Buona nuova vita, viandante!
In questo periodo primaverile vorrei parlarti di un processo straordinario che a me ha dato moltissimo. È un sistema che si attiva con un semplice gesto da attuare nella propria quotidianità, giornalmente, settimanalmente o anche mensilmente: dare la decima!
Dare la decima – dare cioè la decima parte dei propri guadagni o di ciò che si può – è un sistema perfetto che, se attivato, porta come effetto collaterale l’abbondanza!
Dare la decima è un programma etico, che crea benessere nelle vite degli altri oltre che nella propria, quindi sostenibile. Chi applica la decima inoltre può sentire l’amore che esce dalla sue stesse mani mentre co-partecipa al progetto divino sulla terra. Quando la decima è applicata, si restituisce alla collettività ciò che si è preso per sé, facendo così in modo che ce ne sia sempre e per tutti. Quindi la domanda è: perché non farlo? Perché non applicare tale sistema perfetto?
Chi dà la decima
“Dare la decima” (מעשׂר, ma‛ăśêr in ebraico) è un concetto dell’Antico Testamento. La decima era un requisito della legge secondo la quale tutti gli Israeliti avrebbero dovuto dare il 10% di tutto quello che guadagnavano, devolvendolo al tabernacolo o al tempio (Levitico 27:30; Numeri 18:26; Deuteronomio 14:24; 2 Cronache 31:5).
Il Nuovo Testamento non stabilisce mai una certa percentuale di guadagno da mettere da parte, ma dice soltanto che dev’essere “secondo la prosperità concessagli” (1 Corinzi 16:2). La Chiesa cristiana ha desunto semplicemente la cifra del 10% dalla decima dell’Antico Testamento, applicandola come un “minimo raccomandato” per le offerte dei cristiani. Sebbene il Nuovo Testamento non identifichi una specifica somma o percentuale da dare, parla davvero dell’importanza e dei benefici del dare.
Dare la decima, ognuno secondo le proprie possibilità, “secondo la prosperità concessagli”, manda un messaggio al cosmo, che dice: “Grazie perché ho ricevuto, ho ricevuto in abbondanza, tanto che offro a mia volta”. Talvolta questo significa dare più di una decima, talvolta meno, quel che è certo è che dare la decima attua benessere mai neanche solo sperato…
Io ho solo ciò che ho donato
Seneca prima e D’annunzio di seconda battuta sapevano bene che l’autentico uomo libero era il saggio, colui che non possiede se non ciò che può donare, ed è proprio nell’atto del farsi dono che egli sa di esistere veramente.
La Decima nella Bibbia
Alcuni affermano che la decima era già praticata in tempi antichissimi come segno di riconoscenza al Dio dal quale proviene ogni cosa (si veda il libro della Genesi, citando gli episodi di Abramo e Melchisedek – dall’ebraico “re vero”, chiamato in questo modo perché riconosciuto come un giusto – e il voto di Giacobbe, nei capitoli 14:20 e 28:22).
Comunque, in Genesi 14, Abramo diede la decima parte del bottino di guerra a Melchisedek, e non della sua proprietà personale, e inoltre restituì il 90% del bottino al re di Sodoma.
Già prima della legge di Mosé, in Genesi 4,3-4 si parla per la prima volta di dare la decima: “Avvenne, dopo qualche tempo, che Caino fece un’offerta di frutti della terra al Signore. Abele offrì anch’egli dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. Il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta”. Possiamo dedurre che essa fu richiesta da Dio, altrimenti Abele come poteva sapere che Dio voleva in offerta il primogenito del gregge se Egli stesso non lo aveva rivelato?
Abramo diede quindi la decima d’ogni cosa a Melchisedek (Genesi 14, 18-20): “Melchisedek, re di Salem, fece portare del pane e del vino. Egli era sacerdote del Dio altissimo. Egli benedisse Abramo, dicendo: «Benedetto sia Abramo dal Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra! Benedetto sia il Dio altissimo, che t’ha dato in mano i tuoi nemici!» E Abramo gli diede la decima di ogni cosa”.
Giacobbe promise a Dio che gli avrebbe dato la decima di tutto quello che Egli stesso gli avrebbe provveduto durante la sua fuga da Esaù. “Giacobbe fece un voto, dicendo: «Se Dio è con me, se mi protegge durante questo viaggio che sto facendo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio e questa pietra, che ho eretta come monumento, sarà la casa di Dio; di tutto quello che tu mi darai, io certamente ti darò la decima»” (Genesi 28,20-22).
