‘Imparare’ a respirare

'Imparare' a respirare

Intervista a Giovanni Gnecchi, trainer di Respiro, a cura di Carlo Dorofatti.

Perché è importante “imparare” a respirare?

Vorrei iniziare dicendo che esistono infinite tecniche respiratorie, tuttavia la maggior parte delle persone è scarsamente interessata al proprio modo di respirare. Eppure la respirazione è la prima funzioneche il nostro organismo svolge per mantenerci in vita. Spesso siamo scrupolosi riguardo a ciò che mangiamo, beviamo e a come dormiamo, ma veramente poco riguardo a come respiriamo. In realtà una maggiore consapevolezza sull’argomento unita alla pratica può portare, tra le altre cose, diversi benefici alla nostra salute e al nostro umore.

Puoi fare qualche esempio?

Volentieri. Quando respiriamo è tutto il corpo che respira. Siamo fatti di cellule che si nutrono di ossigeno. La respirazione cellulare permette di ricavare molecole energetiche (ATP) e calore a partire da carboidrati, lipidi o altri metaboliti.
Organi e tessuti composti da cellule “stanche e affamate” svolgono con più difficoltà il loro lavoro. Esistono inoltre molti studi che evidenziano come il 75% delle tossine andrebbe espulso tramite sostanze disciolte nell’espirazione, tuttavia ricerche effettuate negli Stati Uniti testimoniano che su 100 persone, 10 sfruttano il 50% delle capacità del loro apparato respiratorio, mentre le altre 90 ne sfruttano meno del 50%; fra queste ultime, ve ne sono 50 che ne sfruttano meno del 10%.
Mediamente in un adulto ogni polmone ha una capacità di 1,5-2 litri. È come se avessimo nel petto due bottiglie di acqua. Qualcuno le riempie di aria fino a metà (e sono molto pochi come dicevamo, solo 10 persone su 100). Qualcuno le riempie meno della metà (90 su 100), mentre qualcun altro le riempie a mala pena per una quantità comparabile a un bicchierino di vodka (50 su 100).

Quindi possiamo dire che chi respira di più si disintossica e aiuta il corpo a “funzionare” meglio, chi respira meno si priva di parecchi benefici?

Sì. Come diceva lo psichiatra Alexander Lowen, “tutti sanno che chi non respira è morto. Pochi hanno capito che più si respira e più si è vivi”.

Ti faccio un altro esempio. Il pH è la misura del grado di acidità o di alcalinità di un liquido e la sua scala di misurazione va da 0 a 14. Da 0 a 7 si parla di acidità decrescente, a 7 di neutralità, da 7 a 14 di alcalinità crescente. In tutti gli organismi viventi ogni variazione importante e improvvisa dei valori del pHpuò essere deleteria. Esiste perciò un certo numero di sistemi di protezione, denominati sistemi tampone, il cui ruolo è di evitare queste variazioni.
Per quanto riguarda le variazioni del pH, il sangue è il tessuto più protetto: il suo pH rimane stabile tra 7,36 e 7,42 (alla stessa stregua del pH degli altri liquidi fisiologici : il sudore, le lacrime, la linfa, ecc.). Infatti il pH sanguigno può variare soltanto entro stretti limiti (da 7.02 a 7.80); in caso di un loro superamento possono manifestarsi gravi disturbi metabolici e dello stato di coscienza.

Invece il nostro corpo ha una tendenza naturale all’acidità, poiché, a causa del suo funzionamento, produce continuamente scorie acide. Queste ultime sono eliminate principalmente attraverso i reni e i polmoni. Quando la funzione di questi organi è ridotta o quando, sotto l’influsso di molteplici fattori acidificanti, la produzione di acidi è troppo elevata, le scorie sono espulse nel tessuto connettivo per mantenere il pH sanguigno al suo valore normale. Inizia così il temibile processo dell’acidificazioneche può portare all’acidosi cronica dei tessuti.

