Per l’igienismo la malattia non è affatto un “mostro diabolico”, ma piuttosto una intelligente, logica, positiva e risolutiva espulsione di tossine…
Spesso è più facile trattare coi carnivori che coi vegetariani dubbiosi
Vi confesso che trovo spesso più apertura e più accoglienza convincente tra i carnivori in crisi che tra i vegetariani dubbiosi. Dopotutto, molti mangia-bistecche confessano francamente il loro antipatico vezzo. “Mangio tuttora carne, ma so che sto sbagliando” è la loro tipica giustificazione. In pratica, essi sono in attesa di un’alternativa che sia però convincente su tutti i fronti. Esiste da parte loro la determinazione a cambiare e ad entrare in un nuovo percorso, non appena qualcuno gli presenti uno schema efficace e privo di presunte ma in realtà inesistenti insidie.
La fragilità ideologica è un’insidia da combattere
Quello che invece mi sbalordisce è la fragilità ideologica di certi vegetariani che sono tali più di nome che di fatto. Tutti insoddisfatti delle loro condizioni e dei cibi vegetariani che consumano, tutti convinti di essere pieni di carenze dovute ai difetti della frutta e della verdura contaminate dai pesticidi, e tutti alla ricerca di rimedi strani, di integrazioni B12, di alghe particolari, di sali speciali, di funghi miracolosi, di terapeuti ultimo grido, di spiruline, di fichi e kaki biologici (quando nessuno si sogna di sprecare spray velenosi su tali alberi). Tutti alla ricerca di qualcosa di più e qualcosa di meglio di quanto in realtà già hanno e non sanno di avere.
A troppi vegetariani mancano tuttora alcuni concetti basilari di cultura igienistica
Ora sappiamo benissimo che viviamo in un pianeta sempre più inquinato, ma questo non deve essere un alibi per rinunciare ai nostri sani principi. Dire che “Fumo, tanto l’aria è già sufficientemente inquinata” non migliora di certo la situazione. Logico sarebbe semmai il ragionamento contrario, per cui decido di fare ancor più esercizi respiratori all’ombra di un pino, al fine di contrastare l’inquinamento generale dell’aria.
La verità è che a troppi vegetariani mancano le basi cognitive dell’igienismo naturale, per cui non capiscono ancora la grande differenza tra i sintomi di malattia e la malattia stessa. L’importanza e l’utilità delle crisi eliminative.
La gente continua a non capire l’importanza e l’utilità delle crisi eliminative, fatte di dolori e di fastidi di breve periodo, di febbri e influenze purificative, che servono però a scaricare tossine, a disintossicare l’organismo, a disinnescare processi patologici ben peggiori e a garantirgli una strada equilibrata nei mesi e negli anni a venire.
Cavarsela bene con carne, integratori e caffè, ci può stare, con illusorie diete Atkins o Lemme
Un amico teoricamente vegano mi ha appena detto che esistono dei consumatori di carne e di caffè, di vitamina C in megadosi, che se la cavano benissimo e hanno pure il sangue fluido. A quel punto, potrei virtualmente fare un falò di tutti i miei scritti, di tutte le mie conferenze, e andarmene in penitenza lungo la salita di Castelmonte, o magari in esilio in un’isola sperduta, alla ricerca di nuovi equilibri e di nuove ispirazioni. Il problema è che non ha affatto ragione lui, e che contemporaneamente non ho affatto torto io, per cui Castelmonte o i Caraibi possono ancora attendere.
Stiamo attenti alle uscite paradossali e alle eresie diseducative
Stiamo attenti a non abboccare a ogni nuovo amo. Stiamo attenti a non farci traviare dai tanti tranelli e dai numerosi morbi mentali che stanno lungo il percorso. Stiamo attenti ai falsi vegetariani che parlano contro le arance scassa-denti, quando le arance sono le migliori amiche delle ossa e dei denti mediante il loro incomparabile potere alcalinizzante, che si misura non nella loro leggera acidità di partenza, ma nel potere magico delle loro ceneri alcaline a livello duodenale.
