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64. CHI CI VUOLE INFELICI?

08/11/11

Dietro a ogni frattura esiste il miracolo della “comunicazione cosmica”, chiamata Sincronicità e Coincidenza: mai caso, mai errore, bensì oculata attenzione cosmica nei nostri confronti.

Essere Felici è lo scopo dell’esistenza umana, eppure sembra che molti di noi facciano di tutto per fare altro

Siamo arrivati all’aberrante! Qualcuno o qualcosa ci sta facendo credere che essere felici sia un concetto, un modo o persino una posizione sociale! Nella migliore delle ipotesi un’illusione dell’ottimista che (povero scemo) se ne gira per il paese a farfugliare cose del tipo ”La felicità esiste! Ne ho sentito parlare!”
Altri la ritengono una virtù del saggio che dichiara fermo: “La vita sarebbe infinitamente più felice se nascessimo a ottant’anni e gradatamente ci avvicinassimo ai diciotto!”

Siamo sicuramente “rotti”! Lì, all’interno di noi, si agita quel semino malefico che ci dice che se una cosa può andare male, allora così sarà!
Chi ti vuole rotto, difettoso al raggiungimento del successo per te stesso?
Chi sta essendo adesso?
Quale parte di te offesa sta portando nel tempo dell’adesso gli spasmi del “non valgo abbastanza” e del “non mi merito…”?
… Impara a dire “Sono io”!

Caro viandante, durante un seminario ho chiesto alle persone cosa gli stesse a cuore. Li per lì, sembrava una domanda trabocchetto, per cui calò un silenzio imbarazzante.
Poi il più intrepido disse: “Ma che domanda è?”
A me non sembrava di aver indagato per una soluzione per la pace nel mondo; avevo semplicemente chiesto cosa rendesse loro felici e cosa stesse loro a cuore!
Allora, le forme pensiero dell’elaborato celebrale del gruppo mi raggiunsero e mi resi conto che quelle persone erano in crisi. Ne ero commossa! La grande e temuta crisi è sempre un momento che ci induce a riflettere e per la quale solo il cambiamento riesce ad ottenerne la risoluzione.

Fermati. Ascolta. Chiediti: cosa ti serve per essere felice?

Caro viandante, il punto è che tutti vogliamo essere felici, ma poi, quando ci chiedono cosa ci renderebbe felici, sembriamo non conoscerne affatto la risposta. Sappiamo solo che non lo siamo, sempre che ci si sia concesso sufficiente tempo per accorgercene!
Spesso, infatti, accade che non siamo felici perché non ci sentiamo di esistere, ma non sappiamo portarlo in parole. Per poter sentire di esistere è necessario prima accorgerci che esistiamo.
Essere, non Fare!
È questo il punto perché non ci si può sforzare di essere felici; dovremmo esserlo naturalmente, esattamente come ci viene naturale respirare.

La primaria condizione della felicità è l’essere saggi.
Ognuno di noi è solo ciò che è, tutto il resto sono etichette che ci attaccano gli altri alle quali non è necessario porre rimedio, è sufficiente fare in modo che non ci importi.

64La felicità è un’esperienza dell’essere e ci si arriva in un modo così semplice e naturale che non può essere facilitato da qualcuno, né la si può ottenere indotta da qualcosa.
È un po’ come quando si è innamorati e qualcuno ci chiede perché amiamo quella persona. Se non riusciamo a rispondere si tratta di vero Amore! Amiamo, punto! Non c’è un motivo, è! Ed è perché è così e basta!
Se a questa domanda riuscissimo a trovare una risposta, saremmo nella mente e non nel cuore.
Spesso siamo innamorati del come quella persona ci fa sentire di esistere, ma noi dovremmo esistere a prescindere.
Così è la felicità, non può essere prodotta da qualcuno o da qualcosa che già non vibri in noi, poiché la si possiede dentro. Tutto ciò che produce piacere crea un barlume di felicità apparente, ma effimero e quindi non duraturo.

Per Essere Felice è necessario accorgersi di ciò che ci accade nel moto del divenire quotidiano. Per Essere Felice è necessario crearne le condizioni.

La felicità è quell’incontenibile energia del cuore che trabocca e travolge ciò che vede: uno spasimo dell’anima.

Le persone felici ci sorridono mentre ci lasciano il posto a sedere nel tram.
Le persone felici fanno di un evento ordinario, qualcosa di straordinario.
Le persone felici cuciono abiti senza difetti, con amore e dedizione per ciò che fanno. Ammirano il loro elaborato anche in una catena di montaggio!
Le persone felici condividono la loro felicità e nel farlo la sentono aumentare!
Le persone felici sono contagiose e producono ben-essere solo essendo ciò che sono!
Le persone felici non perdono tempo a parlare male perché hanno di meglio da fare.
Le persone felici hanno meno bisogno di essere amate, perché hanno imparato ad amarsi davvero ed il resto arriva di conseguenza.
Le persone felici non hanno di più, hanno di meglio!
Le persone felici sono felici a prescindere da ciò che oggi succederà loro, le frequenze possono essere più alte o più basse, ma la loro radio è sempre accesa e funzionante!

Come si fa ad Essere Felici?

Le persone felici non sono quelle che non cadono più a terra, ma bensì quelle che riusciranno sempre ad accorgersi che sono loro a essere in ginocchio, non gli altri a essere più grandi.

È necessario rimanere meno tempo possibile in frequenze e frequentazioni basse se si vuole mantenersi in una buona carica vitale. Soprattutto, per essere felici è necessario volersi felici.

Per volersi felici è utile togliere le false credenze. Si tratta di sistemi che non ci attrezzano alla felicità, anzi, questi sistemi sono tossici e fanno ammalare poiché non si raggiungono mai, ma sono mantenuti in salute da tutti quelli che credono che funzioni così. Ed ahimè sono la maggioranza!

Cosa crediamo di avere bisogno per essere più felici?

Caro viandante, alcune persone credono (spero non tu!) che la felicità sia avere determinate cose o persone accanto a noi. L’uomo è un animale molto strano. Egli si abitua a tutto.
Qualcuno ha persino fatto una ricerca scientifica al riguardo. Hanno scoperto che una persona entro due anni, qualsiasi cosa ottenga, un amante, un gioco nuovo, una vincita alla lotteria, qualsiasi cosa sia, si abitua e torna alla stessa soglia di felicità di due anni prima. Incredibile vero? Questo viene chiamato principio di adattamento.

Essere felice non si basa su ciò che hai o non hai, si basa sull’essere, non sull’avere!

In realtà non riusciamo a comprendere che ciò dipende da noi; fatichiamo a credere che siamo noi a doverci volere felici.
Si tratta di mantenere un equilibrio, la felicità è l’abilità di ricercare un luogo interiore; non c’entra con l’esterno, dipende direttamente da come noi vediamo ciò che ci accade.
Essere felici non è uno stato d’animo transitorio, ma è la capacità di sintonizzarsi in un luogo di serenità costante, indipendente da ciò che si fa o ci accade. Inoltre, essere felici costituisce un serbatoio sempre pronto dal quale trarre energia nei momenti di bisogno.

Noi dovremmo essere il meglio che possiamo essere.
Dobbiamo imparare a veder le cose per quelle che sono, imparare a scovare la causa e non subirne gli effetti.
Dobbiamo diventare abili a trovare risposte senza raccontarci frottole e convincerci che ogni giorno possiamo essere ciò che vogliamo diventare.

C’è da chiedersi: Chi Voglio Essere? Come ho fatto a diventare infelice? Quale abitudine mi sta creando disagi?

È urgente imparare a vedere cosa va, anziché ciò che non va

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