Figli che volano in alto

Figli che non ci sono più, che non possiamo più toccare con le mani. Eppure, proprio da quella dimensione che è la morte, i nostri figli sono in grado di tornare al nostro cuore per portare un messaggio di speranza: la vita è un passaggio e un’opportunità di trasformarci attraverso quello stesso amore che avevamo riservato a loro, e che ora possiamo donare a chi ne ha più bisogno.

… Questo libro non deve essere un messaggio per dare potere ai medium, quanto dare la speranza e la concezione che esiste la vita oltre la vita e questo è molto importante perché molte persone smettono di seguire la strada, nella disperazione e non vanno oltre e si mettono a sedere vegetando… L’unico vero peccato che possiamo fare in questa vita terrena, il più grande peccato è il “non vivere” vegetando…

… Un giorno riderai, o perlomeno, ti verrà da sorridere, perché la vita che facciamo sulla Terra è come un gioco di quelli che facciamo da ragazzini che servono a crescere, servono ad evolvere e, quando capita qualche cosa di estremamente brutto, non è una punizione ma un crescere, un imparare, un diventare più forti, un evolversi… e la materia che ci serve inizialmente per poter incominciare a conoscere la concretezza per poi arrivare, pian piano all’evoluzione dello spirito, si invecchia e si trasforma, per poi essere lasciata ed abbandonata come un vestito che non va più bene…

Quando lo spirito diventa più grande ed ha la possibilità di evolversi, questovestito va abbandonato. Non si finisce con la fine del corpo fisico, ma si diventa eterei per avere più forza e spiritualità e per essere più uniti a questa grande concezione che noi chiamiamo Dio. È importante quindi non pensare alla morte come disgrazia, ma è bene pensare alla morte, pensarla intensamente nel momento che verrà, come ad un momento di evoluzione…

… Non ci sono momenti per sempre: sono momenti destinati a passare, sono momenti che vanno perché, poi, si torna a casa, qua dove sono io!!! Ed è molto importante rendersi conto di questo: è molto importante che, quando una persona cara se ne va, gli altri si rendano conto che non si tratta di una cosa definitiva, ma solo momentanea. Come una volta, secoli addietro, esisteva la tradizione che chi andava via, per esempio nelle Americhe, difficilmente tornava ed era un saluto, un saluto per un lungo viaggio, con il desiderio di ritrovarsi insieme: i cari che raggiungevano l’altro o l’uno che tornava verso casa… questo è… questo é…

RITROVARSI INSIEME

Tre brani estratti dal libro Ciao papi… dialoghi con l’altra dimensione, voluto fortemente ed in buona parte scritto, tramite canali medianici da me non cercati, da mia figlia Sibylle, tre mesi dopo che lei se ne era andata nell’altra dimensione, togliendosi la vita a soli 22 anni.

Li ho scelti tra i tantissimi concetti e pensieri, da lei espressi con grande sensibilità, che hanno dato vita a questo libro. Si tratta di una serie di riflessioni caratterizzate da una leggerezza e da una speranza in grado di aiutare genitori, ancora troppo disperati da questo dolore disumano, a distinguere una tenue luce di vita che ancora palpita nel loro cuore. Una luce lontana e difficile da scorgere ma che, nonostante tutto, è l’unica medicina in grado di restituire un senso alla loro esistenza.

Questo, perché, come dice lei, “il più grande peccato è il non vivere, vegetando”. Questa disgrazia tremenda, questo evento troppo drammatico per poter essere espresso a parole, o compreso fino in fondo da chi non lo abbia vissuto in prima persona, mi aveva cacciato in fondo al baratro della disperazione facendomi provare una grande delusione per questa esistenza terrena che, in modo brusco ed imprevedibile, mi aveva privato di un bene così grande e mi imprigionava ad una grande rabbia nei confronti di un Divino così ingiusto.

