La visione olistica – II

Avere una consapevolezza di tipo olistico significa rendersi conto che i sistemi hanno andamenti e caratteristiche che emergono grazie alla globalità, e non alla semplice somma delle singole componenti… Seconda ed ultima parte.

Olismo relazionale

La visione quantica è una forma particolare di olismo che si può chiamare “olismo relazionale”… Nella realtà quantica ogni entità ha una doppia identità:

– sia come distribuzione di probabilità diffusa nel reame delle possibilità,
– sia come “particella” o corpuscolo.

L’aspetto particolare è determinato, collocato in un ben preciso posto preciso nello spazio tempo ed attualizzato. L’aspetto a particella è fisso, mentre l’onda di probabilità viene fissata solo dall’incontro con l’ambiente – in rapporto ad una misurazione od in relazione con un’altra entità osservata.

L’aspetto indeterminato, “ad onda” – il set di potenzialità associate con l’entità – unisce gli elementi quantici in un olismo relazionale che non può essere ridotto a nessuna parte esistente o alle sue proprietà. Se due o più entità quantiche sono dalla stessa sorgente od entrano in contatto, le loro potenzialità divengono correlate. I loro aspetti probabilistici si connettono, così che un cambio della distribuzione di probabilità dell’uno porta un cambio nella distribuzione di probabilità dell’altro.

L’olismo relazionale quantico, basato sulla correlazione non locale di potenzialità, è un olismo di tipo nuovo. In cui alcune delle proprietà delle particelle emergono solo attraverso la correlazione. I gruppi di persone agiscono in maniera simile: persone che vengono in contatto tendono a correlare le loro scelte, e questo tanto più il contatto è stretto.

Principi olistici per la conduzione di gruppi

Tutti i gruppi umani che funzionano bene sono analizzabili meglio da un punto di vista di globalità. Solo i gruppi non funzionanti sono analizzabili dal punto di vista atomistico. Infatti tali gruppi non sono più della somma delle parti.

Esponiamo alcuni principi utili per un lavoro di gruppo che saranno approfonditi nella parte di Quantum Leadership (nelle prossime puntate):

Principio 1 – Per lavorare con un gruppo di persone l’approccio migliore è sempre un approccio che tiene conto della globalità.

Principio 2 – In un gruppo, poiché il tutto è maggiore delle parti è importante l’attenzione al buon funzionamento delle singole parti (persone o sottogruppi). Questo principio discende dal precedente. Infatti le parti sono comunque partecipanti al gruppo. In altre parole è importante l’attenzione al “fattore umano”.

Principio 3 – In un gruppo, il comportamento e le capacità di una persona sono diverse dal comportamento singolo, e direttamente correlato a come questa persona si correla al gruppo ed agli altri elementi del gruppo.

Principio 4 – E’ possibile cambiare tutto un gruppo partendo da se stessi. Il tutto è contenuto nella parte. Se la parte cambia può cambiare anche il tutto. Questo è vero anche se non siete il leader del gruppo. Se siete il leader, allora nelle prossime lezioni vi daremo degli utili suggerimenti.

Un altro esempio di sistema olistico: Il vocabolario di una lingua

Un altro insieme olistico è ad esempio il vocabolario di una lingua. Per definire una parola il vocabolario utilizza altre parole. Teoricamente quindi per definire al massimo una parola potremmo utilizzare tutte le altre arrivando così al massimo di definizione possibile all’interno del sistema. Se cancellassimo delle parole dal vocabolario altre ne rimarrebbero influenzate e cambierebbero uso e definizione. Il sistema del vocabolario è quindi in se stesso olistico. Ogni parte influenza tutte le altre.

Anche l’insieme delle informazioni che abbiamo in memoria è un sistema olistico. Ne consegue che cambiare come un ricordo è definito nel sistema può a volte cambiare il sistema nella totalità, e questo è alla base di parecchie terapie.

Applicazioni pratiche

Nella vita, possiamo osservare come piccoli cambiamenti nel nostro modo di essere (che è un insieme olistico) possano portare a cambiamenti generali.

Nel coaching, rendersi conto che alcune potenzialità del coach possono emergere solo all’interno della relazione nel gruppo.

Ulteriori approfondimenti a questa lezione possono essere insegnati in un corso dal vivo, richiedendo un tipo di attenzione necessario ed utile per rapportarsi ad insiemi complessi.

(Fine lezione 2)

(Continua)


Bibliografia per la Lectio 2

Voce “Holism” – Schombert – University of Oregon – 2006
Systems biology may work when we learn to understand the parts in terms of the whole – Cardenas – Biochemical Society 2005 – Volume 33, part 3.
Applicazione dei concetti alla biologia
Insect-Plant Relationship: the whole is more than the parts – Schoonhoven – 1999
Concetti nella relazione tra insetti e pianta

Bibliografia e Piano dell’Opera

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