Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

08. PERDONO E POTERE

Fino a che rimaniamo nel ruolo della vittima abbiamo in mente una sola cosa; far fuori il messaggero. E così ci perdiamo il messaggio! (Colin Tipping)

 

Non c’è nulla, che io conosca, di più potente del perdono per guarire e liberare dalla sofferenza.

Non c’è nulla, che io conosca, di più potente del perdono per farvi recuperare potere sulla vostra esistenza.

Perdono verso qualcuno che ci ha ferito, perdono verso qualcuno che ci ha lasciato, perdono verso noi stessi, per ciò che abbiamo fatto o non fatto, perdono verso la vita che ci ha fatto soffrire, perdono verso il destino che ci ha trattato duramente, perdono verso Dio per non aver ascoltato le nostre preghiere… perdono per la perdita di un amato, perdono per l’amore che non abbiamo ricevuto, per l’amore che ci siamo negati, per aver tradito noi stessi, per non esserci curati di noi…

Alcuni di noi credono in Dio, altri nel destino, altri nel diavolo, altri nel caso… così un evento o una condizione che ci mette alla prova può essere interpretato come una punizione inspiegabile da parte di Dio, come una sfortuna, come una trama malefica, come l’espressione del nonsenso dell’esistenza umana ecc…

Sono credenze che ciascuno di noi ha, spesso senza averne neppure coscienza. Si può credere a quello che si vuole, o avere credenze senza neppure rendersene conto, oppure scegliere di coltivare credenze che liberino dalla sofferenza o accrescano il proprio potenziale.

Personalmente credo che la prova, qualsiasi prova, sia un’opportunità di crescita. Conosco cosa significa vivere l’esperienza della perdita, della crisi, dell’impotenza; in quella esperienza ho scoperto che esisteva una domanda che potevo pormi: «Che cosa posso imparare come essere umano da questa esperienza?».

Per questo, spesso, il trauma rivela le radici della forza e nel mezzo del più gelido inverno, come scrive Victor Hugo, si scopre di avere nel cuore un’invincibile estate.

Per questo il trauma è apprendimento e per questo il dolore, perlomeno finché siamo totalmente immersi in questa dimensione terrena e carnale che ci troviamo a vivere, è nostro malgrado un potente maestro. Per imparare, tuttavia, abbiamo bisogno di passare attraverso un tunnel emotivo e ho compreso, nella vita e nella professione, che questo tunnel è il processo del perdono.

Il perdono è dunque soprattutto una guarigione dell’ego.

L’ego, il nostro io, la nostra mente critica o razionale funziona sui principi dell’avere, del competere e della separazione. Ciò che conta è il possesso dei beni o delle persone, il successo o il risultato; si vive come entità separate, separate dagli altri, separate da Dio, separate da coloro che sono assenti o non ci sono più…

Il perdono sposta letteralmente il nostro essere alla dimensione del sentire e dell’amare. L’amore è soprattutto unione, sintonizzazione, condivisione universale e in questo senso è l’opposto della solitudine.

Molte persone ritengono di saper perdonare e vivono nella illusione di farlo, ma non esiste, secondo le parole di Rosenzweig, un «perdono a basso prezzo». Ricordo la prima volta che sentii queste parole… «Non esiste un perdono a basso prezzo»: mi trovavo a un immersion course di ISTDP con Jon Frederickson, autore dello splendido libro Co-creating change e fu proprio lui ad aprire il discorso sul perdono.

Ricordo ancora la potenza che quelle parole ebbero su di me: mi fu chiaro d’improvviso il punto d’arrivo di ogni terapia degna di questo nome. Era il perdono.

[…]

Estratto dal libro Anatomia della Guarigione di Erica F. Poli

Anatomia della Guarigione Erica Francesca Poli

 

Video-conferenza con Erica F. Poli sul tema “Donne e malattia”:

 

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