Il nuovo ed emergente paradigma della medicina

Il nuovo ed emergente paradigma della medicina

La coscienza collettiva si sta muovendo verso una consapevolezza più amplia andando a toccare tutti i campi dell’esistenza umana, compreso quello della medicina che – illuminato dal nuovo paradigma in essere – si sta aprendo alla dimensione spirituale.

Quando l’essere umano cambia livello di coscienza e di stadio evolutivo, evento che si sta verificando oggi, è dato per scontato che modificherà anche il suo paradigma cognitivo e morale. Questo logicamente significa che cambierà anche i suoi paradigmi professionali e quindi quello della medicina! Oggi, (più o meno dal 1950 al 2050 ed in particolare durante il primo decennio del 21° secolo) l’umanità sta passando dalla sua infanzia e periodo adolescenziale all’età adulta. In termini più tecnici, derivati dalla mia teoria dell’Uomo Grattacielo, sta evolvendo dal 3° al 4° e dal 4° al 5° livello di coscienza. Questo implica un cambiamento radicale, un “salto qualitativo” per quanto riguarda la conoscenza valida (espistemologia) così come i suoi presupposti e visione per quanto riguarda la natura ed il destino umano. Tutto questo a sua volta trasforma e cambia la concezione della salute, della malattia e della guarigione.

Mentre dal Rinascimento alla fine del 20° secolo, con l’ultima fase della Caduta o discesa nella materia, con una focalizzazione sulla dimensione orizzontale e qualitativa, si erano privilegiati l’analisi, il razionalismo, il riduzionismo, l’intervenzionismo ed il materialismo con una moltiplicazione e frammentazione sempre più rapide dei suoi problemi, disfunzioni e patologie (dunque anche dei protocolli di trattamento, terapie e rimedi), oggi assistiamo ad un processo opposto ed inverso! Nel ritornare dalla materia verso lo spirito, nel privilegiare la dimensione verticale, qualitativa, così come la sintesi, l’accento sempre di più viene posto su quello che è semplice, naturale, non violento e pericoloso, meno costoso e meno aggressivo e che si avvererà essere anche più efficace!

Dai sintomi, lentamente, risaliamo la china verso le loro cause che non si trovano mai a livello fisico, biochimico, ma vitale, emotivo, mentale e spirituale! L’assioma di base qui è molto semplice: più si sale in alto e più si ritorna all’unità, alla semplicità, all’armonia, alla pace, alla vita e alla consapevolezza e responsabilità, mentre più si scende in basso verso la materia, più si va verso la moltiplicazione, la frammentazione, il conflitto, la spregiudicatezza e l’incoscienza. Come aveva riassunto Roberto Assagioli, ormai “in basso (nda – ai bassi livelli di coscienza) non ci sono più soluzioni mentre in alto (nda – negli alti livelli di coscienza) non ci sono problemi!”. Il che significa che scendendo in basso le cose diventano sempre più complicate… e costose e alla fine non funziona più niente perché l’uomo affoga in dettagli e sciocchezze, si esaurisce e si demoralizza, agendo così in modo emotivo o affidandosi sempre di più ad “esperti” o tecnici della salute!

Il primo paradigma della medicina moderna e scientifica è fondato sulla visione dell’homo simplex dove la realtà e tutto quello che è importante deve essere di natura fisica, quantitativa; quindi abbiamo la medicina fisica che impera con l’immagine dell’uomo-macchina. Segue il secondo paradigma fondato sulla visione dell’homo duplex nel quale la realtà e ciò che è importante, si presenta sotto due aspetti, fisico e psichico, dove la psiche (i pensieri, le emozioni e stati d’animo) diventa agente causale e creativo… Qui abbiamo l’immagine della medicina psicosomatica e poi alternativa con la visione dell’uomo come essere bio-psico-sociale. Alla fine del 21° secolo, ed in particolare oggi, sta emergendo ancora un nuovo paradigma cognitivo e medico ancorato sulla visione dell’homo triplex dove la realtà, la salute, la malattia e la guarigione sono di natura fisica, psichica e spirituale e dove la causalità parte sempre dall’alto verso il basso, dalla dimensione spirituale, attraverso quella mentale, emotiva e vitale, per infine arrivare alla dimensione fisica. Qui abbiamo il modello della medicina integrativa e spirituale con la visione dell’uomo come un grande essere biopsicospirituale dotato di poteri e capacità incredibili… intesi sempre come una funzione del suo livello di coscienza e di essere!

