La Lettera
Buongiorno dottoressa, mi chiamo Deborah, ho 31 anni. Le scrivo perché da qualche tempo credo di essere preda degli attacchi di panico.
Sono sempre stata bene, ho sempre fatto tantissime cose, studiato fino ai 18 anni, poi ho subito trovato lavoro e all’età di 23 anni mi sono sposata con il mio fidanzato di sempre. Da allora mi divido tra lavoro, famiglia (abbiamo due meravigliosi figli e un cane), un po’ di sport e quando ho qualche ritaglio di tempo non sto mai con le mani in mano e trovo subito qualche attività, magari anche di volontariato, da fare.
Dal mese di novembre inspiegabilmente vado incontro a questi attacchi. Ne ho avuti quattro, uno peggiore dell’altro. Il primo è successo in autostrada: all’improvviso ho avuto la sensazione di non riuscire più a mantenere il controllo della macchina, sudavo freddo, il cuore andava a mille e mi sembrava di star per morire. Da allora praticamente ho smesso di guidare e ho dovuto chiedere aiuto ai miei genitori per andare a prendere i bambini a scuola.
Sembrava tutto a posto, invece dopo due settimane ho avuto un altro attacco in ufficio dove sto vivendo una situazione pesantissima perché costretta a fare straordinari non pagati, perché “o lo fai, o ne troviamo un’altra”. Ho il terrore di perdere quel posto, ma mi sento sempre più sotto pressione e arrabbiata per questa ingiustizia.
La cosa mi ha iniziato a preoccupare perché nell’ultimo mese gli attacchi mi vengono anche a casa, di notte. Mi sveglio d’improvviso come se non respirassi e mi vengono dei formicolii al braccio sinistro come se mi stesse venendo un infarto. Il mio medico mi ha dato dell’En e mi ha detto che si tratta di attacchi di panico.
Io ho il terrore che succeda di nuovo, mi sembra di impazzire, di non avere più il controllo di me. Sono effettivamente attacchi di panico? Cosa posso fare?
Deborah
Risposta
Cara Deborah la risposta è sì, si tratta di attacchi di panico e questa, a dispetto della comprensibile paura e dell’altrettanto immaginabile senso di smarrimento che starai provando, è una buona notizia.
Sei sorpresa? Lo sono anche i pazienti che mi si rivolgono per disturbi d’ansia e panico e ai quali dico esattamente la stessa cosa.
Perché l’ansia è in fondo una messaggera di emozioni non sentite, non vissute, è la parte di noi che vuole che la smettiamo di controllare tutto e continuare a fare, fare, fare invece che essere.
L’ansia è tutta la vita che non viviamo e che ci chiede un po’ di tempo per noi e un po’ di vuoto per la nostra Anima.
La buona notizia è che gli attacchi di panico sono in verità null’altro che l’esplosione di un’energia a lungo soffocata. La parola panico deriva dal dio Pan, che, nella mitologia greca, terrorizza le giovani ninfe con la sua carica di vitale, animica passione: gli attacchi di panico sono irrazionali e inspiegabili per la nostra mente e ci fanno venire la paura di impazzire o di morire perché portano con sé il sapere dei visceri, del corpo e degli impulsi.
Gli attacchi di panico sono un messaggio in codice somatico che parla di emozioni e impulsi intensi inespressi, dalla rabbia alla sessualità.
Dal punto di vista neuroscientifico, infatti, il disturbo da attacchi di panico è legato all’attivazione di una precisa zona del cervello, il sistema limbico che è proprio quella parte del nostro cervello che è responsabile della vita emozionale ma anche, insieme al tronco encefalico, del sistema neurovegetativo, ovvero di quello che regola le nostre funzioni vitali, come il battito cardiaco, la pressione, la respirazione…
Per questo, ogni attacco si accompagna anche a quei sintomi fisici che tanto ti allarmano e spesso fanno sorgere la paura di star per morire o avere un infarto. Questo poi fa venire la paura di avere un attacco successivo, il che crea un temibile circolo vizioso di paura della paura.
Per questa ragione è bene intervenire subito.
L’En che ti ha prescritto il tuo medico di base va bene solo per tamponare un momento acuto, ma, come tutti i calmanti, va assunto solo per periodi brevi e soprattutto non cura il disturbo, anzi a lungo andare può favorire anche un calo dell’umore.
Il mio consiglio è di affrontare in primis ciò che l’attacco di panico vuole esprimere.
Allora ti chiedo: cosa mi dici della rabbia che provi per la situazione lavorativa? La esprimi? E poi, ancor prima di questa, cosa mi dici di questo tuo indaffararti sempre, tanto da voler riempire anche i ritagli di tempo che la tua già pienissima vita ti lascia? Perché? Forse perché questo ti fa sentire più sicura? Forse perché così hai la sensazione di controllare tutto?
La salute della psiche ha bisogno anche di tempo per respirare, di spazio da occupare semplicemente con la consapevolezza di sé.
Questo ti manca.
Se vuoi rivalutare eventualmente una terapia per esempio fitoterapica o nutraceutica, fallo con l’aiuto di un esperto, ma prima di tutto occupati di te.
Per cominciare a farlo, nei ritagli leggi Tutto è perfetto, di Emanuela Casadei Giunchi, Anima Edizioni.
Tutto è perfetto, questi attacchi di panico sono perfetti, perfetti per portarti a contatto con le tue percezioni: il panico si può curare e la cosa più straordinaria è che la guarigione dagli attacchi porta con sé la scoperta di una crescita interiore a volte inimmaginabile.
Buon viaggio…
Erica F. Poli
Grazie infinite !!!!