La cultura occidentale ha separato la scienza dalla coscienza, allontanando il mondo manifesto da quello immanifesto… una separazione fittizzia, e come tale destinata a venire meno… Ecco allora che ovunque sul Pianeta assistiamo al ricongiungersi di questi due modi di osservare la natura, perché ciò che è fuori, è anche dentro…
Stiamo assistendo oggi ad una progressiva riunione di questi due aspetti del sapere, del conoscere e quindi del comprendere. Anticamente non esisteva quella separazione che troviamo ai giorni nostri.
Le “cose” che accadevano erano scienza e coscienza insieme. Poi lentamente hanno cominciato a separarsi: la scienza per definizione si occupava sempre più solo della “natura” senza l’uomo, e la coscienza dell’uomo senza il resto del mondo.
Se guardiamo l’etimologia di questi termini vediamo come anche in questo caso non ci sia questa separazione, che nel corso del tempo si è creata. Scienza deriva dal latino scire, conoscere, sapere, e coscienza è un termine composto che proviene da cum-scire, sapere insieme. E ancora la “coscienza” può indicare la consapevolezza di sé, ma anche stati di “coscienza” più ampi: funziona sempre, cum scire, sapere insieme, conoscere insieme, dove siamo “co-scienti” che la separazione è solo fittizia.
Anche se non ci sono ancora le prove cosiddette scientifiche, c’è comunque la certezza che “sappiamo di non sapere”, che c’è tantissimo da scoprire, e che man mano che si avanti nella scoperta o riscoperta di tutto quanto, si manifesta sempre più chiaramente la progressiva riunione ed integrazione della nostra scienza, o meglio co-scienza. Il temine funziona ottimamente. La separazione attuata come politica per distinguere ciò che accadeva fuori di noi da ciò che accadeva dentro, ha permesso grandi progressi: medicina, tecnologia, ingegneria, tutto quello che oggi ci permette di avere a disposizione facilitazioni e comodità, ma anche allungamento e miglioramento della vita, cura di malattie e guarigione da traumi fisici, di spostarci in lungo e in largo nel mondo, e la lista potrebbe continuare ancora per molto.
Ma purtroppo là dove la nostra “scienza” è andata sempre più velocemente, non è stata seguita altrettanto velocemente dalla nostra “coscienza”. Siamo ancora un po’ “selvaggi”, con molto da comprendere nel campo, ancora per molti separato, della coscienza. I tempi di quest’ultima non sono facilmente controllabili, sfuggono alle normali capacità umane; lavorare sulla coscienza è veramente una bella impresa, occorre grande impegno e fermezza, ed anche tanta pazienza e tanto coraggio, dove questa parola deriva da “cuore”; si perché tutte le vie di unificazione ed integrazione hanno in comune anche tanto cuore. Il cuore è il centro che diffonde. In tante tradizioni è un riferimento importante.
Ed ecco che allora scienza e coscienza sono sempre più prossime. Oggi abbiamo la straordinaria opportunità di vivere da vicino questa progressiva ri-unione, di partecipare anche noi al percorso collettivo di re-integrazione, del ritorno alle origini comuni ed alla co-scienza di essere parte di un tutto, e di avere la nostra individualità come base di partenza per comprendere – ovvero “con prendere”, partecipare insieme, accogliere – tutto il mondo di cui siamo parte, ancora non del tutto consapevole. E se la scienza ci ha portato tanti benefici e tanta tecnologia, che purtroppo abbiamo spesso ritorto contro di noi a causa della non ancora sviluppata coscienza, potete immaginare quali saranno allora i vantaggi che ci porterà la coscienza man mano che andremo avanti nel nostro cammino di crescita..
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