Per il nuovo ed emergente paradigma della medicina integrativa, la dimensione fisica, l’anatomia, la fisiologia e i processi biochimici possono solo essere il regno degli effetti, cioè dei sintomi, e non delle cause anche se resta “aperto” ed in interazione con le altre dimensioni. Per risalire al livello causale bisogna necessariamente passare dalla dimensione vitale, emotiva, mentale (informazionale) e spirituale! E’ per questo che la Dott.ssa Janice Fontaine diceva, già negli anni 70, che la medicina del futuro non sarà più quella del corpo fisico ma, bensì, una medicina dei corpi energetici!

Questo significa riconoscere, studiare ed integrare ognuna di queste dimensioni con le sue leggi e principi specifici. Ovviamente, se una persona si frattura un osso, se si taglia una vena o se un colpo, un’esplosione o una pallotola feriscono il suo corpo, la causa è di natura fisica ma con implicazioni, conseguenze ed interazioni per la parte psichica e spirituale che può aiutare od ostacolare il processo di guarigione. Mentre se una persona contrae il cancro, il diabete, o malattie cardiovascolari le cause sono di origine mentale, emotiva o vitale ma con implicazioni, conseguenze ed interazioni per la parte fisica e spirituale!

Questo paradigma si basa ed è ancorato su alcune premesse ed assiomi molto importanti. Se una persona li capisce ed accetta, allora tutto segue in modo logico e razionale; se invece non li accetta, allora il nuovo paradigma non ha senso e può essere messo in discussione o anche percepito come “poesia”, “fantasia” o buone intenzioni di sognatori romantici! Rapidamente vediamo quali sono questi presupposti ed assiomi, base assiologica del nuovo paradigma:

1. L’essere umano viene definito come homo triplex, cioe’ come un essere fisico, psichico e spirituale e quindi tutta la realtà appare come una trinità multidimensionale con tre aspetti o nature: quello fisico, biopsichico, studiato dalle scienze naturali (fisica, chimica, biologia, e medicina allopatica); quello psichico, psicosociale, studiato dalle scienze sociali (psicologia, sociologia, antropologia e psicoterapia, dalla medicina psicosomatica ed alternativa); e quello spirituale, psicospirituale, studiato dalla scienza spirituale emergente e dalla medicina integrativa e spirituale.

2. La coscienza umana, la psiche, possiede anch’essa tre dimensioni qualitativamente differenti ed in interazione l’una con le altre: il campo di coscienza, l’inconscio ed il superconscio la cui natura è rispettivamente psicosociale, biopsichica e psicospirituale. Questa coscienza può manifestarsi ed esprimersi tramite tre funzioni fondamentali: la conoscenza, l’amore e la volontà ognuna delle quali ha delle connessioni ed un “feed-back loop” con le altre, con la salute ed il benessere della persona. Infine, il grande e vero progresso per l’essere umano consiste nel trasformare coscientemente e nell’elevare il proprio livello di coscienza e di essere, nel volere partecipare alla sua evoluzione e divenire.

3. La conoscenza scientifica (quella riconosciuta come la più valida ed accettata) passa anch’essa attraverso tre fasi successive e cumulative, generando un paradigma scientifico e cognitivo differente: ragione più sensi (modello fisico privilegiato dalle scienze naturali), ragione più sensi, più esperienza umana (modello psicosociale privilegiato dalle scienze umani) e ragione più sensi, più esperienza umana, più intuizione (modello integrale o spirituale, privilegiato dalla scienza spirituale e dal nuovo paradigma emergente della medicina).

