Le aspettative possono limitare la capacità di vivere nel momento presente e di entrare in contatto reale con noi stessi e il partner…
Quando si pone molta energia e fiducia nelle aspettative, la vita di una persona si sposta nel futuro, anche temporalmente. Queste, a volte, costituiscono una componente preziosa per riuscire a programmare la nostra vita, le nostre azioni, ma quando esse diventano predominanti il grande rischio in cui incorriamo è di lasciar scorrere gli eventi del presente senza molte attenzioni, evitando di creare esperienza (unico vero atto reale!). In questo caso, infatti, la nostra attenzione selezionerà ciò che risponde alle aspettative e tenderà a non considerare tutto il resto, o a considerarlo solo come uno sfondo informe e confuso di scarso rilievo.
Le aspettative creano, in realtà, un rapporto di dipendenza con l’oggetto o l’esperienza o la relazione attesa, condizionando scelte, relazioni, emozioni della persona. Ad esempio, un genitore che riversa nel figlio l’aspettativa di diventare il primo della classe crea con il figlio un rapporto di dipendenza per cui tutti i comportamenti che rientrano nel soddisfare l’aspettativa vengono esaltati, premiati; tutti quelli che non rispondono all’aspettativa, invece, creano risposte di delusione, critiche ed innescano nel figlio le basi del senso di colpa.
Nelle relazioni in cui la sessualità è una tra le componenti predominanti, spesso, le aspettative guidano le nostre scelte (mi piaci perché ti immagino così…., mi piaci perché vorrei un uomo o una donna in quest’altro modo…, fino ad oggi ho vissuto le mie relazioni in un certo modo ora che ho incontrato te vorrei, quindi mi aspetto, un’altra cosa, etc. etc.).
Molte volte, come terapeuta, mi capita di assistere, come in un ring, a lotte tra coppie in cui pian piano scopriamo insieme che basta ridefinire come si è, ed esprimere chiaramente cosa si vuole dalla relazione con il partner, per interrompere un meccanismo di autodistruzione alimentato proprio dalle aspettative delle due persone.
Spesso le aspettative sono proiezioni di desideri non appagati per se stessi. Il partner, allora, diventa un “altro me” che, come tale, “deve” conoscere i miei desideri anche se non li verbalizzo, “deve” comprendere, deve pensarla come me, deve, deve, deve…
Doveri ed aspettative condizionano e limitano l’espressione libera di un individuo. Ci sono persone che, a causa di vissuti personali sgradevoli riferiti al passato, propendono ad attendere sempre e comunque eventi negativi nella propria vita presente e futura. Le “profezie” personali tendono ad auto-avverarsi, anche se la razionalità pare andare in un’altra direzione, come ci insegna ormai anche la fisica quantistica. Gli attori della nostra vita, delle nostre scelte siamo noi in prima persona, che come particelle di un atomo tendiamo ad essere attratti da qualcosa e ad essere allontanati da qualcos’altro, a vedere alcuni aspetti della realtà e a non vederne altri in base a ciò che siamo e che vogliamo.
In tal senso, è profondamente vero che ciò che viviamo giorno per giorno è frutto di ciò che scegliamo.
Questa consapevolezza, scomoda per certi versi, è sempre il trampolino di lancio per qualsiasi cambiamento personale nel presente. Anche quando il nostro passato è stato costellato di eventi soggettivamente e/o oggettivamente spiacevoli (a volte spettatori inermi di una “vita subita”), comprendere che presente e futuro sono il prodotto di ciò che scegliamo e vogliamo scegliere come attori piuttosto che come spettatori, pone le basi di qualsiasi cambiamento personale. Allora anche le nostre “casualità” (incontri, relazioni, eventi inaspettati) seguiranno le nostre scelte profonde, pur se la nostra parte razionale stenterà a riconoscerle come collegamenti che seguono una precisa trama di vita.
Come l’attrazione sessuale tra due individui, femmine o maschi che siamo, le nostre personali “casualità” seguono leggi incomprensibili per la nostra parte logica, non per il nostro intuito!.
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