Il più grande pericolo della ricerca interiore è il narcisismo spirituale. E’ sempre in agguato e diventa ancora più subdolo man mano che il ricercatore avanza nel cammino spirituale. Esso si manifesta in molteplici forme e trova nella mente una preziosa alleata, pronta a giustificarlo oaddirittura a considerarlo come la conseguenza del proprio alto livello raggiunto…
Ogni ricercatore neofita sappia che obbligatoriamente cascherà in maniera clamorosa in questa trappola, soprattutto se ha una scarsa conoscenza psicologica di sé. Ma anche quando ce l’ha… è un dazio da pagare. E’ la prova per eccellenza da superare numerose volte nelle varie fasi di crescita e di trasformazione.
La forma più grossolana la si vede spesso nei luoghi in cui si riuniscono i vari ricercatori in erba. Appena credono di aver afferrato una verità, si atteggiano a “maestri” e iniziano a voler indottrinare. Sono i meno pericolosi perché la loro ingenuità li tradisce subito. Ci sono invece alcuni “anziani ricercatori” che da anni sono nel “ramo” che con maggiore scaltrezza ostentano un’aria umile che cela orgoglio e presunzione. Sono affamati di lodi e hanno una particolare abilità a creare intorno a sé una corte adorante.
Altri sono convinti davvero di essere ormai “arrivati” e dall’alto della loro sapienza pontificano e non riescono ad ascoltare un’altra angolazione della Conoscenza. Altri ancora hanno davvero raggiunto dei livelli di coscienza più avanzati e più integrati, ma restano imprigionati nella loro realizzazione e la loro coscienza si cristallizza. Il ricercatore deve sapere che ad ogni passo può inciampare e deve coltivare una sincera umiltà, tanto più grande, quanto più avanza. La vera umiltà è fatta di semplicità .
continua..
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