Stiamo attenti a non idealizzare il latte, solo perché l’Ayurveda e il Vangelo degli Esseni lo concedono. Se nei pascoli di montagna e tra i pastori ci fosse qualche prelevamento occasionale e manuale di latte, da animali mai destinati al macello, non ci sarebbero grandi proteste etiche, ma solo obiezioni tecnico-salutistiche alla luce delle nostre odierne conoscenze.
Stiamo attenti a non demonizzare i cereali e la frutta secca, solo perché Ehret li incluse tra i cibi muco-formanti, quando si tratta di cibo fondamentale per il gruppo B e gli Omega-3, e quando l’uomo è sempre dotato di un margine di tolleranza nei riguardi di leggere e innocue mucosizzazioni.
Per la gente cardio-stimolata e cardio-accelerata tutto va a gonfie vele, ma dura minga
Dire poi che mangiare carne cruda e pesce crudo non viscosizza e non acidifica il sangue è un’altra delle eresie che si sentono in giro. Dire che esistono vegani dal sangue più denso ed avvelenato dei carnivori è una ennesima bufala della serie, che non tiene conto degli errori madornali di molti che si definiscono vegani ed igienisti mentre, nei fatti concreti, non lo sono affatto. Dire invece che esistano carnivori temporaneamente ed apparentemente in gran spolvero, sorretti da un sistema cardio-stimolato e cardio-accelerato dal veleno carne, e stampellato da integratori minerali e da vitamine sintetiche, droganti e dopanti al pari del the e del caffè, è sicuramente corretto. Ma dura minga, come dicono a Milano.
I casi di Eddie Merckx e di Cassius Clay
E’ come il discorso dei calciatori, che nonostante le diete assurde ed alto-proteiche dei rispettivi club resistono al pari delle querce, imitano Maradona e non si piegano mai, per cedere poi di schianto, sradicati dalla loro inattaccabile fortezza. E’ come Eddie Merckx, che vinceva tutto a suon di bistecche, e che sceso dalla bicicletta si trasformò in pochi mesi, da scheggia muscolosa quale era, in gonfio, inguardabile ed imbarazzante ciccione, imitato da Cassius Clay, che sceso dal ring perse drammaticamente ogni sua agilità, soccombendo persino ai tremori dell’Alzheimer.
Pitagora, Ippocrate e Leonardo si misurano non certo a peso, ma a qualità
Qualcuno pretende da me dati, formule, numeretti, milligrammi, percentuali e radici quadrate sulla viscosità del sangue. Più B12 ha il vostro sangue e più viscoso è, questo è poco ma sicuro. Meno vitamina C e meno ferritina assimila e meno fluido è il sangue, questo è poco ma sicuro. Ma la mia vera risposta è che Pitagora, Ippocrate, Leonardo, San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio di Padova, non si misurano a peso ma a qualità e a sentimento.
Siamo trasparenti e non dobbiamo dimostrare proprio niente
La verità, le leggi della natura, le leggi divine, la bellezza, l’amore, la compassione, la bontà, la giustizia, non sono sottoponibili a peso, a prova e ad esperimento. L’onere della prova lo scarichiamo eventualmente sui Cremonini, sugli Smithfield, sui Rockefeller, sui Clinton e sugli Obama. Noi non abbiamo nulla da dover dimostrare.
Ci spieghino piuttosto, i governanti mondiali e quelli del nostro paese, il motivo delle scie chimiche che stanno scaricando i peggiori veleni sopra le nostre teste. Ci rivelino, se ne hanno il coraggio, il perché sincero degli tsunami indonesiani e dei terremoti stile Haiti.
Sia per l’allopatia che per la sorellastra omeopatia, la malattia è qualcosa da combattere
Sia per la medicina allopatica, che per la medicina ancor più sbagliata e venale che si chiama omeopatia, la malattia è una gran nemica da combattere, col napalm e il lanciafiamme nel primo caso, con le minidosi nel secondo. Quanto alla prevenzione, si realizzerebbe in entrambi i casi mediante le vaccinazioni, uno dei metodi più odiati ed aborriti dal sistema immunitario.
