Proseguendo con gli infiniti movimenti del cuore, caro viandante, questa volta affronterò un argomento assai delicato e complesso, decisamente multi-strato come le torte più buone, ma che pochi sanno comporre. Si tratta di una scia lasciata da qualcosa che non sarebbe corretto definire “tendenza”; mi riferisco alla “pansessualità”.
La pansessualità (dal prefisso greco pan-, “tutto”) è un orientamento sessuale caratterizzato da una potenziale attrazione per delle persone indipendentemente dal loro sesso o identità di genere: essi semplicemente amano rimanendo affascinati dall’animo della persona. Questo include un forte interesse per persone che non rientrano nella concezione binaria di maschio/femmina, implicita nell’attrazione bissessuale, come per esempio gli individui transessuali, sia da maschio a femmina, che viceversa. La pansessualità è in pratica la capacità di amare una persona indipendentemente dal suo genere.
In Italia, la teoria della pansessualità è stata sviluppata nel 1977 da Mario Mieli nel suo Elementi di critica omosessuale, secondo cui l’essere umano è sostanzialmente un essere “completo” (polimorfo), che nasce con tutte le “opzioni” aperte, le quali vengono poi represse selettivamente (soggette a “educastrazione”, secondo la definizione dello stesso Mieli), in base all’ambiente in cui vive. Mieli parte dalla rielaborazione delle teorie infantili di Freud. Si tratta di una sorta di amore completo che va ad abbattere le discriminanze del genere sessuale innalzando d’importanza il valore emozionale e unico della persona verso la quale si prova un particolare interesse. Al di là di ogni ideale, quindi, il pansessuale ama, punto.
Si apre in tal modo un varco che annulla completamente ogni ideale estetico-sessuale basato esclusivamente su caratteristiche fisiche. Il pansessuale è attratto piuttosto dall’unicità che è presente in ciascuno di noi.
Sembra incredibile che si possa arrivare ad amare al di là di ogni struttura e tendenza precedentemente conosciuta. Le percentuali verso tale apertura di cuore sono ancora minime, si parla di percentuali che stanno al di sotto del 4%, e a me fanno riflettere.
Amare a prescindere, senza tenere conto del sesso di appartenenza, suona molto “New Age”, tuttavia non lo percepisco impossibile. Arrivare ad amare le persone, semplicemente questo, sembra sia il senso più sottile, oltre ogni facile giudizio. Infondo non siamo così lontani dal concetto di essere androgino, perfetto, intonso, di cui parlano gli antichi libri sulla storia dell’uomo in ambiente alchemico e mistico: l’essere umano per sua natura è “pansessuale” (dal greco pan, “tutto”), un essere sessuale completo.
Riflettiamo: in origine tutti noi possedevamo varie combinazioni sessuali che vengono ahimé troppo settorialmente classificate dalla sessuologia in base a etichette come: etero-, omo -, bisessualità, autoerotismo, feticismo, sadomasochismo, e molte altre forme d’uso sessuale. Eppure queste tendenze sono state vissute da tutti noi, poco o tanto nelle varie fasi della nostra crescita. Un bambino molto piccolo prova piacere nel defecare e intorno ai due , tre anni, guarda le proprie feci con soddisfazione, come se si trattasse di un autentico capolavoro. In età adulta tale tendenza viene subito etichettata come perversione. Nel periodo della pubertà inoltre, si manifesta una accentuata ambiguità, anch’essa assolutamente naturale e innegabile. In ogni caso tutte queste sfaccettature rimangono in noi come sfumature dello stesso colore e questo non è né male né bene… Semplicemente naturale!
È triste compito dell’estrazione sociale, delle tradizioni dentro le quali si vive – la tribù d’appartenenza – “stabilire” se tutto ciò è normale oppure no. Ecco che da qui si creano tabù di cui è spiacevole anche solo sentire parlare, senza rendersi conto che tale divieto crea un vespaio tra frustrazioni e comportamenti violenti.
Il timido avanzare di una terza tendenza umana che usa il cuore innanzitutto (sempre che sia una tendenza autentica), mi commuove parecchio e mi fa sperare in un futuro differente, in cui le diversità si sfiorino fino a toccarsi, arrivando così a essere semplicemente persone che appartengono al genere umano che amano, a prescindere.
Monia Zanon
Operatore olistico con livello Trainer, accreditato SIAF (Società italiana armonizzatori familiari, councelor, operatori olistici) codice di attestazione VE855T-OP. Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013. Direttrice didattica dell’accademia HumanProject®
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