I fenomeni paranormali, e in particolare le “regressioni”, gettano la persona che ne è protagonista all’interno di un mondo parallelo e non sempre facile da “gestire”… L’autrice sottolinea la necessità di una integrazione, invitando medici e ricercatori ad occuparsi di quello che la scienza ufficiale considera inverosimile. Seconda ed ultima parte.
La domanda che mi pongo è questa: quanto l’interferenza paranormale può condizionare la mente, così da indurre a comportamenti diversi dal normale nella vita di ogni giorno?
Nel mio caso, relativamente, per fortuna, solo ad alcune situazioni, il coinvolgimento è totale. Per capire che cosa chiedo, voglio farvi un esempio: immaginate di vedermi camminare su un asse di equilibrio, da un lato c’è la realtà, dall’altra il sogno o paranormale. Procedo con cautela, ma può capitare a volte di perdere l’equilibrio e scivolare nel campo del paranormale vivendolo come se fosse reale. Che fare, quindi, in tale condizione della mente, quando cioè il sogno o regressione onirica condiziona fortemente il tuo pensiero e per il fatto che sei una persona seria e stimata nella vita, sia come donna che professionalmente, e che sempre hai dato a tutti garanzie di buon comportamento, di capacità razionali e dirittura morale, non riesci ad avere l’aiuto sperato perché nessuno riesce a capire il momento che stai vivendo?
Allora, qualunque azione o pensiero non corrispondente alla tua persona, viene sottovalutato nella sua pericolosità, e trovandoti a combattere da solo contro l’assurdo che stai vivendo non sai come fare a rientrare nella norma dei comportamenti. Allora io chiedo:
– In tali condizioni come si fa a capire che quella azione è sbagliata mentre a te sembra l’unica possibile?
– Come si fa a capire che stai intraprendendo una strada senza uscita mentre a te sembra l’unica percorribile?
– Come si fa a chiedere a tale persona di essere consapevole se in quel momento l’unica consapevolezza che le appartiene è quell’istinto che la porta ad agire solo in quel modo?
– Come si fa a capire che quello che proponi è fuori dalla norma?
– Come si fa ad accettare un consiglio che ti viene da una persona normale che per quanti sforzi faccia, sembra proprio che non abbia capito niente del tuo problema?
– Come si fa a capire dove è l’errore se la tua mente non lo vede, perché il paranormale che si sta vivendo è diventato parte integrante della tua vera vita?
– Cosa fare quando noi siamo fermamente convinti di operare nel giusto, senza prendere coscienza che invece si sta operando in stato di coscienza alterata?
– E quando questo avviene e ci viene segnalato dall’esterno come cosa che non ci appartiene, come si fa a condividerlo, se non ci sono le premesse?
Questo è un modo di vivere la pazzia nella normalità, con tutti i rischi che comporta. Anni fa in alcune conferenze tenute nei congressi più acclamati si disse che l’uomo, se vuole, può fermare dei processi mentali che fanno scivolare verso situazioni oggettivamente non accettabili. Qui si pone di rigore la domanda: non accettabili per chi o per che cosa?
Non accettabili da parte di chi ponendosi su posizioni scientificamente comprovate pensa di poter dare tutte le risposte. Il caro Eraclito disse che per quanto l’intelletto si spinga non potrà mai raggiungere i confini dell’anima. Sulla base di questa affermazione che io condivido in pieno, mi piacerebbe capire da dove vengono e perché si manifestano certe situazioni paranoiche che non sempre possono essere semplicisticamente relegate nel campo del disagio psichico, anche perché, parlo del mio caso, avvengono in condizioni di tutta normalità, e durano soltanto per limitati periodi di tempo.
Cosa è che provoca le regressioni spontanee?
Io, nella ricerca affannosa della verità ho cercato di andare a fondo nella conoscenza dell’essenza delle cose, di dare spiegazioni laddove la scienza non risponde, ed ho dato la mia spiegazione con parametri non scientificamente accettati. Si tratta di fenomeni spontanei, che accadono in libertà, senza regola alcuna, e senza che il soggetto predisposto possa fare nulla per prevenirli.
Nello stato di alterazione mentale esistente, ma non accertato, il soggetto può diventare molto pericoloso perché vive in una dimensione errata della realtà, è come se fosse sempre sotto effetto di droga, e l’allucinazione diventa un modus vivendi. Io non sono un medico e mi esprimo come meglio posso, ma spero che qualcuno dia voce a questa mia problematica con maggiore chiarezza e competenza.
Ripeto, parlando della problematica relativa al vivere nella dimensione onirica, ai confini della realtà, situazione per la quale chi è stato interpellato per dare aiuto ha risposto suggerendo di andare da un esorcista o da un padre spirituale oppure da uno psichiatra (la prima cosa che feci negli anni ’80) e soprattutto dicendo che dipende dalla persona interrompere determinati processi onirici. È come se qualcuno dicesse ad una persona non sana di mente di fermare questo processo, di tenere i piedi ben piantati per terra e di comportarsi normalmente, là dove non ci sono i presupposti perché ciò possa essere. Qui evidentemente non si è presa coscienza della situazione reale che sta vivendo il soggetto.
Quando poi, in momenti di lucidità, il soggetto prende coscienza della situazione, cerca di prospettarla ad altri, quasi per spingere chi di dovere ad una maggiore comprensione, ma nell’intento di comunicare lo stato effettivo delle cose, di fatto, nel momento in cui si esprime con libertà, in automatico viene ad essere frainteso e di conseguenza si trova di fronte ad una chiusura totale da parte di quella persona che, per incapacità a penetrare veramente nella situazione di disagio del soggetto, non riesce ad accettare che i suoi consigli non vengano messi in pratica…
Questo è il rammarico che aleggia sul tutto, nessuno è in grado di spiegare certi fenomeni, ed infatti ora sono io stessa, appena uscita dalla situazione di regressione, che per due mesi mi ha fatto sfiorare la pazzia con comportamenti assurdi, che sto cercando di porre all’attenzione di persone, spero competenti e desiderose di approfondire, questa fenomenologia.
Negli anni ’80 ho cercato con tutte le mie forze di rifiutare quello che mi accadeva, cercando di rimanere stabilmente ancorata ad un piano di concreta stabilità, ma quello che doveva accadere è accaduto, questa volta ho cercato di lasciare andare liberamente questa energia, ed i comportamenti assurdi che ne sono derivati hanno ottenuto lo stesso risultato in fatto di accadimenti o sofferenza, ma non hanno sortito l’effetto sperato, ricevendo come contropartita un atteggiamento di rifiuto per ciò che non è umanamente comprensibile.
Comunque l’unico aspetto positivo di tutta la vicenda è che grazie ai comportamenti assurdi ed agli scivoloni nello sconfinamento tra sogno e realtà, son potuta venire a conoscenza di lati sconosciuti dell’animo umano, relativamente alle persone in questa mia vicenda coinvolte, e di cui terrò conto per le prossime mie considerazioni in fatto di ricerca incessante della verità.
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