Ecco… Ci si mette in cammino… si parte da un contenitore di “infinitamente grande”, grandissimo, nel quale vi è tutto ciò che è già da sempre esistito, e si finisce crescendo nel diventare piccoli dentro. Le dinamiche dell’Io, che cerca la sua propria evoluzione, passa così per contenitori strettissimi, nei quali deve dimenticare momentaneamente da dove viene, e la sua immensità si fa piccina piccina, nell’oblio… per ritornare a Lui.
Attraverso la dimenticanza torniamo nella dimensione dellaconoscenza: che cosa complicata e semiassurda! Eppure è così! Per conoscere l’amore è necessario che l’uomo provi il dolore. Per conoscere l’equilibrio dovrà percorrere le impervie vie del disequilibrio. Per comprendere l’Uno, sperimenterà la dualità. Per imparare a liberare dovrà essere imprigionato, più e più volte, finché nel rendere libero il prossimo egli riconoscerà le proprie prigioni.
Che mondo sottosopra! Esiste un grande e quotidiano mistero… passa ogni attimo sotto gli occhi dei molti, eppure pochi ne riconoscono la trama: è la dimenticanza a favore della conoscenza, è il doversi perdere per ritrovarsi… è l’oblio della mente verso le comprensioni del cuore: che spettacolo!
Nonostante noi viviamo sempre nel giorno sbagliato, caro viandante, nel senso che oggi pensiamo a ieri, ieri pensavamo al domani e domani ad oggi… arriverà il momento in cui tutto ci sarà chiaro nell’unico momento che conta: il giorno dell’adesso. Nel frattempo, abbiamo paure assurde, scegliamo male gli alleati… ecco il problema! Nella vita non c’è da temere, c’è da imparare l’arte del capire, attraverso il conoscere ed il dimenticare e per farlo esistono i compagni di viaggio giusti!
Un buon compagno di viaggio è la bussola. La bussola nell’oblio è la meditazione che ci costringe a fermare il tempo e osservare. La fiducia è un altro alleato da tenere in ottima considerazione, sapere che ogni attimo è un buon momento. L’amore poi rende luminoso anche l’orrido! Beato chi locoltiva! Quando inizi a camminare per queste vie e con questi “amici”, non si fa più troppo caso alla polvere che si alza, ecco che così, anche il nemico diventa prezioso per farci accorgere (magari, Dio, mandamelo in dosi omeopatiche per favore!).
L’importante è imparare via via a far uscire un po’ di contenuto dal nostro vaso per poterlo riempire di nuovo, poiché è davvero dura far entrare del liquido in un contenitore già pieno fino all’orlo. La conoscenza è questo: dimenticare nel moto dell’andare ciò che già si sa, per far spazio all’inaspettato.
La conoscenza: rimembranza, patto con la dimenticanza… ciò che abbiamo scoperto prima di nascere così non andrà mai perduto… verrà conservato, celato, fino al momento d’aver superato la prova. Un giorno verrà trovato, perché verrà riconosciuto. Nel riconoscerci ci salveremo!
La mia guida interiore “Amariel” mi dice che l’evoluzione è un po’ come il gioco del nascondino: se una persona riesce ad arrivare al “muro di conta” allora ecco: un, due, tre: libera tutti! Salvando te, salvo anche me!
Che meraviglia!..
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