Farmaco uguale veleno, medico uguale avvelenatore e farmacia uguale velenìa
Lo schema medico è basato sulla cura farmacologica del sintomo, quando ben sappiamo che la parola “farmaco” in greco significa esattamente “veleno”. Se si usasse la parola giusta “avvelenare”, anziché la parola “curare”, la gente starebbe più attenta, prima di mettersi nelle mani di qualsiasi persona, solo perchè avvolta in un camice bianco o verde che sia.
Se la laurea in medicina si chiamasse propriamente “laurea in avvelenamento e in rimozione chirurgica”, la gente ci penserebbe due volte prima di deificare per principio, e non a ragion veduta finale, la persona del medico. Se le farmacie si chiamassero “velenìe”, la gente ci andrebbe con maggiore prudenza.
L’igienismo, al contrario della medicina, ha adottato i principi di Ippocrate
Per l’igienismo la malattia non è affatto un mostro diabolico, ma piuttosto una intelligente, logica, positiva e risolutiva espulsione di tossine. Una fase costruttiva indispensabile per realizzare un processo guaritivo. La natura è sovrana medicatrice dei mali – diceva Ippocrate – e l’igienismo non ha fatto altro che adottare questo sano principio come sua inalterabile legge.
L’aria è il primo nutriente, diceva Ippocrate, e l’igienismo non ha esitato a fare suo questo concetto.
“Primo non nuocere“, diceva Ippocrate, e l’igienismo non si sogna di applicare tecniche nocive ed invadenti, ma di optare sempre per il male minore, ovvero per il digiuno terapeutico e il semidigiuno.
La malattia si fa sentire in un punto specifico, ma è generata altrove
L’igienismo sa che la malattia non dev’essere sradicata e debellata, trattandosi di un meccanismo logico-riparatorio nelle mani del sistema immunitario. L’igienismo sa che il più delle volte la malattia non riguarda l’area o il punto in cui essa si manifesta e colpisce, ma l’intero organismo, e che ha trovato in quel singolo punto il nostro lato debole, il nostro tallone d’Achille.
La demenzialità di certi concetti medici sulle cure
Deve dunque essere curata la malattia? Può essere curata la malattia? Il metodo medico di concepire, leggere, interpretare la malattia è sballato, è infantile, è addirittura castronesco e demenziale – parola di Alec Burton, presidente della Associazione Internazionale dei Medici Igienisti, e non certo di un arrabbiato mangia-medici.
Perché il metodo medico è castronesco e demenziale?
1) Perché pensa alla malattia come ad un’entità esterna, nemica, illogica, idiopatica, aggressiva, e non certo a un processo ordinato, a un meccanismo biologico naturale.
2) Perché pensa che ogni malattia sia diversa dall’altra. Non un singolo nemico, ma un esercito di
nemici dai nomi e dalla caratteristiche diverse, da combattere con migliaia di armi chimiche diverse.
3) Perché gli manca il concetto igienistico della tossiemia, l’idea del margine di tolleranza tossica, e della goccia di veleno che fa traboccare il vaso.
4) Perché il concetto di cura medica è raramente collegato al concetto di causa, per cui ogni attenzione va allo sradicamento del segnale-sintomo, al martellamento della spia rossa, mentre le cause di malattia rimangono indiscusse ed inalterate al loro posto.
5) Perché curare la malattia-sintomo non significa per niente ripristino salute e guarigione, visto che le cause sono rimaste al loro posto.
6) Perché le sostanze usate per curare non sono mai naturali ed innocue, ma vengono pescate tra i peggiori veleni, quelli in grado di ostacolare ed usurpare i processi naturali dell’organismo.
La malattia è un cammino ordinato, ed anche un processo biologico costruttivo
Ribadiamo che la guarigione, cioè il ripristino della salute, è sempre un processo biologico, un cammino ordinato, una costante naturale del corpo che, messo in carreggiata, non va mai contro se stesso.
La natura della malattia è difensiva, rimediale, eliminativa, adattiva. La malattia rappresenta un tentativo naturale del corpo di ripristinare la normalità, quando la normalità stessa è stata perturbata da cause innaturali.
