In questa puntata, approfondiamo il legame tra biodinamica craniosacrale e yoga delle cellule, scoprendo che il movimento delle maree è anche il movimento delle cellule, del corpo, della consapevolezza…
Secondo Mère, ma anche per molti altri ricercatori, le cellule hanno delle prerogative sorprendenti. Questo “potere naturale”, come si legge nella citazione, o la “mente nascosta in fondo alle cellule” riportato in precedenza, sono delle informazioni molto importanti per cercare di comprendere le complesse leggi della vita.
Mère va fino in fondo nel suo lavoro di comprensione e di trasformazione, e trova queste capacità insite negli elementi base degli organismi, le cellule, e per esse poi avvengono tutti gli altri fenomeni connessi con la vita e con l’evoluzione. Questa matrice originaria, che potrebbe essere il pensiero della cellula, e la possibilità di riprogrammare, quasi come oggi si può fare con computer, l’attività della cellula stessa fino ad ottenere risultati da fantascienza; come fa Mère durante la sua ricerca. Ricerca che è ancora in corso, che è stata avviata dall’opera di questi personaggi, e che in futuro potrebbe darci sorprendenti risultati.
“… infatti non si tratta di annullare il dolore o di sospendere la morte per mezzo di ‘poteri’ superiori, yoghici o altro; ma di trasformare il dolore e la morte grazie al potere naturale delle cellule stesse. E’ questo tutto lo “yoga delle cellule”.
Mère
E questo con gli strumenti della consapevolezza e della conoscenza: gli “arnesi” forse più utili e più potenti a nostra disposizione, e per questo anche i più difficili da usare. Se non si raggiunge un certo stato di coscienza non si ha accesso a tutto questo. Non c’è una “tecnologia” per fare tutto ciò, ci si può arrivare soltanto con la ricerca interiore, collettiva ed autentica.
Mère però ci ha lasciato uno strumento che possiamo utilizzare per praticare questo yoga, strumento che è costituito da un “mantra”. I mantra sono delle parole, generalmene in sanscrito, che hanno un potere speciale e il cui utilizzo permette di far “vibrare” qualcosa su frequenze particolari, così possono essere ottenuti molteplici effetti. Con l’uso di questo “mantra delle cellule”, o “mantra di Mère”, possiamo metterci in sintonia con le frequenze cellulari e favorire lo sviluppo e l’evoluzione del nostro percorso di crescita. (Per ulteriori chiarimenti e approfondimenti rimando alla bibliografia che sarà indicata alla fine dell’ultima parte)
Con la biodinamica craniosacrale abbiamo la possibilità di fare alcune di queste esperienze, come ad esempio le maree e la quiete dinamica, in cui si sperimenta uno stato, normalmente non direttamente accessibile, in cui si contatta qualcosa che sta alla base della vita. Alcune delle testimonianze di Mère hanno delle risonanze incredibili con l’esperienza diretta che molti possono avere fatto col craniosacrale. Ne riporto alcune che mi hanno particolarmente colpito, mettendole in corsivo per distinguerle facilmente dai miei commenti; in alcune, fra parentesi, c’è l’anno seguito dalla pagina dell’Agenda da cui sono state tratte.
Sembra che sia possibile capire solo quando si capisce col corpo. (58.145)
Sapere, per il corpo,vuol dire fare. (58.214)
Ed in effetti è quello che lentamente si comincia ad intravedere: il corpo ha una infinita saggezza, che col tempo si comincia a svelare. Dare una maggiore fiducia al corpo, e permettersi di “sentire” i suoi messaggi, può essere un potente mezzo di miglioramento del proprio stato.
Una sorta di conoscenza innata che fa le cose (62.610): questo ricorda molto l’intelligenza intrinseca citata da molti autori di craniosacrale.
…vedere attraverso la luce interna delle cose, anziché alla luce proiettata. Ed è così… ah!… calda, viva, così intensa, e di una precisione! Vedi tutto nello stesso tempo: non solo il colore e la forma, ma il carattere della vibrazione del liquido. (65.26). Non vi è capitato qualche volta di sentire qualcosa che assomiglia a quanto ci descrive Mère? E se ricordiamo l’organismo ccome cristallo liquido secondo la Mae-Wan Ho ritroviamo anche una corrispondenza nella ricerca attuale.
… per formare il corpo le cellule sono tenute insieme da una specie di forza centripeta… (62.91) – Vi ricordate della formazione della notocorda nell’embrione?
