Dopo una lunga esperienza come parrucchiera presso i più famosi saloni parigini, Lucia Iraci, di origine italiana, realizza il sogno della sua vita: fondare a Parigi un salone aperto a tutte le donne che si trovano in difficoltà economiche e psicologiche…
Trasferitasi a Parigi, Lucia Iraci, di Canicattì (Agrigento), dopo una lunga esperienza come parrucchiera presso i più famosi saloni francesi, realizza il sogno della sua vita: fondare un salone dedicato al “sociale”.
Il salone di parrucchiera di Lucia è infatti aperto a tutte quelle donne che si trovano in difficoltà economiche e psicologiche, e che non possono permettersi il lusso di un taglio di capelli o di un trattamento estetico. Donne che hanno perso il lavoro, vittime di violenza, anziane sole, straniere arrivate in città in cerca di un futuro migliore, ma senza soldi e senza famiglia. Donne per le quali la “bellezza”, sia interiore sia esteriore, e la cura del corpo e dell’anima, non sono esigenze prioritarie perché annientate da problemi da risolvere, pesi difficili da sostenere ed esigenze urgenti da affrontare.
Lucia aveva collaborato per anni con alcuni dei più grandi stilisti francesi (Christian Dior, Yves Saint-Laurent) e fotografi internazionali (Bettina Rheims e Peter Lindbergh). Dopo essere riuscita ad aprire un salone di parrucchiera tutto suo (chic ed elegante, frequentato dalla Parigi bene), decide che ogni ultimo lunedì del mese (giorno di chiusura) avrebbe aperto il negozio, gratuitamente, a tutte le donne di parigi cioè a tutte le donne più sfortunate e in situazioni di precarietà.
Quando si ha una vita così difficile, la cura di se stesse passa inevitabilmente in secondo piano e ci si sente sempre meno accettate dalla società e sempre meno disposte a tornare a farvi parte. Per questo motivo, nel 2006 Lucia fonda anche l’associazione Joséphine pour la beauté des femmes, in onore della sorella scomparsa.
L’associazione non si occupa solo di acconciature e maquillage, ma organizza corsi, offre assistenza sociale e supporto nella ricerca di un lavoro o di un alloggio. Lo scopo principale è aiutare queste donne in difficoltà a reintegrarsi nella società.
“Ho aperto il mio salone alle donne maltrattate per solidarietà, per la voglia di sentirmi utile, in un mondo che ogni giorno diventa sempre più egoista”. Lucia ama “coccolare” le donne più sfortunate e fare in modo che tornino ad amare di nuovo la vita, che non perdano la speranza e credano di nuovo in se stesse e nelle proprie capacità!.
Inoltre, l’8 marzo 2011 Lucia riesce, finalmente, ad aprire un vero e proprio “salone sociale” (Salone Sociale Josephine) dedicato esclusivamente alle donne disagiate e povere, aperto dal lunedì al venerdì, nel quale lavorano diversi professionisti della bellezza, tanti volontari e associazioni no profit. Sulla vetrina del centro ci sono parole come “autostima”, “aiuto”, “fiducia in sé”. Non è solo un salone di bellezza accessibile: le clienti sono aiutate nella ricerca del lavoro e in generale nel reinserimento sociale.
Le persone che ad oggi hanno varcato la soglia hanno trovato ben più che un “centro estetico”. Ci sono assistenti sociali e consulenti che le preparano a sostenere un colloquio di lavoro, le consigliano, mettono a loro disposizione anche degli abiti per presentarsi al meglio. Il salone pratica tariffe simboliche: 3 euro per taglio e colore, 1 euro per tutto il resto (trucco, manicure, corsi di ginnastica).
“Da allora lavoro 15 ore al giorno – racconta Lucia – Ma lavorare per me è un divertimento continuo. Ho creato personalmente l’associazione Joséphine pour la beauté des femmes nel 2006. Lo scopo è quello di aiutare tutte le donne in difficoltà, quelle per cui la vita rappresenta un percorso faticoso. In questo salone sociale, creato appositamente per loro, oltre a curare capelli, trucco ed estetica in generale, prestiamo anche vestiti, proponiamo esercizi di yoga e corsi […] Offriamo tutto ciò che possiamo per ridare loro la fierezza e il rispetto di se stesse”.
Secondo Lucia Iraci, il reinserimento sociale passa anche dalla dignità e dalla sicurezza in se stesse – spesso perduta per aver subito violenza, per non disporre più di un lavoro o un alloggio, oppure per essere cadute in depressione.
“La cosa più sconcertante, nonché allarmante, è che l’80% dei poveri a Parigi sono donne. Sono donne o studentesse povere, oppure vittime di violenza che hanno più che mai bisogno di ritrovare la stima di se stesse. Anche attraverso la bellezza. Un vezzo leggero ma efficace per avviare il percorso di un nuovo reinserimento sociale, per poter trovare più facilmente, ad esempio, un nuovo posto di lavoro. Queste donne, una volta uscite dal salone sociale, si sentono più “forti” e in grado di affrontare ogni situazione”.
Link per l’Associazione “Joséphine pour la beauté des femmes”
Fonti:
www.buonenotizie.it
www.ilfattoquotidiano.it
.
Lascia un commento con Facebook