Lucia Sardo
Lucia Sardo si forma come attrice nel Teatro di Ventura, gruppo di ricerca teatrale con sede a Treviglio (BG). Nel 1981 il gruppo si trasferisce a Santarcangelo di Romagna dove fonda l’Istituto di Cultura Teatrale e organizza per diversi anni il Festival del Teatro di strada, festival che dagli anni Settanta è stato il punto di riferimento internazionale per il teatro sperimentale. La base della sua formazione avviene nel Teatro di Ventura sotto la direzione di Ferruccio Merisi. È in quest’ambito che incontra i più interessanti ricercatori di quell’area che viene definita Terzo Teatro: Jerzy Grotowski ed Eugenio Barba.
Ha sempre rifiutato di fare teatro di facile intrattenimento, prediligendo le scelte coraggiose e al di fuori degli schemi. Con la compagnia del Teatro di Ventura realizza diversi spettacoli, tratti dai grandi testi della tradizione occidentale, portati in tutte le piazze d’Europa.
Nel 1986 chiude la sua esperienza con il teatro di gruppo, scegliendo di mettere in scena diversi spettacoli nella doppia veste di autrice ed interprete. Storia di Matilde, spettacolo in lingua francese con la regia Silvie Heriot, sarà presentato in diversi festival europei, nonché in alcune università tedesche. Successivamente metterà in scena, fra gli altri: Concettina. Storie di cuore e di pietà; Attonite verbosità; Lascerò una traccia; Opera Pupe, nato da un’idea di Franco Battiato; La madre dei ragazzi, dedicato a Felicia Impastato.
Ha partecipato inoltre come interprete a: La ballata di Donatian, Contact Theatre Dijon, regia di J.J.Tesson (Francia 1984); Un dramma per pazzi, Teatro Mascarà (Firenze); Lo schiavo del demonio, regia Raoul Ruiz (Santarcangelo di Romagna); Straziami ma di riso saziami, spettacolo di comicità femminile con Lella Costa, Susy Blady, Angela Finocchiaro, che ha percorso tutte le piazze d’Italia; Le buttane, di Aurelio Grimaldi, regia di Marcello Cappelli, presentato a vari Festival Nazionali; Due donne in amore, di Aurelio Grimaldi, regia ancora una volta di Marcello Cappelli; La lupa, di G.Verga per la manifestazione del Teatro Verghiano di Vizzini; Lascerò una traccia, Thèatre Organique di Tunisi; La corsa di Moncicì, di Antonio S. Antonuccio e Carmelo Gallico, nell’adattamento teatrale di Emanuaela Giordano, Teatro 91 Roma, vincitore del “Premio Annalisa Scafi” 2007.
Per anni si dedicherà esclusivamente all’attività teatrale, approdando al cinema con il film d’esordio di Aurelio Grimaldi, La discesa di Aclà a Floristella, del 1992. Da allora la scelta dei ruoli è sempre stata guidata in Lucia Sardo dal principio della qualità dei caratteri interpretati. Per questo non ha accettato ruoli in film facili di cassetta, prediligendo titoli come La ribelle (1993), Le Buttane (1994), Nerolio (1996), tutti di Aurelio Grimaldi, giungendo a I cento passi, di Marco Tullio Giordana (2000, dove interpretava il ruolo di Felicia, la madre di Peppino Impastato), Perduto amor (2003) e Musikanten (2005), entrambi per la regia di Franco Battiato; ma anche felici incursioni cinematografiche nella commedia, come in Ma che colpa abbiamo noi di Carlo Verdone (2002), e Il 7 e l’8 di Valentino Picone, Salvatore Ficarra e Giambattista Avellino (2006).
Nel corso degli anni ha fatto il suo ingresso anche nel piccolo schermo, lavorando a fianco di personaggi quali Nino Manfredi, Lino Banfi, Luca Zingaretti.
La sua carriera di attrice teatrale e cinematografica è sempre stata caratterizzata da una costante tensione all’acquisizione di nuove forme di stile, in un costante “work in progress” che la porta a seguire così i seminari e laboratori formativi tenuti dalla danzatrice giapponese Katzuko Azuma, da Torgheir Weithal dell’Odin teatret, da Alvin Curran e Roy Hart, ricercatori musicali sull’elemento voce, dal grande foniatra Carlo Merlo, dall’artista polacco Ludwik Flazen, nonché da Marisa Fabbri e Tonino Guerra, dall’antropologa belga Pat Patfoord, che l’ha aiutata nella costruzione di contesti comunicativi non-violenti, da Tapa Sudana e Mamadou Dioume, attori di Peter Brook.
Sin dall’inizio della sua carriera Lucia Sardo si è proprosta in qualità di organizzatrice di festival culturali, nella convinzione che l’unico atto rivoluzionario sia quello di rendere la gente autonoma nel pensiero e quindi nelle scelte, e che ciò sia possibile anche attraverso l’arte.
Il suo teatro, come pure le sue scelte cinematografiche, si è posto sempre come impegno vivo nel sociale, un teatro che vuole essere in primo luogo di dialogo con ogni tipo di spettatore, offrendosi quale prezioso strumento per educare e formare. Fra gli impegni nel sociale da le isvolti che le piace sottolineare, ci sono le iniziative all’Ospedale psichiatrico “Paolo Pini” di Milano negli anni appena successivi alla Legge Basaglia, quelle con i detenuti del carcere minorile Malaspina di Palermo, esperienza dalla quale sono nati due video; e la messa in scena dello spettacolo La corsa di Moncicì, di Antonio S. Antonuccio e Carmelo Gallico (due giovani detenuti del carcere di Fossombrone), nell’adattamento teatrale di Emanuaela Giordano.
In una riflessione completa sul lavoro attorale, considerato non solo come conquista di tecniche e metodi, ma quale lavoro a tutto tondo sulla propria persona per svilupparne in pieno le capacità, Lucia si è avvicinata a vari spazi della spiritualità, dal mondo orientale, alle riflessioni di Steiner e Gurdjieff.
Sito web: www.luciasardo.it.