L’esperienza, cercata da mia figlia, di questa stupenda comunicazione tra due dimensioni, così distanti e al contempo così vicine tra loro che ancora oggi continua in forma diretta, è stata per me motivo di totale rinascita: mi ha riportato prepotentemente a percorrere un cammino di vita che forse avevo dimenticato o smarrito nella nebbia di una esistenza fino a quel momento condotta senza la piena consapevolezza del mio agire quotidiano.

Siamo infatti travolti e bombardati ogni istante da mille sollecitazioni che nulla hanno a che fare con il nostro percorso evolutivo e quindi con le vere motivazioni per cui siamo scesi su questa Terra; spesso dedichiamo il nostro tempo e la nostra attenzione a questioni che, dopo una disgrazia quale la perdita di un figlio, perdono totalmente qualsiasi valenza e significato. Le nostre priorità di vita vengono sconvolte e ci troviamo, forse per la prima volta, a guardare dentro noi stessi per cercare finalmente di comprendere chi siamo e cosa veramente stiamo cercando. E’ triste pensare che a volte ci voglia una simile disgrazia per scuoterci dal torpore di una vita senza significato.

Oggi, grazie alle sue parole, ho maturato una fede profonda in una vita che continua ad esistere dopo la morte e un grande rispetto e amore nei confronti di questa vita terrena, che agisce secondo regole mai scritte che tuttavia hanno sempre una propria logica interiore ed un significato che va molto al di là della comprensione umana.

Ho piena fiducia nelle cose che intendo portare avanti, anche per lei, in questa mia esistenza; sono sempre più convinto che si debba, senza alcuna ombra di dubbio, seguire quello che ci suggerisce il cuore e non quello che recita la mente, come ci hanno purtroppo insegnato a scuola… Dobbiamo riconquistare la purezza, la fantasia e la gioia di vivere che avevamo quando eravamo bambini… dobbiamo riappropriarci di quello stupore della vita che pian piano ci hanno fatto dimenticare ed imparare a giocare come facevamo allora.

Dovremmo imparare a giocare anche con la vita stessa, accettarla ed amarla in tutte le sue manifestazioni, anche come naturale espressione di vita e morte, gioia e dolore, conquista e perdita. In una sola parola, credo si debba comprendere a fondo il significato dell’impermanenza.

La morte prelude la nascita di qualcosa d’altro e fa parte della vita, di una vita che dobbiamo vivere ogni giorno, ogni istante con la grande consapevolezza di fare parte del tutto; è ora di guardare l’altro come complementare e non antagonista, è l’ora di pensare che abbia veramente un senso prendersi cura del nostro prossimo.

Solo allora potremo finalmente accettare questo nostro grande dolore e comprendere, con il cuore, che questo nostro figlio, questo nostro compagno di viaggio, aveva terminato il percorso che si era assegnato e doveva comunque andarsene… secondo una logica troppo complessa per essere compresa da noi esseri umani.

Padre orfano di una stupenda ragazza che non è riuscita a superare il dolore, troppo grande per lei, causato dalla improvvisa perdita del proprio compagno, oggi mi trovo a pensarla assolutamente “viva” al mio fianco; a volte mi capita di invitarla a cena, spesso parlo con lei e mi avventuro in conversazioni profonde sulla mia vita e sul cammino che mi attende. Ho imparato ad udire le sue risposte ed i suoi consigli… e non ho la minima preoccupazione di poter essere considerato originale, per non dire pazzo. Ho la certezza che la pazzia vera sia tutt’altra cosa ed ispiri solo guerre, odio e violenza tra le genti.

Provo invece la grande gioia ed emozione di cogliere, a volte, i piccoli, impercettibili segnali che lei mi manda: questo significa che sto pian pianocomprendendo il senso profondo della mia quotidianità, fatta di tanti piccoli attimi irripetibili che intendo vivere a fondo, riconoscendo il loro grandissimo valore: attimi che prima passavano assolutamente uguali, anonimi, nelle totale indifferenza del mio sentire.