La giusta ricetta nel dare la decima
“Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso” (2 Corinzi 9:7). Non è sufficiente dare, ma occorre dare con gioia. “Dio ama chi dona con gioia non finta!”
Quando si inizia a farlo, dedicando il proprio tempo, le proprie conoscenze o i propri mezzi materiali al prossimo (cioè alla prima persona che ci accorgiamo ne abbia bisogno), la gioia aumenta a dismisura. Questo a patto che il primo gesto nell’intenzione di voler dare la decima sia nella gioia di volerlo fare. In questo modo, si dice, Dio sarà glorificato.
Non è meraviglioso sapere che donando le nostre opere a Dio, al suo creato, a chi ci viene incontro, ecc., noi diventiamo il mezzo grazie al quale Dio riceve gloria?
Il segreto del mio successo
Quale sarà la conseguenza del nostro dare con gioia? La Parola di Dio dice:
- “Abbonderà ogni grazia su di noi” (2 Corinzi ver. 8a).
La grazia… che bellissima parola! Abbonderà la grazia su di noi! Che spettacolo! Sapere che i nostri passi potranno “portare bene” a chi incontriamo poiché saranno armonici, e vizieranno di buono chi ne entrerà in contatto… già sapere questo non è forse una grazia?
- “Avremo sempre in ogni cosa tutto il necessario” (ver. 8b).
Riuscire a vivere questo sistema della decima produce ogni genere di benefici, poiché in benedizione benedirà le opere e l’operato, attirando in questo modo altra benedizione. Questo è un potentissimo attivatore d’abbondanza!
- “Il Signore fornirà e moltiplicherà la nostra semenza ed accrescerà i frutti della nostra giustizia” (ver. 10).
Sapere che saremo ricordati per l’esempio che lasceremo non dovrebbe essere la meta, tuttavia ognuno di noi dovrebbe chiedersi: “Sono entrato nella vita del mio prossimo e cosa ho lasciato? Si è trattato di un buon ricordo?” Insegnare ai nostri figli, ai nostri amici, la pratica del donare la decima parte di ciò che riceviamo accrescerà i frutti e ci creerà intorno un buon percorso, smussato il più possibile dagli eventi nefasti.
- “Saremo arricchiti in ogni cosa” (ver. 11a).
Il motivo per cui Dio ci benedirà sia materialmente che spiritualmente quando siamo pronti a dare, non è per farci stare meglio di prima, ma affinché possiamo abbondare in ogni opera buona e affinché possiamo esercitare una larga liberalità (si veda ver. 8b e 11b). Facendo questo, chi riceve la nostra offerta produrrà per nostro mezzo abbondanti ringraziamenti a Dio. Il creatore prende esistenza nel momento in cui viene riconosciuto dalla sua stessa creazione.
Come dare la decima
Ognuno di noi, se vorrà, potrà sperimentare tale pratica priva di effetti collaterali nocivi. Come? Attraverso atti quotidiani di gentilezza, piccoli gesti, anche se ora può fare poco.
Nel mio caso, offro la mia “decima” con una certa quantità di consulti con scambio minimo, oppure oggetti che non uso più, sempre richiedendo un minimo simbolico di corrispettivo o nulla, in base al mio sistema mensile di entrate e uscite, e anche rispetto all’etica delle cose gratis. Spesso ciò che viene percepito come gratuito perde in automatico di valore, così, se proprio voglio dare, faccio in modo di mantenere il valore di ciò che offro.
È possibile offrire la decima su ogni cosa, dal ricavato dell’orto, ai risultati degli elaborati culinari, al pacco di pasta donato a un vicino… Insomma, l’unico limite è la nostra fantasia! A me piace lasciarmi sorprendere dal come la mattina apparirà davanti ai miei occhi la modalità per offrire la mia decima!
“Onora il Signore con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ricolmi d’abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto” (Proverbi 3,9-10). “Il mio Dio provvederà abbondantemente a ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza, in Cristo Gesù” (Filippesi 4,19).
Monia Zanon
Operatore olistico con livello Trainer, accreditato SIAF (Società italiana armonizzatori familiari, councelor, operatori olistici) codice di attestazione VE855T-OP. Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013. Direttrice didattica dell’accademia Human Project ®.
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