A Belluno il direttore dell’Ulss 1 vende le auto blu e con il denaro ricavato acquista i nuovi defibrillatori.
Basta con i privilegi, basta con le auto blu. No, non è uno slogan formato campagna elettorale. Per una volta, è tutto vero. All’Ulss 1 di Belluno (l’azienda sanitaria locale), il direttore generale Pierpaolo Faronato, in carica da neanche un mese, ha messo in vendita l’auto blu aziendale. Il ricavato della vendita servirà a coprire le spese per l’acquisto di due defibrillatori (dal costo totale di 24mila euro): uno andrà al gruppo operatorio del nosocomio di Agordo, l’altro al reparto di cardiologia dell’ospedale di Belluno.
L’auto rottamata, una Mercedes Benz E 320, acquistata nel 2008 dall’allora direttore generale Ermanno Angonese al prezzo di 40mila euro, è stata già messa in liquidazione dall’azienda sanitaria di Belluno, con una cifra di base d’asta a rialzo di 16mila e 500 euro.
“Con un deficit di 15 milioni di euro ce ne vogliono di macchine da vendere” dice sarcastico: quello delle auto blu per lui, dg (direttore generale) dal pugno di ferro, vuole prima di tutto essere “un segnale che si vuole dare in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini e all’organizzazione”, come ha dichiarato al Gazzettino Nordest in un’intervista.
La sua linea di rigore quindi non riguarderà solo le auto di rappresentanza: è prevista una dieta dimagrante per il sistema sanitario bellunese, quello sì. Ma nei punti giusti. I suoi provvedimenti “non andranno ad intaccare la qualità dei servizi resi ai cittadini – promette Faronato -, anzi permetteranno il trasferimento di risorse ad ambiti ove vi sono maggiori necessità”.
Il nuovo direttore generale ha già parlato ai suoi collaboratori, spiegando che da ora in avanti dal salvadanaio dell’Ulss 1 non dovrà uscire un euro più del necessario. La parola d’ordine è risparmio, e su tutto: dall’utilizzo dei farmaci all’uso degli esami più attento alle indicazioni di letteratura. Nel corso del suo mandato le battaglie da vincere non saranno facili, tra tagli e risorse ridotte all’osso. Ma il sistema può funzionare ed essere efficiente, dice fiducioso il dg dell’Ulss bellunese, “in primo luogo attraverso il rigore gestionale ponendo in essere tanti interventi, anche piccoli ma che, sommati tra loro, incideranno in modo significativo sul risparmio della spesa”.
Ragionamento che ci si aspetterebbe da tante altre realtà che funzionano con i soldi dei cittadini. Ma forse, è chiedere troppo.
Fonte: www.lastampa.it
Segnalato da TG Good News
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