Consapevolezza, azione politica e difesa della natura sono ciò che caratterizza i valori relativi alla salute globale. Per essere tutti partecipi di un rinnovamento che ci conduca alla salvezza.
La salute è uno di quei concetti che si prestano a molte interpretazioni e corrisponde al parametro che viene usato per definirla. Inoltre questo concetto varia anche in base alla scala di valori adoperati. Ma è l’uomo a creare i valori e qui sorge il vero problema perché i valori esprimono il livello di consapevolezza degli esseri umani. In parole molto più semplici si può dire che l’uomo traduce in valore corrispettivo il suo modo di funzionare; l’uomo meccanico produce valori meccanici, l’uomo fanatico valori fanatici, l’uomo frustrato e represso valori violenti e pornografici. Comprendere questo passaggio è fondamentale, se si vuole avere una chiave efficace per considerare il tema della salute globale.
Il geniale psichiatra Wilhelm Reich, precursore di ogni psicoterapia corporea, ha colto in maniera molto
precisa il collegamento tra struttura del carattere ed ideologia. Egli sosteneva che tutti gli esseri umani che vengono inibiti nei loro bisogni primari sviluppano una corazza caratteriale e muscolare che li rende incapaci di percepire il flusso vitale. Perdono in tal modo il contatto con gli altri individui, con la natura, con l’amore e la tenerezza, e sviluppano evidenti impulsi di violenza, di potere e di distruttività. Più ci si allontana dal proprio nucleo vitale e dalla propria essenza, più il mondo e gli altri diventano lontani ed estranei. È facile intuire la relazione tra questa percezione meccanica del mondo e la conseguente ideologia che ne deriva: il mondo diventa un oggetto da sfruttare.
Si può amare soltanto ciò che si sente e si comprende. Se l’individuo è esso stesso macchina, se si è indurito e ha soffocato la sua essenza, se reca dentro di sé la rabbia di essere un prigioniero inconsapevole, come potrà incarnare ed esprimere i valori della vita? Avendo fatto queste considerazioni iniziali, è possibile inquadrare il problema ormai pressante della salute globale, che si può analizzare su tre fronti continuamente in relazione fra di loro: la consapevolezza individuale, l’azione politica e la difesa della natura.
La consapevolezza individuale è in questo ultimo decennio una ricerca che si diffonde e si estende con maggiore rapidità. Aumenta il numero di persone che sentono l’esigenza d’intraprendere un cammino di conoscenza di se stessi e che si avvicinano ad una ricerca interiore che non passa attraverso le religioni codificate, ma che reca in sé la possibilità di sperimentare direttamente su se stessi con un approccio olistico alla salute ed alla coscienza. Si fa strada la consapevolezza che nell’essere umano c’è uno spazio di Coscienza sempre più vasto e più saggio che può sostituirsi alle strutture condizionate dell’ego e che il recupero di un sentire profondo del corpo dà consistenza e ricchezza alla spiritualità. Riappropriarsi del sentire e del sentirsi conduce spontaneamente ad una coscienza ecologica che nasce dal ritrovato contatto con la natura e con la vita.
L’azione politica diventa realmente efficace se, invece di esprimere motivazioni demagogiche per catturare delle fasce elettorali, è sostenuta da un’autentica coscienza ecologica. Il politico, il sociologo, lo scienziato e l’economista possono sentire il loro compito come una missione solo se hanno la netta percezione che l’umanità è totalmente connessa alla terra e che dipende da essa. Uso il termine percepire e non capire perché solo se cambia il sentire, si modifica il pensare. L’azione politica dovrebbe essere impegnata su due fronti: quello dell’interdizione e quello dell’agevolazione. Interdire tutto ciò che produce inquinamento e promuovere lo sviluppo delle fonti alternative di energia. Tale azione acquista efficacia se si inserisce in un tessuto sociale ricettivo, ovvero se anche la coscienza sociale si muove verso un processo evolutivo di coscienza.
La difesa della natura è il terzo aspetto di pari importanza e racchiude tuttele iniziative mirate a ripristinare l’equilibrio biologico degli ecosistemi: ripopolare i mari, diminuire drasticamente la deforestazione, proteggere le specie in estinzione, stanziare più fondi per l’agricoltura, sottraendoli alle spese folli per gli armamenti e per guerre inutili ed ipocrite, ed infine limitare le nascite. Una semplice verità è che le risorse della terra sono limitate e che la terra stessa è finita, come se fosse una acquario: quanti pesci possono essere contenuti in un acquario? Per attuare questo terzo punto c’è bisogno che muti l’atteggiamento predatorio dell’uomo che considera la terra un territorio da sfruttare e non sente che la Terra è viva e che egli è profondamente suo figlio.
Ma nessun bel discorso può cambiare questo vandalismo se non muta l’esperienza che l’uomo fa di sé, se non si scioglie la corazza con cui pietrifichiamo la nostra umanità. Da dove cominciare? Ognuno può e deve iniziare da sé e dalla sfera che gli compete. Non tutti devono essere politici o scienziati, ma molti possono iniziare a diventare uomini. Lo sviluppo della consapevolezza e del sentire sono l’accoppiata vincente.
Nel mio libro La Ricerca dell’Amore ho scritto una frase che, secondo la mia esperienza di psicoterapeuta reichiano ed olistico, è la sintesi di un progetto: senza corpo non c’è spirito. Intendo dire che se non si recupera il contatto col proprio sentire, se il corpo non diventa individuo e l’individuo non prende corpo, la ricerca spirituale rischia pesantemente di essere distorta da misticismi e fanatismi; in essa confluiscono quei lati oscuri, rimossi nell’inconscio che la inquinano con atteggiamenti narcisistici, rigidi e di potere, col senso del peccato e della colpa, col masochismo eretto ad ideale, che colpiscono ciò che ha invece una sua Bellezza divina.
È nemico della vita chi ha perso il contatto con la vita, chi ha perso lasacralità del proprio corpo e delle sue funzioni. Ho sottolineato che, da qualsiasi angolazione si affronti il tema relativo alla salute globale, la conclusione è che il fattore determinante è il cambiamento della coscienza individuale e collettiva, come sosteneva Sri Aurobindo.
Ciò introduce quello che ritengo il punto fondamentale per rendere possibile il vero progresso: l’educazione. Molti penseranno che tutto ciò sia un’utopia, ma io credo nell’utopia sostenuta da una sincera aspirazione. L’utopia è una tendenza, come una freccia pronta a scoccare dall’arco. Bisogna rivilegiare assolutamente il processo formativo dei bambini e degli adolescenti, la nostra preziosa miniera di possibilità. La scuola dovrebbe avere una posizione preminente nel progetto della salute globale. Una scuola olistica,naturalmente, in cui venga data l’importanza che merita alla cultura
del corpo e delle emozione, che educhi allo yoga, alla meditazione e alla coscienza ecologica.
Gli insegnanti sono una classe ad altissima responsabilità e dalla loro qualità umana e dalla qualità dell’insegnamento deriva lo sviluppo di coloro che determineranno l’evoluzione della società nel nostro immediato futuro. I docenti dovrebbero essere curati e selezionati e diventare l’èlite della società. Una società particolarmente attenta alla classe insegnante, che offrisse loro una formazione olistica, un vero addestramento che comprenda un percorso interiore, psicologico, corporeo, meditativo, getterebbe le basi per la sua salvezza..
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