Le “accuse” di inefficacia mosse contro l’agopuntura, spesso si basano su sperimentazioni e dati che non tengono conto dei criteri corretti, necessari per praticare in modo opportuno questa medicina integrata.
E’ comparso su Repubblica del 22/01/09, un articolo il cui titolo afferma che l’agopuntura non funzionerebbe. Ciclicamente escono articoli o ricerche che smentiscono l’efficacia dell’agopuntura.
E’ opportuno fare alcune premesse: l’agopuntura non è una medicina alternativa, ma una medicina integrata, riconosciuta dagli enti preposti a giudicare l’efficacia delle terapie, come Organizzazione Mondiale della Sanità e FDA (Food and Drug Administration), quale metodica sicuramente efficace. Nel 1997 l’I.N.H. (National Institute of Healt) afferma: “I dati a sostegno dell’agopuntura sono in realtà solidi quanto quelli esistenti per altre terapie mediche occidentali largamente accettate”, ma con un minor numero di effetti collaterali e con procedure tecniche che sono ben tollerate dal paziente.
La letteratura scientifica internazionale presenta un numero rilevante di studi clinici inerenti all’agopuntura. Sono state effettuate numerose sperimentazioni in varie branche specialistiche con studi randomizzati e controllati. L’abbondanza di materiale ha reso possibile una metanalisi allo scopo di valutare la quantità e la qualità dei risultati ottenuti, dall’analisi di questi risultati emerge l’indubbia efficacia dell’agopuntura.
E’ necessario capire il significato della sperimentazione in Medicina Cinese. La premessa è che, pur essendo la dimostrazione dell’efficacia insita nei risultati ottenuti nella popolazione cinese su milioni di persone per migliaia d’anni, comunque è fondamentale effettuare verifiche sperimentali, sia per individuare i meccanismi d’azione, sia per dimostrare l’efficacia dell’agopuntura in Occidente; questo perché sia la non conoscenza dei fenomeni sia la distanza culturale rendono difficile la comprensione di una terapia antica, basata su un pensiero di tipo analitico, estremamente differente dall’approccio scientifico occidentale.
La ricerca di base permette di individuare mediante le nuove tecniche d’imaging le modificazioni funzionali indotte dall’agopuntura. Inoltre sono importanti gli studi sull’efficacia in nuove patologie, quali ad esempio l’AIDS ed i disturbi correlati o la terapia delle epatiti, con un inquadramento eziologico, clinico, laboratoristico e bioptico che monitorizzi la loro evoluzione nel tempo, con e senza agopuntura.
E’ fondamentale un inquadramento rigoroso, sia dal punto di vista clinico statistico, sia della comprensione da parte di chi analizzi i risultati del significato degli stessi, a cominciare dalla metodologia della ricerca in agopuntura. Infatti, sono state effettuate numerose ricerche che hanno confermato l’efficacia dell’agopuntura, pur spesso con errori metodologici, che non hanno permesso di comprendere compiutamente il significato di quanto è stato riscontrato.
Molti studi sono stati effettuati con supposti placebo, metodologia di significatività limitata alla farmacologia, essendo indicata a valutare solo l’agopuntura, ma anche altre terapie, quali la Fisiochinesiterapia e gli interventi chirurgici, che mal si prestano a trattamenti simulati.
Inoltre, le ricerche sono state spesso effettuate utilizzando schemi terapeutici con punti fissi, mentre il trattamento deve essere individualizzato al paziente. In queste ricerche non si è verificata l’efficacia della terapia con agopuntura eseguita a regola d’arte, ma unicamente gli effetti determinati dalla combinazione standard dei punti trattati.
Non dobbiamo farci condizionare dallo scientismo; infatti, il metodo scientifico è solo uno degli approcci alla realtà e da solo a causa dei suoi limiti intrinseci imposti dalle conoscenze scientifiche del momento, non può cogliere l’intera realtà.
I nuovi recenti approcci della medicina occidentale, successivi all’identificazione della sequenza del genoma, stanno indirizzandosi verso farmaci e terapie non solo genericamente indicati per una malattia, ma mirati al singolo paziente in base alla costituzione genica dell’individuo.
La Medicina Cinese, partendo dall’osservazione dei pazienti e strutturandosi sul pensiero analitico, proprio della cultura cinese ha, da tempo, individuato e reso diagnosticabili, mediante l’anamnesi e l’esame clinico, non solo i deficit dei cinque elementi, che non sono altro che sistemi omeostatici del nostro organismo, determinati dalla costituzione genica di ciascun individuo, ma anche le loro evoluzioni, legate all’interazione con l’ambiente, la società, la famiglia e il vissuto psichico.
Effetto Placebo
Spesso, specialmente nel passato, i risultati delle terapie con agopuntura erano attribuiti all’effetto placebo. L’ipotesi è facilmente confutabile: infatti, sono curati vari animali, che devono essere legati prima del trattamento; successivamente vengono infissi gli aghi, azione che, non essendo chiaramente possibile spiegare loro le finalità, è recepita dai “pazienti” come un atto aggressivo. In questi casi si determinerebbe più verosimilmente un effetto “nocebo”, ma nonostante ciò, la terapia ottiene risultati talmente buoni che è sempre più richiesta, determinando l’attivazione di numerosi Corsi per Veterinari.
Anche i successi negli interventi chirurgici, spesso effettuati in anestesia generale, mostrano indiscutibilmente l’efficacia dell’agopuntura sia nei confronti del dolore, sia come sostegno alle funzioni vitali.
Infine le ricerche cliniche mostrano la differente efficacia negli interventi in cieco, a seconda della tipologia di trattamento: casuale, standard o individualizzato. Dimostrata l’infondatezza di quest’ipotesi è indubbio che un buon rapporto medico-paziente contribuisca ad aumentarne l’efficacia, come del resto accade in tutti i trattamenti medici. Ricordiamo, ad esempio, come una ricerca inglese abbia riscontrato che i risultati d’interventi chirurgici della stessa difficoltà effettuati dalla medesima equipe chirurgica variano a seconda dell’atteggiamento psicologico degli operati, obiettivato mediante test psicodiagnostici..
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