Nella quinta puntata della rubrica Rivoluzioni dell’Essere, ispirata al libro di Chiara Corriga edito da Anima Edizioni, esploriamo uno dei tre personaggi chiave del Triangolo Drammatico: il ruolo della Vittima. Un archetipo scomodo ma fondamentale per comprendere il cosiddetto “tradimento dell’Anima” e iniziare un percorso di crescita personale e di coaching filosofico.

Perché il ruolo della Vittima è così importante

Quando ci sentiamo dire: “Ti stai comportando come una vittima”, spesso reagiamo con fastidio, rabbia o vergogna. Questo accade perché la parola “vittima” porta con sé il senso di impotenza, di mancanza di potere e di protagonismo nella propria vita. Eppure, il ruolo della Vittima ha molto da insegnare: custodisce preziose chiavi di consapevolezza e può diventare un elisir di crescita.

Caratteristiche principali della Vittima

• Impotenza percepita: la vita viene vissuta come qualcosa che accade senza possibilità di scelta.
• Mancanza di controllo: tendenza a delegare agli altri la responsabilità del proprio destino.
• Lamentela: reattività e passività di fronte agli eventi, più che presenza attiva.
• Disconnessione dalla verità interiore: difficoltà a riconoscere ciò che si sente davvero.
• Dipendenza: aspettativa che qualcuno arrivi a salvare la situazione.

In questo stato, la Vittima può persino trasformarsi in un “vampiro energetico”, alimentando il ruolo del Salvatore e diventando carnefice inconsapevole per chi la circonda.

Un esempio pratico: la storia di Marta

Nel libro Rivoluzioni dell’Essere, Chiara racconta la storia di Marta, un’artista che, temendo di non vendere le proprie opere, iniziò ad abbassarne continuamente i prezzi. Questo meccanismo l’ha condotta a svalutare la propria maestria, entrando in un ciclo di frustrazione e autosvalutazione. Nel suo comportamento Marta ha incarnato tutti i ruoli del Triangolo Drammatico: Vittima di se stessa, Carnefice nel sminuire il proprio talento, Salvatore nel considerare i clienti incapaci di scegliere liberamente.

Il ruolo della Vittima nella società

Il ruolo della Vittima ha una percezione ambivalente nella nostra cultura. Da un lato provoca fastidio, perché la società celebra leadership, potere personale e autonomia. Dall’altro lato, viviamo in un contesto che glorifica il martirio e il sacrificio, basti pensare a certi format televisivi basati proprio sul vittimismo. Questo dualismo rende la Vittima un ruolo familiare, ma allo stesso tempo ostico da accettare.

Come uscire dal ruolo della Vittima

Uscire dal ruolo della Vittima non significa eliminarlo o distruggerlo, ma imparare a dialogare con esso. Solo così è possibile riappropriarsi del proprio potere personale. Nel libro Rivoluzioni dell’Essere, Chiara Corriga propone pratiche di auto-coaching che permettono di esplorare questa dinamica e trasformare l’impotenza in presenza.

Esercizio pratico

Chiudi gli occhi e chiediti: in quali ambiti della mia vita sto delegando il mio potere agli altri? Non giudicare, osserva soltanto. Questo è il primo passo per trasformare la lamentela in azione e la frustrazione in crescita.

Il personaggio della Vittima, così come quello del Carnefice e del Salvatore, non è un nemico da combattere ma un archetipo da comprendere. Solo riconoscendo queste maschere possiamo trasformarle in strumenti di consapevolezza, capaci di guidarci verso la nostra verità autentica.

Guarda il video completo

Guarda il quarto episodio completo della rubrica Rivoluzioni dell’Essere con Chiara Corriga: La Vittima e il potere rifiutato

Scopri di più nel libro Rivoluzioni dell’Essere, pubblicato da Anima Edizioni.

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