Il barista sfratta le slot: “I clienti si rovinavano”… “Ai giovani voglio di nuovo offrire un divertimento sano”
Li ha visti strapparsi i capelli, scoppiare in lacrime, maledire lo schermo. E ha detto basta. «Per rispetto». Mai più slot machine al bar Fantasy di Garrufo, in provincia di Teramo. «Non potevo sopportare ancora che i miei clienti si accanissero così davanti ai videopoker, dilapidando risparmi sottratti alla famiglia. Ho deciso di eliminare le slot e di tornare a fare bar come una volta – racconta il titolare Emilio Marinucci – Ai giovani voglio di nuovo offrire un divertimento sano. Dal bancone ho visto scene che avevano dell’incredibile. Non succederà più».
Marinucci si aspetta che altri seguano il suo esempio. «Ma so – spiega – che rinunciare a quei soldi non è semplice».
La trafila burocratica è lunga: installare una macchinetta è facile, «farla sloggiare» molto meno. In caso di disdetta alcune compagnie prevedono una penale da 250 euro. Eppure qualcuno ci prova. A Cremona Monica Pavesi ha «liberato» la sua tabaccheria, a Bergamo l’associazione dei commercianti ha creato uno sportello legale per aiutare i locali a dire «no slot». «Con gli incassi s’illudono di poter pagare debiti, affitti e luce – dice il presidente Giorgio Beltrami – Col tempo, però, perdono la clientela. Un bar funziona se offre qualità, non se rovina le famiglie».
Fonte:
Giuseppe Bottero per lastampa.it.
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