Curare la malattia è perniciosa superstizione
Concludiamo dicendo che, se la malattia è un processo biologico intelligente, orchestrato e gestito dal sistema immunitario, che porta al recupero, curarla e debellarla è un danno, ed è pure impossibile utopia. Curare la malattia è perniciosa superstizione. E’ un voler cambiare i connotati a un processo naturale. Se uno migliora o guarisce con certe cure mediche, con certe operazioni, o con certi trapianti, lo fa non grazie a tali interventi invasivi, ma nonostante essi. Guarisce perché ha una gran scorza, una forte fibra vitale, e una certa dose di fortuna. L’errore non sta negli svariati metodi di cura o nelle sostanze usate, ma nel tentativo stesso di curare e di sconfiggere la malattia.
Significato di cura della non-cura
Cura della non-cura non significa lasciare un malato a se stesso e fregarsene di lui. Cura della non-cura significa non interferenza col sistema immunitario. Cura della non-cura significa optare per il riposo fisiologico, ovvero per il digiuno a tanti litri d’acqua distillata o comunque super-leggera, con zero o con minimo ammontare di minerale inorganico, acqua indispensabile come solvente e come mezzo espulsivo delle tossine antiche e recenti incrostate ed accumulate nei vari punti critici dell’organismo.
Evidenziare e non soffocare i sintomi
L’igienismo è per far venire a galla i problemi, non per mascherarli e nasconderli, non per soffocarli con farmaci e altre sostanze concentrate e innaturali, non per dribblarli con vaccini avvelenati che stanghino, indeboliscano e decapitino il nostro sistema immunitario, rendendolo incapace di reagire ai processi di intossicazione, ed impedendogli di fare il suo lavoro disintossicante, basato essenzialmente su piccole crisi febbrili chiamate influenze stagionali, o influenze generalizzate stile pandemie, tutte utili ed indispensabili per evitare guai peggiori.
Medicine e vaccini in stato di salute
Medicine e vaccini non servono in stato di salute. Nulla hanno a che fare col corpo umano. Se prese oralmente o per endovenosa in stato di salute, vengono eliminate quanto più rapidamente possibile attraverso gli organi escretori, mentre alcune loro componenti micidiali come i metalli pesanti tipo alluminio, mercurio, nickel, piombo, finiscono depositati all’interno del corpo, dopo che sia i reni, che il fegato e la pelle, si rifiutano di riceverle, causa la loro causticità.
Medicini e vaccini in stato di malattia
In caso di malattia, farmaci e vaccini fanno doppiamente male, in quanto il corpo è già di per sé indebolito e poco reattivo, per cui il processo di malattia viene prolungato nel tempo, e il lavoro di espulsione veleni e di deposito metalli pesanti avviene con modalità diverse e in tempi triplicati. Si attua in tal modo una pericolosa diversione di energie che, in un corpo malato, servirebbero tutte per affrontare e superare la crisi patologica in corso, e non certo per contrastare l’ulteriore carico tossico del farmaco o del vaccino, che il corpo, sano o malato, riconosce e valuta sempre come nemici da espellere al più presto possibile.
Dal 9 al 23 ottobre tutti a Clusone (telefonare a Scaffidi: 035-340208 o 338-9222610)
Stamane siamo andati tutti a Ponte Selva di Clusone, e abbiamo avuto modo di apprezzare la magnificenza della nostra futura sede e della pineta montana in cui è inserito quello che chiameremo il Villaggio della Salute, dove l’aria resinosa e sottile è una autentica manna salubre per tutti, ma in particolare per chi ha problemi di bronchi e di polmoni, oltre che di cuore e di ipertensione.
Ricordo ancora, per chi si fosse distratto, che dal 9 al 23 di ottobre, il maestro Scaffidi, pernotterà stabilmente alla Scuola di Benessere, che chiameremo Università della Salute, praticando visite iridologiche con i nuovi strumenti potenziati di cui si è dotato, insegnando le cure tipiche della naturopatia tedesca e lezaetiana (cataplasmi e idro-termo-fangoterapia), e organizzando digiuni e semidigiuni (cura dell’uva) per coloro che lo vorranno. Dal 16 ottobre ci sarà pure Franco Libero Manco.
Valdo Vaccaro
Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo
Fonte:
Conferenza-seminario ABIN di Gandino-Bergamo, del 25 Settembre 2010
http://valdovaccaro.blogspot.com.
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