Un certo numero di sintomi si manifesta e s’insedia progressivamente nell’organismo sovraccarico di scorie acide. I principali sono: la fatica, l’appetito sregolato con crisi di bulimia, l’alito cattivo, l’iperacidità gastrica, la stitichezza, le emicranie, la traspirazione eccessiva, la predisposizione ai raffreddori, le cervicalgie, la sinusite e la bronchite croniche.
Inoltre l’acidosi accelera il processo d’invecchiamento e costituisce il terreno propizio al manifestarsi di numerose malattie, tra cui quelle renali e vescicali, i reumatismi, il diabete, l’ipertiroidismo e persino il cancro.
Dato che i metaboliti acidi sono eliminati oltre che attraverso i reni, anche dai polmoni, accelerare il ritmo respiratorio contribuisce efficacemente a ripristinare l’equilibrio.

A livello più tangibile che cosa può notare di diverso una persona che pratica tutti i giorni una respirazione più consapevole?

Digerisce più facilmente, va di corpo tutti i giorni, ha meno difficoltà a prender sonno e a dormire, ha una vita sessuale più intensa, ha più energia a disposizione per realizzare ciò che vuole. La pressione sanguigna si regola e i muscoli cervicali si rilassano, quindi emicrania e cefalee svaniscono. Le vertebre si espandono e le cartilagini trovano sollievo, quindi diminuiscono dolori alla schiena.
Inoltre, una persona in salute è una persona sorridente e attiva: mens sana in corpore sano.

Respirare meglio può portare anche a una maggiore lucidità di pensiero e gestione delle emozioni?

Sì. Innanzitutto respirare consapevolmente ci porta a stare nel momento presente e quindi a poter osservare i nostri costrutti mentali.
Secondariamente, il modo di respirare che ognuno di noi ha è uno specchio del modo in cui vive, delle sue convinzioni, delle emozioni che ha provato, delle esperienze che ha vissuto. Quando proviamo una forte emozione il nostro modo di respirare cambia immediatamente. Ricorda quando hai avuto uno spavento o un profondo momento di gioia, quando eri ansioso e impaurito o a quando da adolescente correvi per raggiungere la persona amata. Lowen e prima ancora Reich se ne accorsero: quando cambia lo stato emotivo, cambia la respirazione.

In base alla mia esperienza, come le mie emozioni e i miei pensieri influenzano la mia respirazione, così accade anche il contrario: quando cambio il mio modo di respirare cambiano i miei pensieri, convinzioni, sentimenti, ed emozioni, ovvero cambia il mio modo di vivere e di pormi nei confronti di ciò che mi circonda.
Non è un caso che Anima derivi dal termine greco anemos che significa “vento”, allo stesso modo diSpirito che deriva dal latino spiritus, ovvero “soffio vitale”. Ci sono poi moltissime espressioni e modo di dire che fanno riferimento a ciò che ho appena detto: “sospiro di sollievo”, “mi manca l’aria”, “questa cosa mi dà un po’ di respiro”, “mi sento soffocare”, “è come una boccata di aria fresca”.

Tu che tipo di tecnica proponi? Che origini ha? Come si è evoluta nel tempo?

Io guido le persone portandole a respirare in maniera circolare (ovvero senza pause fra inspirazione ed espirazione), diaframmatica e rilassata. Questa tecnica ha affinità con Rebirthing, Respirazione Olotropica, Breathwork, Vivation, Trasformational Breath e altre. In tutte queste tecniche la cosa in comune è la circolarità dell’atto respiratorio; esistono poi particolarità che le contraddistinguono l’una dall’altra sia nella pratica che nel lavoro che il Facilitatore svolge. Tutte, comunque, conducono le persone in un viaggio catartico per il corpo, la mente e lo spirito.

Ciò che io propongo è uno strumento semplice, essenziale e intuitivo che può essere utilizzato autonomamente in brevissimo tempo. Per me è molto importante che le persone siano independenti e che si “liberino” dalla mia guida il più velocemente possibile. Gurulandia è piena di persone che non vedono l’ora di proiettare il loro maestro interiore su qualche figura pseudo-carismatica fuori di loro.
Io voglio essere co-creatore di un mondo in cui ognuno sia centrato, leader di se stesso e abbia alla portata di mano gli strumenti per cavarsela con le proprie forze e risorse.
Per respirare qualche minuto durante la giornata, con tutti i benefici di cui sopra abbiamo parlato, non è necessario alcun facilitatore. Sul mio blog è possibile trovare la descrizione di diversi esercizi coi quali iniziare a fare un po’ di pratica.