4. La realtà e tutto ciò che esiste, dalla materia allo spirito, dal minerale all’uomo, è costituita da energie e frequenze, quantitative e qualitative, le cui scale sono senza fine od infinite… per quanto possiamo saperlo al nostro livello di coscienza. Questo significa che TUTTO quello che esiste è dotato di vita e di coscienza, ma non di vita e coscienza antropomorfica, basata sul modello dell’uomo come “metro di misura”! Questo significa che tutto è interconnesso ed interagente e quindi importante; che tramite la coscienza tutto può evolvere, attualizzare il proprio potenziale, tendere verso il fine per il quale è stato creato e quindi trasformarsi (aumentare o diminuire la sua energia ed organizzazione).

5. L’uomo, il mondo e la vita, quindi la salute, la malattia e la guarigione sono fenomeni intelligibili retti da leggi universali che possono essere scoperte, studiate ed adoperate. Questo significa che l’uomo non è mai frutto del caso, vittima innocente ed impotente, ma responsabile e co-creatore del suo essere, del suo divenire, del suo mondo e della sua salute e benessere … o della mancanza di tutto ciò!

6. Il modello commerciale funziona a meraviglia per le macchine, ma non funziona invece per l’uomo e per la sua salute ed infatti spesso dà risultati opposti di quelli voluti! In altre parole, la premessa che se si spendono più soldi, si fanno più ricerche, si sviluppa una più alta tecnologia e si producono dei prodotti biochimici sofisticati si otterranno migliori risultati, è valida per le macchine e i beni di consumo ma non lo è per l’uomo, per la sua salute, guarigione e benessere. La ragione di questo è che l’uomo è un essere multidimensionale molto complicato, con equilibri molto delicati ed interconnessi, e dotato di meccanismi di autoriparazione ed autoguarigione molto complessi ed efficaci… se vengono mantenuti e trattati nel modo giusto… seguendo il ”manuale d’impiego” fornito dal suo Creatore.

7. Questo “manuale d’impiego” della natura, coscienza e comportamento umano è duplice: da una parte abbiamo la natura, studiata dagli scienziati e che rappresenta l’aspetto immanente (inconscio) del Creatore; dall’altra parte abbiamo le Sacre Scritture, studiate dai mistici più che dai teologi, e rappresentante l’aspetto trascendente (conscio).

8. Louis Pasteur aveva decisamente torto (come lui stesso ammise sul suo letto di morte) quando affermò che “il microbo è tutto” e quindi la medicina doveva basarsi su un “modello di guerra” creando armi sempre più sofisticate per sconfiggere il “nemico”, cioè gli agenti patogeni! Invece aveva ragione Claude Bernard quando disse che “il microbo non è niente ed il terreno è tutto”. In altre parole, non dobbiamo distruggere i nostri cosiddetti “nemici” (agenti patogeni) ma capire quello che gli anziani saggi chiamavano la Vis Medicatrix Naturae, ed i moderni l’asse PNEI che consistono nel sistema immunitario, ormonale, nervoso e circolatorio retti e governati, in gran parte, dalla psiche. Questo in poche parole significa vivere in modo sano, morale e costruttivo in quanto la nostra salute dipende dal cibo che mangiamo, dall’energia o vitalità della quale disponiamo e dal nostro destino.