… la coscienza è una specie di coscienza senza limiti, come una serie di onde, ma non di onde individuali: un movimento di onde; un movimento di onde materiali – corporee si potrebbe dire, vaste come la terra -, ma non… tonde, e neanche piatte… qualcosa di davvero infinito come sensazione: un movimento ondulatorio. E questo movimento ondulatorio è il movimento della vita. (62.155) – Qui sembra quasi di percepire la marea…
“… C’è una coscienza corporea che fluttua nel corpo in una specie di pace eterna; ma non è come una distesa, la parola non è giusta: è un movimento senza limiti e dal ritmo molto armonioso e molto calmo, molto vasto e tranquillo. E questo movimento è appunto la vita”. Sembra di leggere la descrizione delle maree… “Cammino su e giù per la stanza ed è quel movimento a camminare. Silenziosissimo, come un moto d’onde senza inizio né fine, che si condensa così (gesto dall’alto al basso) e così (gesto laterale) e poi si spande (gesto come il pulsare di un oceano).” Assomiglia molto alla marea lunga. E poi continua “cioè una specie di raggruppamento, di concentrazione e quindi di espansione, di diffusione.” Il movimento ritmico del Respiro della Vita.
E subito dopo un commento di Mère notevolmente preciso e scientifico: “Non fa venire in mente il campo elettromagnetico con le sue due componenti perpendicolari: il campo elettrico e il campo magnetico che si propagano secondo un’onda sinusoidale infinita? Questo movimento di raggruppamento e di susseguente distensione è la descrizione esatta del propagarsi nello spazio di un treno d’onde sinusoidali.” Infatti il campo elettromagnetico ha questa caratteristica ondulatoria e la doppia componente elettrica magnetica, con onde perpendicolari fra di loro. Non introduciamo qui il dualismo onda-particella, ne parleremo in un altro lavoro; basta solo ricordare che il fatto di apparire a volte come onde ed altre come particelle è relativo a chi sta percependo questo, e che dire onda o dire particella, a questo livello, è soltanto utilizzare un modello di rappresentazione, e non la realtà effettiva di ciò che si sta manifestando.
E adesso delle testimonianza di grande forza e poesia.
“Strano, la coscienza è diventata sempre più diffusa e il corpo è come qualcosa che ci naviga dentro, ma non attivamente. Non posso spiegare. Come un oceano di luce che continua a fare il suo lavoro, e dentro ci fluttua qualcosa… di blu oltremare scuro, conosci quel colore?.. Ecco.” (68.1610)
“Adesso faccio una costante distinzione tra… (come dire?) la vita in linea retta e ad angoli retti e la vita ondulatoria. C’è una vita in cui tutto è tagliente, duro, angoloso, in cui urtiamo contro tutto; e c’è una vita ondulatoria, dolcissima, molto bella – molto bella – ma non … non troppo solida. Strano, è un genere di vita completamente diverso. Anche le buone volontà sono aggressive, anche gli affetti, le tenerezze, le amicizie – aggressive in modo incredibile. Come bastonate. Ma “quell’altra cosa”… è una specie di cadenza, un movimento ondulatorio di una tale ampiezza, di una tale potenza! Formidabile, capisci? E non turba niente. Non sposta niente, non urta niente. Ma trascina l’universo nel suo moto ondulatorio, così morbido!” (62.315)
Qui ogni commento è superfluo. Mi viene soltanto in mente come risonanza la radiazione cosmica di fondo, quel residuo del Big Bang che oggi si rileva come un segnale eletromagnetico presente in tutto l’universo con una frequenza specifica (in particolare corrisponde a 3° Kelvin = 3° sopra lo zero assoluto).
E ancora che dire di qualcosa del genere:
“Dal punto di vista pratico, se c’è qualcosa che si mette di traverso da qualche parte per una ragione qualsiasi (un dolore, qualcosa che va fuori posto), con “quell’altra cosa” quasi istantaneamente il disordine sparisce; e se resto pazientemente in quello stato, sparisce anche il ricordo. In tal modo anche quei disordini che erano diventato abitudini a poco a poco spariscono.” (68.32)
“Tutto l’arsenale della nostra scienza è in effetti un gigantesco artificio per tentare di colmare l’assenza di una sia pur piccola conoscenza diretta, semplice, fornendoci migliaia di braccia, di antenne, di meccanismi per sostituire l’azione immediata.”
La cosa che considero straordinaria, che più mi ha colpito in tutta la mia vita, è che andando in profondità nello studio e nella conoscenza delle cose, si ritrova qualcosa di comune; detto magari in modalità differenti, con punti di partenza diametralmente opposti, ma che in tutti i percorsi autentici porta sempre a conclusioni convergenti.
(continua)
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