Intervista a Paola Giovetti, giornalista e scrittrice attenta ai cosiddetti fenomeni paranormali.
– Come vede l’interesse per le esperienze paranormali, in Italia oggi? Le sembra sia in crescita o in calo?
Mi occupo delle tematiche del paranormale e dell’esoterismo, a livello di ricerca e di divulgazione, ormai da oltre vent’anni, scrivendo anche per riviste a larga diffusione e partecipando a programmi radiofonici e televisivi. Posso dire che vent’anni fa questi temi facevano ancora molto scalpore. Ricordo per esempio le polemiche quando nel 1985 condussi insieme ad Alessandro Cecchi Paone il programma Mistero per Rai 1, che andava in onda in prima serata e di cui ero anche autrice insieme a Ludovico Peregrini: il pubblico ci premiò con ascolti altissimi, ma tutti i giorni sui giornali c’erano prese di posizione da parte anche di personalità di rilievo, pro o contro l’opportunità di dare tanto spazio a temi del genere.
Oggi, grazie anche al lavoro di informazione fatto da me e da tanti altri studiosi in tutti questi anni, si può parlare di tutto il campo della ricerca di confine senza suscitare alcuno stupore: la gente comincia a conoscere la terminologia e si orienta bene tra i vari fenomeni. Sa che si tratta di fatti reali e si documenta. I congressi che organizziamo periodicamente sono ampiamente frequentati da persone delle più diverse estrazioni sociali e culturali. Complessivamente mi sembra che l’interesse sia in crescita – non solo a livello di ‘fruizione’ (ricorso a guaritori, veggenti, medium e così via), ma anche a livello conoscitivo.
– A quali bisogni dell’animo umano risponde?
Il paranormale risponde a bisogni dell’animo molto sentiti e molto profondi, primo fra tutti il desiderio di conoscere qualcosa di più circa il nostro destino ultimo: di qui il grande interesse per tutta la fenomenologia legata alla morte, dalla medianità alle esperienze in punto di morte. Un altro elemento di interesse è costituito dalla possibilità che i fenomeni paranormali offrono di conoscere meglio le potenzialità interiori dell’uomo: fenomeni quali telepatia, chiaroveggenza, precognizione e psicocinesi (che è l’azione della mente sulla materia) fanno infatti capire che l’essere umano può, in certe occasioni e condizioni, vedere e conoscere al di là delle barriere dello spazio e del tempo, partecipando di una dimensione aspaziale e atemporale, cioè in altre parole di una dimensione spirituale. C’è poi il campo della guarigione e del benessere interiore ed esteriore, che può trovare anch’esso risposte adeguate nel campo della ricerca di confine.
– Qual è lo stato delle ricerche sul ‘paranormale’, in Italia? Quali sono i centri di ricerca, le associazioni di studio più serie cui rivolgersi? Nelle istituzioni accademiche e nel mondo scientifico ‘ufficiale’ vi sono studi in corso?
La ricerca sul paranormale in Italia è purtroppo condizionata dalla mancanza di posti ufficiali, cioè finanziati dallo Stato, ed è quindi affidata interamente al volontariato. Fa eccezione solo la cattedra di ‘Psicologia Cllnica e Paranormologia’ istituita oltre trent’anni fa presso il Collegio Alfonsiano di Roma, che fa parte dell’Università del Laterano, retta dal professor Andreas Resch di Innsbruck, sacerdote redentorista, che ogni anno tiene un corso su questi temi. Esistono comunque vari istituti di ricerca, tra i quali vorrei citare l’AISM (Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica), il CSP (Centro Studi Parapsicologici) di Bologna, il Centro Italiano di Parapsicologia di Napoli; e soprattutto la Fondazione Biblioteca Bozzano-De Boni di Bologna (via Marconi 8), la più grande biblioteca specializzata d’Italia e la seconda in Europa. Ha fornito materiale per tesi di laurea e offre un regolare calendario di conferenze.
Rivista della Fondazione è Luce e Ombra, la più antica e seria in Italia, fondata nel 1900.
– Vista la sua grande esperienza, cosa consiglia a chi ha spontaneamente esperienze di contatto con altre dimensioni?
Chi vive fenomeni paranormali spontanei, di qualunque natura, dovrebbe cercare di capirli e di integrarli nella propria vita, senza paure inutili ma rendendosi conto che si tratta di fatti naturali, anche se rari, che possono aprire molti orizzonti. Per informarsi ci sono i libri, le riviste, i congressi, le librerie specializzate come l’Esoterica, i Centri sopra citati.
– Per lei è positivo studiare queste dimensioni? E come vi si può avvicinare? È meglio farlo sotto la guida di esperti, in gruppo, o è consigliabile intraprendere uno studio individuale?
Credo che conoscere questa fenomenologia, che fa parte dell’uomo, possa essere positivo per tutti, perché consente di conoscere meglio la nostra interiorità e le nostre potenzialità. Sarebbe certamente auspicabile avere la guida di un esperto; in mancanza di questo si può ricorrere ai mezzi che ho citato prima.
– Lei si è occupata di grandi fenomeni come il Cerchio Firenze 77, Gustavo Adolfo Rol, i guaritori tradizionali. C’è qualcosa di equivalente oggi?
Ho avuto la fortuna di poter conoscere e frequentare personaggi straordinari come Gustavo Rol di Torino, scomparso a oltre novant’anni nel 1994, e Roberto Setti del Cerchio 77 di Firenze, scomparso nel 1984 a soli 54 anni. Inoltre il medium Demofilo Fidani di Roma, anche lui purtroppo scomparso alcuni anni fa, e Corrado Piancastelli di Napoli (il medium della famosa Entità A) che invece fortunatamente sta bene ed è ancora attivo. Alle loro sedute ho assistito a fenomeni incredibili (dalle materializzazioni alla voce diretta, dalla levitazione alla pittura medianica e altro ancora, oltre a una messaggistica di alto livello).
Purtroppo devo constatare che personaggi di questo genere e di questo livello non ne esistono più, almeno in Italia: la sensitività ha preso altre vie – guarigione, transcomunicazione, veggenza e altro.
Cambiano i tempi, cambiano anche le manifestazioni del paranormale. Ho incontrato invece validi medium in Brasile: mi riferisco in particolare ai pittori medianici che operano in trance nello stile di grandi artisti del passato – Luiz Antonio Gasparetto e Josè Medrado, per non citarne che due con i quali ho avuto a che fare.
– Come vede la recente ‘ondata new age’ con l’esplosione dell’interesse verso questi temi?
Come tutte le ‘ondate’, ha bisogno di controllo e di equilibrio. Non attendersi miracoli, non avere pretese eccessive, ma rendersi conto che quello del paranormale è un campo che necessita di studio serio e ricerca attenta: non è qualcosa che si conquista gratis. Equilibrio e buon senso, come in ogni altro ambito del sapere umano..
Lascia un commento con Facebook