Siamo ammalati di abitudine. Siamo assuefatti, intossicati da programmi che ci facciamo accadere con estrema tranquillità, come fosse niente, come non ci riguardasse… È terribile, non ci accorgiamo, eppure ne va di noi!
L’abitudine si è impossessata sempre più di parti della nostra psiche, finché non è rimasta più traccia di quell’accorgersi originario che tanto ci faceva stupire quando facevamo parte del mondo dei piccoli.
Diventando parte integrante del mondo dei grandi, abbiamo smesso di commuoverci e ci siamo praticamente abituati a tutto,cristallizzati ai sentimenti e riempiti di quell’abbondanza di dati inutili, a discapito della sostanza dell’Essere.
Sedati da ore e ore di TG, ormai anche le cose più orride hanno smesso di produrre una reazione in noi, attivati all’aberrante ordine del giorno! Attoniti alla bellezza, non realizziamo cosa stia davvero accadendo intorno a noi… in noi!
Il cuore congelato scarseggia di energia, che viene spesa a causa di altre “forme-informanti” che abbiamo fatto accadere a noi stessi, diventando un popolo necrotizzato alla gioia! Con le nuove generazioni, poi, si sono anticipati i tempi, e il contagio necrotico si è infilato nei nostri figli ancor prima di quando accadeva a noi stessi.
Accorgiamoci! Disattiviamo il sistema! Il cuore è narcotizzato! Non ci si rende conto quanto sia grave, e intanto passa il tempo e passano le stagioni: anni in assenza di noi!
Finiamo, così, stancamente, per abitare una pelle, quando invece siamo arrivati qui, nel mondo delle forme, per fare esperienza della fisicità e allenare quei sensi che nel mondo invisibile non ci sono dati.I nostri straordinari sensi sono entrati in quello stato ordinario di chi ha una moglie speciale e bellissima, o un marito sensibile e attento, e non se ne accorge più! Quei sensi che ci sono stati dati come dono prezioso, come finestre sul mondo, quale contatto meraviglioso tra l’universo sottile che abbiamo dentro e il mondo delle forme denso che è di fuori, sono diventati scontati.
Straordinario strumento, i sensi! Ma noi li teniamo chiusi, incarcerati con serrature a doppia mano, mentre là fuori sosta in assenza di noi lo straordinario che sogniamo, ormai considerato come un fotoromanzo stinto nell’epoca della tecnologia. Allora giornalmente finiamo per sopravvivere, a discapito di quel vivere per cui potremmo attrezzarci se solo ci volessimo un po’ più bene. Giacciamo tra i nostri fastidi, senza troppe spremute di cuore, assai temute per permettere loro di prendere spazio in noi.
Prende sempre più potere questo costante rumore di fondo chiamato abitudine… ma la vita è ben altra cosa, viandante! Accorgiti e fai accorgere! Destiamoci, viandante!
Avere il coraggio di muoversi, ora, per se stessi, significa togliere potere a quella depressione d’amore che lascia largo slancio al mondo intellettuale e illusorio che tratta l’anima come un articolo di tappezzeria o, peggio, come vecchia anticaglia abbandonata nei corridoi della filosofia.
Rendiamo ordinario lo straordinario, e non abituiamoci al miracolo; accadrà così quell’inatteso nel quale tanto si è smesso di credere. Con lo stupore di chi vede tutto per la prima volta, faremo il carico di energia! Quell’energia che sempre più persone pigre, deluse, ma soprattutto masochiste, non riescono a produrre per sé, finendo miseramente per rubarla agli altri, attivando la critica e l’offesa.
Ne uccide più l’abitudine che la malattia: ri-appropriamoci di noi e smettiamo di fare il vampiro di energie…..
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