Curare l’orto non solo a casa ma anche in ufficio: un modo per rivalutare le aree urbane metropolitane, ma anche un anti-stress naturale capace di migliorare il benessere dei dipendenti.
Non c’è attività più distensiva e utile che curare il proprio orto o giardino e godere dei frutti di un lavoro fatto con passione, dedizione e allegria, al punto che si parla addirittura di ortoterapia. Ma chi ha detto che non si possa fare anche al lavoro?
Ebbene sì, è in arrivo dagli Usa la stravagante idea per rendere la pausa pranzo in azienda veramente “produttiva”. Si chiamano Corporate Gardens e rappresentano l’ultima frontiera abbattuta dai seguaci statunitensi della Green Economy.
La moda ha contagiato praticamente tutte le grandi aziende, tra le quali spiccano nomi altisonanti come Toyota, PepsiCo, Kohl, Google e Yahoo. Tutte si sono attrezzate con sementi e attrezzi vari per sfruttare in maniera “sana” gli ampi spazi che circondano gli edifici amministrativi e consentire ai dipendenti di trascorrere parte della sosta per il pasto tra ortaggi, frutta e verdura.
Le regole sono poche e semplici: i Corporate Gardens – veri e proprio orti metropolitani – possono essere coltivati liberamente dagli impiegati impiegando tutto il tempo che si desidera (ovviamente nelle pause concesse) alla manutenzione degli spazi e alla cura delle piante. Attività che si traduce, a quanto pare, non solo in un modo divertente e sano per rivalutare le aree urbane metropolitane, ma anche in un anti-stress naturale capace di migliorare il benessere dei dipendenti con un costo minimo.
Senza contare che i prodotti coltivati negli orti aziendali finiscono direttamente nelle mense o sulle tavole delle famiglie, con grande soddisfazione dei loro ‘produttori’.
Se fino a ieri “l’orto-mania” aveva contagiato solo un’elite di aziende progressiste della Silicon Valley, adesso sono centinaia le corporation che in ogni angolo del paese che consentono ai propri impiegati di cimentarsi “part-time” nel ruolo di contadini durante la giornata lavorativa. E c’è addirittura chi, come il colosso cosmetico Aveda, ha preso la questione così seriamente da organizzare turni di semina, raccolta e irrigazione periodici.
Zappare la terra, assicurano tutti, è un modo sano e divertente per combattere lo stress, azzerare le gerarchie aziendali e godere della soddisfazione di tornare a casa con le borse piene di prodotti coltivati con le proprie mani. Non sarà il caso di tentare l’esperimento anche in Italia?
Erika Facciolla su tuttogreen.it
Segnalato da Tg Good News
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