare le prime gare non competitive, “tapasciate” come si usa chiamarle in gergo, per introdurmi alla corsa, questo mondo sconosciuto.
Passo dopo passo, la corsa mi portava sempre di più ad accorgermi di come stavo vivendo. Di corsa. Riflettevo spesso tra me e me: “Ho vissuto freneticamente fin qui, sempre correndo, senza assaporare mai il gusto della vita, di un sorriso, di una parola, di un prato, della natura e di tutto quello che mi circonda”.
Riflessioni che rimanevano lì “in sospeso” perché la vita era sempre tutta una corsa, rincorsa verso qualcosa, qualcuno. La quotidianità mi assorbiva, risucchiava. Corsa. Introspezione.
Così, andando avanti non mi accontentai più delle piccole corsette, ma iniziai a voler competere anche in quel microcosmo come nella vita. Sentivo ardere dentro di me la voglia di mettermi alla prova, dimostrare chissà a chi – forse proprio a mio padre – che anche nello sport ero una donna cazzuta, tosta.
Rapidamente passai dal tapis-roulant alla corsetta in strada, ai primi 10, 13, 17 km e così via fino a giungere ai miei primi 21,0975 km. La prima mezza maratona a cui partecipai: 10 settembre 2017. Bologna. “Run Tune Up”. “Corri sintonizzato”. Affrontai il viaggio di andata, in auto con un gruppo di amici, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino a immaginare cosa sarebbe successo, se ce l’avessi fatta. Il cuore palpitava, i pensieri si accavallavano. “Corri sintonizzato”, il motto di questa gara, cercai di farlo anche un po’ mio. Sintonizzata a cosa, però?
Non mi ero posta degli obiettivi. Volevo vivere la mia prima gara, godermi ogni istante. Il cuore a mille ad attendere lo start iniziale, finché senza mollare mai, step by step, tagliai il traguardo, con una gioia immensa. Un percorso difficile da affrontare. Pioveva a dirotto quel mattino di settembre. Un’emozione pazzesca. La pioggia sul viso, sul mio corpo. Avvertii inizialmente la paura di quei tocchi. Una sensazione strana, quelle gocce prendevano lentamente il ritmo e continuavano delicatamente a cadere. In maniera sempre più intensa e incessante. Iniziai a fare mia la pioggia e mia la gara.
La corsa mi faceva bene, mi faceva sentire viva. La corsa come una liberazione dai pesi che portavo addosso ogni giorno. Introspezione. Motivazione. Iniziava a essere la mia ragione di vita, perché mi aggrappavo a lei. E, in realtà, senza nemmeno rendermi conto era, solo un modo per scappare, forse da me stessa.
Nel tempo la corsa diventò infatti un’ossessione, una droga di cui non potevo fare a meno. Quel primo start mi motivò, così presi ad alzare il passo, mangiavo km su km e intanto pensavo con vitalità alle gare successive e al mio futuro.
Il mio futuro da realizzare, costruire. I pensieri si susseguivano incessanti nella corsa, come nella quotidianità. Intanto corro e la vita corre accanto a me, non ho altri obiettivi: CORRO SENZA ARRENDERMI MAI.
Rossella La Gamba
Estratto da libro L’avvocato in scarpe da running
Rossella La Gamba presenta il libro L’avvocato in scarpe da running lunedì 13 gennaio 2025. Per tutte le informazioni, vai a questo link.
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