Sole e salute: un legame importante

Sole e salute: un legame importante

Il Sole può essere fonte di guarigione interiore ed esteriorie. Del Sole non bisogna aver paura, se avvicinato con cognizione di causa può essere una fonte di conoscenza e guarigione interiore e, per riflesso, anche esteriore o fisica – Intervista a Daniel Lumera su LaStampa.it

Del Sole, negli ultimi anni è nata una vera e propria fobia. Da più parti si dice che è pericoloso, che può causar tumori della pelle, rovinare la vista e via discorrendo. Tuttavia, non tutti sono d’accordo – almeno non in certi termini – e ritengono che il Sole, se avvicinato con cognizione di causa possa invece essere benefico per il corpo, la mente e lo spirito.

Il problema dei rischi per la salute connessi all’esposizione ai raggi solari, sostiene Daniel Lumera – dottore in Scienze Naturali e ricercatore indipendente – è proprio l’esposizione. Proponendo un esempio calzante, il dottor Lumera fa notare che se noi restiamo alcuni giorni senza bere e poi, di colpo, ci beviamo 10 litri di acqua è normale che magari ci faccia male, anche se l’acqua in sé dovrebbe fare bene. Ecco, questo è ciò che avviene per la maggior parte delle persone: durante tutto l’anno non prende mai il benché minimo raggio solare poi, durante i pochi giorni di vacanza estiva, ne fa un’overdose…

Per far comprendere a tutti l’importanza della luce solare, Lumera ha pubblicato un libro dal titolo significativo: Il codice della luce – Nutrirsi e guarire con il Sole, edito da Anima Edizioni. In questo volumetto Lumera in modo semplice ed efficace spiega come le frequenze della luce solare contengano preziose informazioni per la nostra salute, il nostro benessere e, infine, anche la nostra evoluzione.
Noi l’abbiamo letto e ci sono sorte alcune domande a cui avremmo voluto avere risposta. Per questo motivo ci siamo rivolti direttamente all’autore.

La prima domanda riguarda il ruolo del Sole che, nei millenni, ha perso d’importanza per l’uomo. Tanto che, oggi, è considerato più un problema che non una risorsa dispensatrice di vita.
– Dottor Lumera, il Sole è il grande “dio” di tutte le civiltà antiche, come mai noi uomini moderni e civilizzati (almeno apparentemente) non riusciamo più a comprendere l’incredibile importanza di questo astro?

L’essere umano moderno intuisce lo straordinario potenziale del Sole in termini di salute, energia ed evoluzione, ma è troppo distratto da uno stile di vita frenetico e competitivo, basato su logiche di convenienza anziché di cooperazione, per comprendere e utilizzare realmente la ricchezza che questa fonte di luce, calore e vita può donare a livello personale e collettivo – spiega Lumera.

Secondo la mia prospettiva abbiamo perso la capacità di relazionarci in maniera intuitiva ai modelli naturali e di comprendere il loro linguaggio. Al giorno d’oggi non sono più le virtù della coscienza a indicare il livello di evoluzione; il parametro di misura è diventata la tecnologia. Chi è più tecnologico è più evoluto. Eppure basterebbe uno starnuto del Sole per bloccare in un istante tutto l’ingranaggio che muove la società moderna: internet, radio, televisioni, cellulari, trasporti, luce e tutto quello che è connesso con i campi elettromagnetici. Il mondo così come lo conosciamo si fermerebbe. Affidarsi completamente alla tecnologia è, dal mio punto di vista, molto limitante. Personalmente credo in una ricerca che unisce scienza e coscienza, ragione e intuizione, materialità e spiritualità».

La seconda domanda che ci è sorta riguarda la capacità di alcune persone di “cibarsi” esclusivamente di luce, ossia non mangiare e addirittura non bere più ma assorbire energia direttamente dal sole. Possibile?
– Dottor Lumera, la storia antica e odierna racconta di persone che sono in grado di sopravvivere senza cibo, alimentandosi solo ed esclusivamente a “Sole” e acqua. Che spiegazione fornisce la scienza in merito?

La scienza, come è giusto che sia, ha un atteggiamento scettico – specifica Lumera. C’è molta cautela, nonostante alcune rilevazioni siano realmente sconcertanti, come il caso di Prahlad Jani, nato nel 1929, che dichiara di non mangiare né bere dall’età di 11 anni.  Osservato nel 2010 per 15 giorni consecutivi dal dott. Shah e da un team di 35 ricercatori dell’Indian Defence Institute of Physiology and Allied Sciences (DIPAS), non avrebbe mangiato, bevuto o evacuato, e tutti i test medici fanno pensare a una salute nettamente migliore rispetto ai suoi coetanei. Chiaramente un caso come questo solleva polemiche e critiche, tanto che la l’Indian Rationalist Association ha affermato che Jani avrebbe ricevuto di nascosto piccole quantità di cibo. Attualmente ci sono vari scienziati provenienti da Austria, Germania e USA che si sono messi a disposizione per approfondire la ricerca.