Puoi spiegare meglio che cos’è un Facilitatore del Respiro? Come svolgi il tuo lavoro?

Lo dice la parola stessa. È una persona che “facilita”, che rende le cose facili. Nel mio caso la respirazione. Io non mi interesso direttamente dei problemi delle persone, sono più interessato a come respirano e ai loro progetti futuri. Nel mio lavoro di facilitazione utilizzo le competenze che ho acquisito negli anni partecipando a diversi tipi di formazione (spesso con Max Damioli, noto trainer di Respiro) e con i miei studi sulla comunicazione, la Programmazione NeuroLinguistica e la Musicoterapia.
Non mi ritengo assolutamente un terapeuta, anzi, evito di lavorare con chi ha patologie particolari, assume psicofarmaci o è in cura da medici, psicologi e psichiatri, a meno che non ci sia il monitoraggio o la collaborazione da parte dei primi.

Quali progetti hai per il futuro?

È uscito con le Edizioni Montag un mio primo libro: La Storia di un messaggio per te. Si tratta di un testo molto particolare (un saggio romanzato) di cui vado molto fiero e che credo possa aiutare molte persone ad aprire la mente e a percepire la realtà che viviamo in un modo nuovo. È un viaggio originale dentro se stessi, ed è strutturato in modo tale che il lettore diventi partecipe della storia che sta leggendo. Tuttora sto continuando ad approfondire gli studi e la sperimentazione sulla respirazione.
Cerco di non sentirmi mai arrivato, sono convinto che ci sia ancora molto da scoprire in questo ambito.

Tra poco uscirà un nuovo libro, scritto insieme a Carlo Dorofatti e a Erica Holland che si intitoleràPercorsi di Alchimia Personale, pubblicato da Anima Edizioni.
Da parte mia l’obiettivo è stato quello di scrivere un manuale molto dettagliato sul Respiro, la sua pratica e soprattutto la sua facilitazione. Inserirlo all’interno di un più ampio manuale che includesse la gestione delle dinamiche mentali e una guida per la meditazione è stata un’idea ottima secondo me: il risultato è qualcosa di molto pratico ed efficace.

In futuro spero di conoscere tante altre persone mosse dagli stessi intenti con le quali poter collaborare e poter realizzare progetti sempre più ambiziosi per la crescita, lo sviluppo e il Ben-Essere dell’essere umano in contesti in cui l’etica e la solidarietà siano valori di riferimento.


Milano, il 12 febbraio 2012, si svolge il
Seminario di Respiro e Meditazione 
con Carlo Dorofatti e Giovanni Gnecchi
Cliccare qui per i dettagli dell’evento



CENNI BIOGRAFICI


Giovanni Gnecchi parallelamente all’attività di educatore e animatore musicale nelle scuole, nei centri di aggregazione giovanile e nelle comunità terapeutiche, si occupa da alcuni anni di crescita personale. Si è formato come Facilitatore e Trainer di Respiro, Musicoterapista e Counselor in Programmazione NeuroLinguistica a indirizzo sistemico. Collabora con la società di formazione METAmorfosi Group e tiene corsi, seminari e laboratori sulla respirazione, il pensiero creativo e la comunicazione.
Ha pubblicato il libro La storia di un messaggio per te (Edizioni Montag) e il saggio Percorsi di Alchimia Personale (Anima Edizioni) con Carlo Dorofatti ed Erica Holland co-autori.
È co-fondatore e vicepresidente dell’Accademia A.Co.S. per la quale tiene conferenze e seminari sul Respiro e sulla PNL sistemica integrata con tecniche di consapevolezza e auto-coscienza che derivano dalla sua esperienza di ricerca personale.

www.accademiaacos.it
gio.gnecchi@accademiaacos.it

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