Questi messaggi che i nostri figli di luce continuano con instancabile perseveranza ad inviarci e che, troppo coinvolti dalla nostra mente razionale, spesso non sembriamo essere capaci di comprendere, vertono con assoluta coerenza, su alcuni concetti molto chiari ed essenziali:

– sono felici e hanno compiti che variano continuamente e che servono alla loro evoluzione; non esistendo né spazio né tempo, sono perfettamente in grado di continuare a viverci accanto sotto forma di energia a noi invisibile.

– la nostra disperazione, il nostro dolore e incapacità di rassegnarci alla loro partenza nell’altra dimensione, li richiamano verso la Terra e sembrano essere le sole cause di difficoltà per la loro crescita spirituale.

– ci esortano a continuare a vivere la nostra vita con gioia ed intensità, anche per loro.

E’ TEMPO DI SMETTERE DI PIANGERE

Troppo dolore e troppe lacrime ho visto in questi convegni dove, dopo la perdita di un proprio figlio, magari avvenuta da alcuni anni, padri e madri con gli occhi ancora rossi dalle lacrime si trovano a vagare come fantasmi in preda ad un’angoscia che avrebbero dovuto da tempo sostituire con l’amore.

Genitori che, forse inconsciamente, piangono per tenere in vita il proprio figlio proprio tramite quel dolore e quella disperazione. Non siamo sulla Terra per soffrire: non avrebbe senso. Siamo qui per imparare, per fare esperienza, per arrivare a riconoscere quella scintilla divina che è la nostra vera e profonda essenza e crescere nella nostra spiritualità. Sono sempre stato convinto che siamo spiriti dotati di un corpo e non del contrario.

Credo siano maturi i tempi per gridare, anche al di là delle ristrette pareti dei teatri che accolgono questi convegni, che è tempo di smettere di piangere ed è ora di ricominciare a vivere, anche e soprattutto per loro che se ne sono andati.

Il sacrosanto e legittimo dolore dei papà e delle mamme che hanno perso la propria creatura, deve essere finalmente trasformato in un sentimento di puro amore per altri figli che disperati, orfani, drogati, portatori di handicap fisici o mentali, malati, poveri… stanno aspettando che qualcuno si accorga di loro e possa finalmente aiutarli.

Quale migliore opportunità per sentirsi nuovamente vivi, per restituire un significato ad una vita che, seppur traumatizzata dal dolore, deve essere vissuta con amore e con gioia, anche per consentire ai nostri figli di continuare con serenità il proprio cammino verso la Luce!

Come dice Sibylle, “prima o poi, si torna tutti a casa, qua dove sono io”… ed allora quell’incontro sarà ancora più bello ed intenso perché noi ci presenteremo loro con la gioia di aver compreso quello che dall’aldilà ci hanno ripetutamente sussurrato e che, resi sordi dal troppo dolore, per troppo tempo non siamo stati in grado di sentire.

NASCE LA FONDAZIONE BUTTERFLY

Il 19 Novembre 2002, giorno del compleanno di Sibylle, sono riuscito con dieci buoni amici a costituire la Fondazione Butterfly onlus, una fondazione, senza scopo di lucro, impegnata nella realizzazione di progetti dedicati all’istruzione di bambini in grande difficoltà nelle parti più povere e disagiate del globo ed al problema dell’emergenza idrica del pianeta.

La “farfalla” ha un preciso riferimento al processo di trasformazione del dolore per la perdita di un proprio figlio in amore per altri figli. Questa fondazione, che oggi ha già realizzato alcune scuole e pozzi di acqua potabile in molti Paesi poveri, è aperta a tutti coloro che si sentiranno in sintonia con questo messaggio di amore ed in particolar modo a quei genitori che, per il troppo dolore, non hanno ancora trovato la forza di dare un senso alla propria esistenza.

Il contributo ed il coinvolgimento di ognuno sarà determinante e fondamentale per lo sviluppo di un progetto di vita che intende accomunare genitori che si trovano ancora a camminare sulla Terra e figli che ormai volano in alto, nella dimensione dell’amore e della Luce..

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