– Interessante. C’è dell’altro?

Sì, i risultati delle rilevazioni potrebbero offrire enormi vantaggi per tutte le situazioni estreme di adattamento, come carestie e calamità e potrebbero mettere in discussione i cardini base sui quali si appoggia la scienza moderna – sottolinea l’esperto. Alcuni biofisici, come il tedesco Albert Fritz Popp, parlano di biofotoni, cioè di emissioni luminose provenienti dalle cellule vegetali, animali e umane. Secondo questi studi ci sarebbe una relazione tra luminosità cellulare e alimentazione: la luce sarebbe il vero cibo del nostro corpo e della nostra anima. Secondo il mio punto di vista accedere alle informazioni evolutive più potenti e nutritive presenti nella luce solare è una questione di consapevolezza individuale.

Tuttavia – aggiunge Lumera – è necessario procedere con sobrietà anche rispetto alla scienza. Al giorno d’oggi va di moda il termine “scientifico”. Ciò che è “scientifico” diventa istantaneamente una verità assoluta, quando molte delle “realtà scientifiche” di solo 30 anni fa si sono rivelate sbagliate. C’è un detto che recita “La verità di oggi sarà l’errore di domani”: quando l’essere umano cristallizza il suo punto di vista, diventando rigido e dogmatico, arrivando persino alla violenza pur di difendere il proprio credo, dimentica che l’esistenza è una questione di prospettiva, come ci insegna il Sole, che non conosce né alba né tramonto.

– Ma torniamo alla “fobia” da Sole. Perché, oggi, tutti hanno paura del Sole, quando invece i suoi “bagni” potrebbero essere estremamente salutari?

Perché manca una cultura della luce capace di fornirci una adeguata comprensione di questo alimento e medicamento così potente e gratuito a nostra disposizione – fa notare Lumera. Esiste una storia occulta dell’helioterapia. Le proprietà terapeutiche del Sole sono state utilizzate sin dall’antichità per le straordinarie potenzialità benefiche. La lista di squilibri e malattie che una corretta relazione con il Sole può curare o prevenire sono di gran lunga superiori alle alterazioni che può causare. Potremmo iniziare citando gli studi di Robert Koch o del Dr. Niels Finsen (entrambi premi Nobel) in relazione alla cura della tubercolosi. Inoltre uno dei più famosi helioterapisti al mondo fu il Dr. Augustos Rollier, che curava addirittura le ferite di guerra per mezzo della luce solare.

– Già, ma i raggi UV sono considerati pericolosi…

Ricordiamoci che se da un lato i raggi UV possono provocare il tumore alla pelle, dall’altro sono fondamentali per la sintesi della Vitamina D3, attraverso cui avviene la mineralizzazione delle ossa – sottolinea Lumera. Il Sole è una medicina necessaria alla nostra sopravvivenza e per la nostra evoluzione. Una corretta relazione col Sole migliora la resistenza fisica, il sistema immunitario, la tolleranza allo stress, regola la fame, migliora la crescita e il recupero dalle malattie, ha un’azione preventiva nel rischio di varie forme tumorali, è efficace nella cura della psoriasi, migliora la memoria, ha un’azione germicida, ha effetti terapeutici su artriti, reumatismi e artrosi. Potrei continuare per almeno un’ora e forse non basterebbe.

Tuttavia – prosegue l’esperto – è stata condotta una campagna mediatica contro il Sole basata sull’allarmismo e sulla paura, probabilmente spinta anche da forti interessi economici. Non è il Sole a essere il problema reale, ma la nostra relazione con questa stella. Quante persone passano 10 mesi rinchiusi in un ufficio o in ambienti mal illuminati o illuminati solo artificialmente e poi hanno la pretesa, nei 20 giorni di ferie, di esporsi 6 ore di fila? È come bere 10 litri di acqua dopo essere stati a secco per due giorni. La luce solare può diventare un veleno. Lo stile di vita che conduce l’essere umano comune è profondamente alterato fisicamente, emozionalmente e mentalmente, oltre al fatto che  è costantemente sottoposto a campi elettromagnetici e frequenze distorte. Tuttavia pur di perpetuare questo stile di vita è disposto a utilizzare il potere della chimica a sproposito, per esempio attraverso l’assunzione smodata di farmaci. Mi auguro che l’uomo diventi capace di accedere a questa straordinaria fonte di salute e benessere con una nuova coscienza».

