Non è semplice individuare il confine tra ciò che è autentico e ciò che è falso, perché spesso si scambia per autenticità quanto è invece conforme ai canoni del sistema. Occorre essere consapevoli che le maschere dell’io si possono indossare, ma che il volto autentico appartiene al Sé.
Autentico come naturale, come nudo e crudo, come genuino… così com’è. Possiamo raccontare una storia infinita sull’autenticità, e fare molti esempi prendendo spunto dalla natura. Anche se per l’essere umano vi sono tante variabili che intervengono nella vita, e che gli consentono di costruirsi, senza che egli riesca talvolta a capire che le linee dell’”autentico” e del “falso” sono mescolate e non è così semplice individuare il confine tra l’una e l’altra, laddove per falso si intende anche la parte che si “deve” rappresentare.
Ma una pietra “autentica” è diversa da una costruita in laboratorio… E’ anche vero che noi, come la pietra, abbiamo un’autenticità, il Sé, e una parte costruita secondo regole e valori della nostra epoca, l’Io. Incredibilmente si finisce per pensare e dire di essere autentici quando si è esattamente secondo i canoni e le aspettative del sistema, ovvero quando si realizzano le richieste dell’Io. E quelle del Sé? Come si può capire cosa ci fa muovere?
Solitamente le piccole crisi di insoddisfazione o disinvestimento da qualcosa che prima ci andava bene segnano un conflitto tra la maschera e il Sé, ciò che si crede di essere e ciò che si è veramente… spesso in modo molto nascosto. Anche nella quotidianità si ha paura di vedere la propria maschera, si ha paura di non essere più coerenti con essa, con ciò che si crede… e a volte si fatica a mostrare la verità anche a sé stessi. Si insegue la rappresentazione che si deve fare e non i contenuti di una relazione.
Essere educati è un bene, ma è anche importante riuscire ad accettare che qualcosa in cui si è creduto, su cui si è investito per tanto tempo, possa essere un’identità “del sistema” e non la nostra identità “trascendente universale”. Tutta la nostra esistenza è impostata sulla costruzione di un’identità, la nostra “pietra”, cercando l’armonia con il sentire. Ecco che siamo sulla giusta strada per iniziare la ricerca… L’obiettivo è di riuscire a recuperare questaidentità trascendente universale, sviluppando la consapevolezza di averediverse sfaccettature, che vanno dalla dimensione vera a quella costruita per l’occasione. Possiamo allora accettare di avere parti da interpretare, e la maschera non diventa più un fine ma un utile mezzo, come quando si recita una parte, come il carnevale che di maschere ne ha tante, e ci ricorda che possiamo vivere tante parti… che possiamo scegliere… anche per liberare emozioni e sentimenti.
L’evoluzione della coscienza fa “saltare” le maschere, e così i riferimenti cambiano. L’evoluzione mette a nudo il divenire… altro in noi. Ciò che era prima, ed era parte di quel dato momento, poi sarà altro… si evolverà. E’ importante scegliere il comportamento opportuno, ma anche il dialogo delle parti, per far sì che la coerenza sia il risultato di un percorso nelle possibilità, e che si componga un equilibrio nel movimento, superando la staticità della monotona ripetizione di sé stessi, nel coraggioso slancio della conoscenza….
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