9. Capire che più evolviamo ed innalziamo il nostro livello di coscienza e più l’effetto placebo” diventa importante; più i nostri pensieri, emozioni, credenze, aspettative e stati d’animo diventano potenti, più sono capaci di manifestare ciò che rappresentano. Come bambini potevamo permetterci di pensare, di coltivare emozioni e di fare fantasie negative, di dire sciocchezze, ma non più come adulti perché allora creeremo letteralmente quello che pensiamo, sentiamo e ci aspettiamo! Questo dà un’importanza crescente e mette l’accento sul positivo e non sul negativo; sul pensare, sentire, ed aspettarci cose vere, belle e buone e sul focalizzare la nostra attentione sulla vita, la salute ed il benessere piuttosto che sulla morte, la malattia e la sofferenza!

10. Infine, rendersi conto che la prima e più importante medicina per il malato è di voler vivere, di avere una ragione e la forza per farlo. Quindi ognuno deve assolutamente diventare una persona responsabile e cooperare con il proprio medico, scelto non a caso, ma per “affinità elettive” e non adagiarsi nel ruolo del paziente passivo che si pone nelle mani della sanità e degli esperti della salute. Qui il “modello di riferimento” per il medico e per la medicina diventa fondamentale. Invece di prendere persone malate o normali, il “modello di riferimento” dovrebbe essere quello dei Santi e Saggi, persone spiritualmente risvegliate, che testimoniano ciò che una persona è realmente e ciò che può fare, quali sono i processi di guarigione superiori.

11. Rivalutare e studiare attentamente la relazione medico-paziente che non dovrebbe mai essere casuale, ma implicare un “riconoscimento” ed una mutua decisione da entrambe le parti di lavorare e cooperare assieme. Il medico non può aiutare tutti; per alcuni può fare “miracoli” mentre per altri può scoprire che non è efficace e che il suo approccio e modello non funzionano! Quindi vale la pena, sia da parte del medico che del paziente, studiare la loro relazione e trovare le persone giuste! Il modello dell’antico medico cinese prevedeva infatti che il medico di famiglia potesse scegliere i suoi pazienti come quest’ultimi erano liberi di sceglierlo, e una volta fatto gli corrispondevano una paga regolare. Se i pazienti restavano in buona salute, allora lui poteva dedicare il suo tempo ad altre cose, ma se si ammalavano allora doveva dare il suo tempo ed energie per aiutarli e per comperare, a sue spese, i rimedi necessari! Il modello moderno, razionalistico, riduzionistico, monopolistico e materialistico richiede che il medico segua tutte le persone che chiedono il suo aiuto e che siano i pazienti a pagare lui e i rimedi richiesti quando si rendono necessari… premiando così la malattia e non la salute!

12. Rendersi conto ed accettare il fatto che mentre tutti possono guarire non tutti posso essere curati! Il sistema medico-sanitario già riconosce ciò quando asserisce che il medico garantisce trattamenti, terapie e rimedi e non la guarigione! Questo per mantenere i suoi privilegi e guadagnarsi la vita! “Curare” significa qui eliminare i sintomi ed estinguere la patolgia che affligge il malatto.”Guarire” invece significa per il paziente accettare la sua situazione, capire che ha uno scopo e che svolge un ruolo importante (quindi trovare la pace, la serenità e l’accettazione) e non l’estinzione della sua patologia della quale potrebbe anche morire se questo è il suo destino!

Come fa il medico a prepararsi e ad adoperare il nuovo paradigma che sta emergendo, cioè quello integrale e spirituale? Ecco alcuni consigli, una lista di suggerimenti e qualche punto veramente fondamentale:

• Il medico deve veramente avere la vocazione della medicina e non può fare il suo lavoro solo per guadagnarsi la vita. Deve poter capire, amare e voler veramente aiutare il suo paziente anche se questi non è in grado di poterlo retribuire!

• Il paziente a sua volta deve credere nel suo medico, essere più o meno sulla sua stessa “lunghezza d’onda” (livello di coscienza e di essere), assumere le sue responsabilità e prendere le sue decisioni accettandone i rischi. Deve imparare a vivere in modo sano, morale e responsabile… e far del suo meglio. Infine, deve capire che ha un destino (in gran parte scelto da lui stesso) e che mentre può sempre guarire (fare progressi reali a livello emotivo, mentale e spirituale) non potrà sempre essere curato (eliminare la patologia fisica) se questo non fa parte del suo destino.