– Però gli esperti e i dermatologi consigliano a tutti di proteggersi dai raggi solari e raccomandano l’uso di creme protettive. Lei cosa ne pensa? Le creme eccessivamente protettive possono impedire al Sole di “nutrire” correttamente le nostre cellule e il nostro organismo?

Le creme non bloccano mai al 100% i raggi considerati dannosi e comunque non permettono allo spettro completo di svolgere la sua funzione globale – ci spiega Lumera. Anche in questo caso è necessario buon senso e una corretta relazione col Sole durante tutto l’anno, nelle ore e nei tempi sicuri. Esistono poche indicazioni generali di massima per chi vive alle nostre latitudini: evitare l’esposizione diretta dalle 11 alle 15; preferire le prime ore del mattino e le ultime della sera; esporsi per brevi periodi più volte al giorno piuttosto che per tempi prolungati. Più la temperatura è bassa e più sembra benefico l’effetto della luce solare sul nostro organismo. Tutto questo però deve essere messo in relazione alla sensibilità individuale, al colore della pelle e alla assunzione di alcuni tipi di farmaci.

La relazione con il Sole dunque bisogna coltivarla. Non pretenderla di botto ma abituarsi a essa in modo graduale.
– Ci sono poi casi particolari e persone che si sentono in simbiosi costante con il Sole, quanto conta per esempio l’esserci stati a contatto tanto tempo fin da piccoli?

Sicuramente conta perché la presenza del Sole e della sua luce incide in tutti i processi di crescita e di sviluppo a livello fisico, emozionale, mentale e anche livello della coscienza – afferma Lumera. La carenza di luce solare crea gli stessi effetti di una dieta squilibrata: tendenza a ingrassare, aggressività, depressione.  Una vita “solare” fin dalla più tenera età stabilisce un profondo legame con l’Astro-Re e predispone la persona e gestire meglio tutti i processi legati alla sua luce.

– Parliamo un po’ di attualità. In questo periodo si stanno verificando fortissime eruzioni solari, tanto che molte persone avvertono un cambiamento interiore ancor prima che si verifichino. È positivo stare sotto i raggi del sole in periodi come questo? E soprattutto, l’avvertire la tempesta solare in tutto e per tutto a livello fisico, è direttamente collegato con la propria sensibilità individuale oppure con il fatto che le cellule del proprio corpo possono essere più o meno “impregnate” di “frequenze” solari assimilate durante lunghe esposizioni al sole?

Lo scienziato e biofisico tedesco Dieter Broers ha spiegato che le eruzioni solari possono influenzare tutte le risposte psico-fisiologiche (mentale-emotivo-fisico) e quindi il nostro comportamento perché agiscono anche sul sistema nervoso centrale e su tutte le attività del cervello – spiega Lumera. Quando vengono alterati i campi elettromagnetici che circondano e compenetrano gli esseri umani si possono creare sintomi come ansia, nervosismo, irritabilità, cambi di umore. Ma anche apatia, esaurimento, tremore, problemi di memoria, palpitazioni, mal di testa, fino ad arrivare, quando le distorsioni sono molto intense, a stati mentali simili a quelli causati da allucinogeni o da esperienze mistiche.

– C’è poco da stare allegri quindi?

Sono diversi gli scienziati che sostengono che le alterazioni del campo magnetico della Terra provocate dalle tempeste solari potrebbero alterare la nostra percezione della realtà, a incominciare dalla cognizione di tempo e spazio – sottolinea ancora Lumera. Secondo la mia ottica queste esperienze sono regolate sia dalla sensibilità individuale che della preparazione della persona a relazionarsi con questi fenomeni cognitivi. Le alterazioni provocate dalle tempeste solari in alcuni possono provocare sensazioni spiacevoli e in altri gradevoli. Quindi la nostra reazione dipenderà sia dalla sensibilità individuale che dall’esposizione diretta. È bene ricordare che esporsi al Sole per lunghi periodi e nelle ore non sicure (dalle 11 alle 15) aumenta esponenzialmente l’informazione luminosa che si riceve direttamente dalla reazione nucleare più potente che conosciamo, che è la stessa stella che permette la vita su questo pianeta. La pratica costante della meditazione e la familiarità con i cambiamenti negli stati di coscienza aiuta molto a creare una condizione di equilibrio e adattabilità più profonda a questi fenomeni».

Insomma, il Sole bisogna farselo amico per poterne trarre benefici. Si tratta dunque di rivedere le nostre idee nei suoi confronti e provare a ri-considerarlo per quello che è: la fonte della vita su questo pianeta, anche se facciamo finta che non sia così.

Fonte dell’articolo: LaStampa.it

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