Bernardino del Boca, educatore e ricercatore spirituale, contribuì alla diffusione del pensiero esoterico italiano.
La stella di Bernardino del Boca brilla nel cielo di coloro che nella seconda metà del secolo scorso hanno profondamente influito nella divulgazione del pensiero esoterico italiano ed internazionale. Passato al di là del velo di materia il 9 dicembre 2001, ha lasciato un grande vuoto nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto e ne hanno sperimentato la grande bontà e l’illuminata coscienza. Nato nel 1919, diplomato in pittura all’Accademia di Brera nel 1939, fu insegnante e soprattutto un vero educatore nella libertà di pensiero, una libertà basata sulla totale fiducia nella bontà di tutto ciò che la vita può esprimere straordinariamente attraverso ogni individuo, e nell’armonia naturale di fondo che regge le relazioni degli esseri umani non corrotti da dogmi e pregiudizi.
Era un libertario a tutto tondo, impegnato nel sociale. Dalla metà degli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Settanta fu visitatore ufficiale per il Palazzo di Giustizia di Milano al carcere di San Vittore. Dedicava il giorno libero dall’insegnamento all’assistenza dei carcerati più bisognosi aiutandoli materialmente, psicologicamente e soprattutto spiritualmente. Era un anarchico, credeva che la massima forma di libertà fosse larealizzazione spirituale. Fu uno scrittore infaticabile, autore di numerosi libri e saggi scientifici; progettò e realizzò significativi periodici comeImago Mundi, nel 1951, In tema di…, nel 1969, e L’Età dell’Acquario, nel 1970, rivista edita in collaborazione con l’amico teosofo Edoardo Bresci.
L’importanza della figura di Bernardino del Boca nell’ambito esoterico è dovuta alla sua identificazione con il movimento di ispirazione teosofica ‘L’Età dell’Acquario’. Fu infatti lui che nel 1970, fondando il Centro Età dell’Acquario in via Mecenate a Milano, diede l’avvio alla divulgazione popolare del pensiero della nuova era. La semina di questo progetto era già iniziata, tra Milano e Novara dove risiedeva negli anni Trenta quando, giovane teosofo molto attivo, era legato a Krishnamurti e agli artisti del Monte Verità di Ascona. Le radici della New Age ovviamente affondano nella notte dei tempi ma storicamente, tra Milano e Torino, fu Bernardino del Boca che, tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, con le sue assiepate conferenze quindicinali, diede l’avvio ad una nuova stagione di vita spirituale in Italia.
Era in contatto con molti teosofi di tutto il mondo con i quali corrispondeva regolarmente con scambi di materiali sull’utopia, lo spiritualismo, la Nuova Era e i movimenti underground. La sua casa di viale Monza era stipata di materiale cartaceo in tutte le lingue del pianeta e il suo archivio acquariano era fra i più completi al mondo. Si iscrisse alla Società Teosofica nel 1935 e dovunque si presentava come teosofo, senza compromessi né con il regime fascista né con quelli successivi. Nel 1947 in Indonesia entrò in contatto con gli esoteristi buddhisti del Tempio di Han dove ricevette l’iniziazione che lo aprì alla scoperta dei mondi sottili.
Il suo motto era: ‘Servizio’. Quando si incontrava Bernardino del Boca l’esperienza più grande che tutti facevano era di non avere più paure o dubbi e di provare un grande senso di serenità. Attraverso le sue siddhi (i ‘poteri’ spirituali, ndr) aveva la capacità di risvegliare in ognuno le facoltà latenti dei corpi sottili più elevati, quelli che sottraggono l’individuo alle influenze del male cosicché in sua presenza i livelli più bassi della mente si acquietavano. Nei suoi libri ripeteva spesso le parole tratte dalla voce del silenzio: “Ogni rovente lacrima umana cada sul tuo cuore e vi resti; né tergerla mai finché non sia rimosso il dolore che la produsse”.
Ultrasettantenne, fondò la comune utopistica del Villaggio Verde di Cavallirio (Novara), basata su principi teosofici e libertari sul modello del Monte Verità. Quando, alla fine della sua esistenza, riceveva ancora amici e spiritualisti incoraggiava tutti a godere dell’immensa opportunità della vita. Bernardino del Boca ha realizzato pienamente il motto che ritroviamo spesso al margine dei suoi scritti giovanili: “Fare della propria vita un’opera d’arte“..
IDimensione umana- 42 anni fa trovai inella sala d’attesa di un medicoquesto libro. Ho letto tutti i libri di B.d.Boca. Ho 5 nipoti che porteranno avanti questa piccola fiammella che ho in me. Anch’io pur senza averlo mai incontrato lo porto nel mio cuore con gratitudine .