• Il medico ed il paziente potranno imparare a pregare l’uno per l’altro, da soli o anche insieme; potranno fare uno o più pellegrinaggi a santuari autentici o andare a trovare Santi e Saggi, o altri terapeuti che potrebbero essere più qualificati per risolvere i problemi del paziente. Questo, a sua volta, potrebbe attivare la loro intuizione, vivificare il paziente ed il suo asse PNEI e il DNA, e dare loro la forza di accettare quello che non si può cambiare… dopo aver fatto tutto ciò che era possibile fare.

• Qui è fondamentale sia per il medico che per il paziente rendersi conto che i migliori risultati si possono ottenere con cose semplici, naturali e non pericolose a condizione di arrivare all’essenziale e di capire e rimuovere la causa attiva; cioè cambiare attitudini, comportamenti, relazioni o situazioni. Questo in quanto la malattia (meglio detto benetia secondo il Dott. Vincenzo Mazzeo in quanto mette l’accento sul suo lato positivo invece che su quello negativo) è sempre un segnale d’allarme, un richiamo che qualche cosa va cambiato e che il paziente non può continuare così come sta facendo e vivendo ora.

• Con l’evoluzione dell’uomo la vita non diventa più facile ma più difficile (!) allo stesso in modo in cui un bravo studente, quando è promosso, accede ad una classe superiore dove gli esami saranno non più facili ma difficili! Questo significa che sia il medico che il paziente dovranno adoperare tutte le loro risorse, interne ed esterne, per “farcela” nel 21° secolo. A livello specifico e concreto, questo significa che la religione e le medicine etniche, capite nel modo giusto ed interpretate con la prospettiva del nuovo paradigma (ed in particolare quella della spiritualità autentica) potranno dare contributi veramente fondamentali per la medicina integrativa che sta nascendo oggi!

Sintesi e conclusione

Quello che stiamo attualmente vivendo è una grande trasformazione, un rite de passage che ci porta dall’infanzia all’età adulta tramite un profondo cambiamento del nostro paradigma cognitivo. Questo implica, a livello essenziale, una trasformazione ed espansione del nostro livello di coscienza e di essere per poter attivare la nostra intuizione e risvegliare la nostra coscienza spirituale. La chiave qui rimane sempre quella di essere capaci di passare dalla dimensione orizzontale, quantitativa, materialistica e riduzionistica a quella verticale, qualitativa, spirituale ed integrale. Allora la persona potrà tornare a quello che è veramente essenziale e che si avvererà essere semplice, naturale, morale, non pericoloso, non invasivo, non violento, ma molto efficace. Tornerà, in altre parole, a ciò che era previsto dal nostro Creatore!

Questo, a sua volta, significa due cose: vivere in modo conscio ed arrivare alla pace, alla serenità, all’accettazione ed apprezzamento per quello che viviamo, poter ringraziare il Cielo per il grande dono della Vita e di tutte le esperienze ed opportunità che ci apre! Significa imparare ad amare: Dio e gli altri, la Vita e se stessi. Si potrà cosi esorcizzare, una volta per tutte, i demoni della paura, dell’angoscia ed ansietà, della colpevolezza e frustrazione, dell’odio e cattiveria, e della gabbia dell’ego, che costituiscono le grandi cause delle nostre sofferenze, malattie e malesseri. L’alchimia richiesta è quella di trasformare il male nel bene, la malattia nella salute, il nemico nell’amico e la sofferenza nel benessere… e questo solo l’individuo può farlo in quanto se lo fa veramente per sé lo fa anche per tutti gli altri! E questo dipende da noi, da tutti noi, con l’aiuto della grazia e del Cielo!

Riferimenti:
www.cittadinocanadese.com

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