Il Tantra come riconciliazione e liberazione. Il riconoscimento della donna conduce alla totalità. ma la libertà tantrica non è per tutti…
La via tantrica è il solo approccio mistico che riconcilia totalmente la passione e la spiritualità e che include, senza dimenticarne alcuna, tutte le emozioni umane e tutte le sensazioni corporee come cammino di realizzazione. Questo approccio unico, meravigliosamente sottile e globale riconosce inoltre alla donna una posizione assoluta.
I grandi maestri del passato che hanno cercato l’insegnamento presso le yoginihanno abbandonato l’universo rassicurante e stabile del sapere e dell’autorità perché hanno riconosciuto, immediatamente la potenza della donna e si sono lasciati condurre verso la totalità, la riunificazione sconvolgente del corpo, della mente, delle emozioni e dello spazio. Se entriamo nell’universo sferico, nelle sinuosità meravigliose dell’essere totale della donna, ritroviamo la scioltezza di un neonato, la spontaneità giocosa, il piacere non programmato, la lentezza, lo schiudersi della vita negli organi, la pelle, lo sguardo, il movimento, i gesti d’amore.
A questo punto l’uomo può di nuovo toccare profondamente la donna, con lei può divenire onda, curva, respiro, spazialità luminosa. L’uomo ritrova così la donna in sé, e tutto l’universo diviene la Shakti. La relazione con il maestro nella via tantrica La relazione ideale tra maestro e discepolo è una relazione che ha ritrovato lo slancio della passione originale, quella del Sé. È un lungo faccia a faccia, dove ciascuno si espone totalmente, senza la minima finzione.
I fantasmi spirituali crollano uno ad uno nel viaggio verso il centro, dove tutte le differenze sono abolite. Poco a poco il discepolo riconosce la propria identità al maestro e all’universo, cessa di essere in una dinamica rettilinea ed entra in una percezione sferica del mondo dove tutte le concrezioni attaccate all’ego scompaiono, tutte le differenze sfumano e l’essere reintegra l’infinito. La cosa particolare del tantrismo è la grande libertà delle relazioni.
Nessun cerimoniale, nessun comportamento fisso: solo amore assoluto. È diretto, semplice e senza protocollo. Se non c’è differenza, si deve vedere nei fatti. Un maestro tantrico non teme di mostrare le proprie debolezze. Quello che cerca di evitare è la dipendenza dei discepoli. In ogni relazione individuale rimette in gioco il proprio risveglio alla realtà. Condivide le paure, gli entusiasmi, i tempi morti, la noia e lo scoraggiamento, il terrore di lasciare il guscio protettivo dell’ego nell’istante, l’angoscia dell’abbandono.
L’intensità di questa relazione che conduce alla nudità totale fa sì che l’insegnamento tantrico sia dato a poche persone. La maggior parte dei ricercatori insegue qualcosa di più anonimo, di più rassicurante, non ha la maturità necessaria per smettere di idealizzare il proprio maestro, per smettere di creare dipendenza, per accettare la propria solitudine. Il rubino del Sé si trova in fondo a questa solitudine. Essa soltanto unisce al mondo. Un maestro tantrico non proietta nulla, un discepolo impara a non proiettare più nulla, e l’intimità fisica è il terreno meraviglioso e fragile di questo apprendistato dove tutto può accadere nella grazia.
È un’arte, una creatività costante ed assoluta, il fremito divino. È questa libertà che ho vissuto con la mia maestra Devi. È quello che continuo a vivere con qualche essere che segue questa via..
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