Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

130. COSA DESIDERA L’ANIMA?

03/09/13

Caro viandante,

molto spesso ti sarai accorto di saper fare bene un compito, ma quando ti è passato per la testa di farlo diventare una professione, non ci sei mai riuscito. È il caso di quei lavori che esegui con enorme facilità, che sai che per te sono facili, che potresti svolgere a occhi chiusi e nonostante ciò ti verrebbero bene.

Magari si tratta di qualcosa per cui gli altri si meravigliano grazie alle tue capacità d’esecuzione, eppure sai che per te è come bere un bicchiere di limpida acqua fresca: è quasi un piacere ma è facile e rasenta il banale.

Accorgiti! Si tratta di talenti antichi, cara anima che mi leggi, ecco perché ti vengono così spontaneamente facili, ma sono doni che rimangono avvinghiati all’anima quando si prende un nuovo corpo, ed è per questo motivo che non rientrano nel tuo progetto dell’anima di questa vita. Lei, la tua anima, ne conosce già gli effetti, ha già imparato, ha già esperienziato.

Quando ero piccola, mi piaceva disegnare e, per diversi anni, è stato il mio mondo immaginifico. Riempivo diari e agende, che le banche regalavano ai miei genitori, di disegni sotto forma di fumetti. I miei coetanei rimanevano meravigliati dalle storie che sapevo creare e dall’abilità nel muovere la parte grafica, ed ero solo alle elementari! Alle medie il disegno era diventato il mio rifugio.

Quando qualcuno mi chiedeva di realizzare un quadro o un ritratto, mi accadeva qualcosa di singolare: durante l’esecuzione mi montava una gran nausea, come chi ha mangiato troppo del proprio piatto preferito. Il mio talento nel disegno era così spiccato che fece credere ai miei genitori di dovermi iscrivere a una scuola adatta e fu così che intrapresi gli studi di stilismo. Nonostante il tipo di istruzione umanistica mi piacesse, ogni volta che dovevo realizzare una collezione di moda mi saliva ancora quella nausea.

Inspiegabile cosa! Eppure eccedevo in quell’arte e tutto usciva fluido, ogni idea, ogni colore, ogni linea era come se già fosse nell’aria da qualche parte e io dovessi solo portarla nel mondo delle forme.

Solo da adulta mi resi conto che il disegno per me rappresentava un desiderio dell’ego e non dell’anima: mi risultava facile perché era un’esperienza antica che già conoscevo, non dovevo mettermi in gioco o sforzarmi di apprendere del nuovo. La nausea era l’indice di gradimento della mia anima che sbottava dicendo: «Suvvia, Monia, non vorrai perdere tempo con questo, vero?».

L’anima vuole che ci si congedi dalla vita molto più carichi di possibilità «esperienziale» rispetto a quando ci siamo incarnati.

Tutti vogliamo essere felici ma, poi, quando qualcuno ci chiede cosa ci renda felici, finiamo per fare grandi giri di parole che spesso portano a cose e non a effettivi stati d’animo. Occorre allora scavare bene dentro e, senza raccontarsela troppo, arrivare al nocciolo della questione. In realtà gran pochi di noi sono pronti a chiedersi cosa desideri la propria anima.

Ma cosa desidera l’anima? L’anima desidera tornare più ricca di quando è arrivata, questo di sicuro.

… C’è da riflettere!

 

(Estratto dal mio libro Pronto Soccorso Emozionale)

 

Libro-Pronto-Soccorso-Zanon

Credits Img

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2 commenti su “130. COSA DESIDERA L’ANIMA?”

  1. E’ vero, io sono un avvocato, ho un innato senso del giusto, ma adesso mi fa cagare fare l’avvocato. La mia anima vuole altro, e così sia!

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