Verità e verità: una ricerca infinita

Trappole e opportunità nel cammino della scoperta di sé stessi. Il racconto-confessione del percorso interiore di un ricercatore alla scoperta di sé.

Qualche mese fa avevo appena finito di farmi la barba e mi sorpresi a guardarmi allo specchio… era come se guardassi un’altra persona. Trattenendo a stento una risata, esclamai: “Angelo (è così che mi chiamo)… Angelo, tu non sai un bel niente!!” – le parole esatte forse erano più incisive. Questa constatazione mi procurò un’ondata di allegria e un frizzante senso di leggerezza interiore. È stato un gran momento, di intensa, stupefacente liberazione. Da che cosa? “So di non sapere” è un concetto fantastico, ha le ali leggere dell’allegria: ora finalmente lo comprendevo. Mai prendersi troppo sul serio… Avevo fatto un piccolo passo in avanti. “Tre millimetri al giorno” è il mio obiettivo giornaliero. Quel giorno ne avevo percorsi forse cinque, o addirittura dieci!

Dietro di me avevo un cammino, né lungo né breve, come molti. Il mio Sole di nascita è all’inizio della Vergine (mente logica e analitica…); il mio Ascendente in Pesci, superati gli ‘anta’, incominciò a farsi sentire. Il guscio della razionalità virginiana mi andava sempre più stretto: lo sfidai in campo aperto. Psicodinamica, Astrologia, Tarocchi! E la razionalità indietreggiava sempre più di fronte all’incalzare del ‘sentire’, dell’ascolto interiore e del coraggio di seguire l’intuito: un salto nel vuoto senza la rete di sicurezza della razionalità. Ho il vizio, o la virtù, di buttarmi a corpo morto in quello che mi piace. C’è più rischio, ma anche più soddisfazione.

Mi buttai nel Reiki. Divenni integralista del Reiki, quasi ruppi amicizie con chi sollevava dubbi. Poi mi imbattei nel Pranic Healing, tecnica di guarigione del Maestro Choa Kok Sui. Mi conquistarono subito il poter ‘sentire con le mani’le energie e valutarne qualità e tonicità; nessuno mi chiedeva di credere ma solo di provare con mente aperta e, quindi, di accettare la ‘mia’ verità. Anche qui mi buttai, sapevo, ero sicuro di essere ‘arrivato’ al top, divenni istruttore ufficiale.

Distacco e rinnovamento

Dopo qualche anno, un vago malessere… inquietudine… qualcosa non andava più, s’era inceppato, il velo dell’innamoramento s’era sollevato, con molta pena mi staccai, sentendomi molto simile all’Eremita dei Tarocchi! Durò pochissimo… dopo solo qualche settimana avevo chiarissimo in testa che cosa volevo fare – condividere tutto quello che avevo imparato e che continuavo ad imparare giorno per giorno. Strutturai dei corsi che battezzai di Ki-Therapy, studiai le scoperte della fisica quantistica, che collimano in modo stupefacente con grandi intuizioni delle tradizioni esoteriche: il “Come in alto, così in basso” di Ermete Trismegisto, il “Tutto è Uno” che corrisponde alla rappresentazione olografica dell’universo.

Ed eccoci a quella mattina allo specchio…. i miei integralismi si erano finalmente dissolti, finiti… kaputt. Come tutti, anch’io avevo una mia verità, ma la Verità ultima (quella con la ‘V’ maiuscola) era una meta lontana anni luce. Mi contentavo ora della mia ‘verità progressiva’ – un po’ più vera di quella di ieri, un po’ meno vera di quella di domani. lo, ora onoro il mio passato, con le sue approssimazioni, le sue conquiste, che generavano spesso arroganza spirituale. Onoro tutto….

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