Krishnamurti diceva che la verità è una terra senza vie, ovvero che sta a ognuno di noi scoprire, tracciare queste vie. Ma, possiamo davvero fare da soli?
Krishnamurti diceva che la verità è una terra senza vie. Ma, possiamo davvero fare da soli? Questo è il nostro grande punto di domanda e la grande sfida di questa nostra nuova era. Ci sono tante possibilità, tante formule miste, dove il cammino individuale e la responsabilità individuale vengono pure corroborate da un lavoro di gruppo; la possibilità di non escludere un maestro o capire che gli insegnamenti tradizionali possono comunque aiutarci e orientarci nel momento in cui la spiritualità oggi è diventata un mercato, un business, un bene di consumo, quindi rifarsi alle origini di determinate tradizioni può essere molto utile oggi.
Oggi ci troviamo di fronte a un salto epocale, a un’era di grandi cambiamenti, di grande trasformazione potenziale e questo non abbiamo bisogno che vengano a dircelo i Maya, perché basta che ci guardiamo attorno per renderci subito conto di quello che sta succedendo. Siamo in una società al suo capolinea: i modelli economico-politici, sociali, spirituali, esistenziali sperimentati dalla società umana sono al capolinea, sono al loro compimento, sono alla loro manifestazione ormai esaurita nel bene e nel male, poi se ci guardiamo un po’ attorno e ci ascoltiamo un attimo ci accorgiamo che così bene non stiamo e che quindi forse ben venga che questo compiersi giunga al suo perfezionamento. Ben venga il collasso nel momento in cui questo è quello che abbiamo saputo manifestare. Va bene così.
Tuttavia noi abbiamo l’opportunità di una rinascita, di riformulare il concetto di vita, di esistenza, di corpo, di presenza, c’è questa possibilità di rinnovamento radicale del concetto stesso di vita. L’esistenza non è più un campo da esplorare, ma è diventata una giostra di dipendenze, allora nel momento in cui riusciamo a emanciparci da questa giostra, forse riusciremo a individuare nuovi territori di conquista, nuove formule possibili che costituiranno la rinascita potenziale di una società su questo o su altri pianeti, su questo mondo o su altri, con questo corpo o con altri. La coscienza è sempre quella non ha problemi né di tempo, né di spazio, né di dimensioni per cui non c’è nessuna accezione negativa da dare a questa nostra era al collasso: semplicemente si chiude un ciclo, sia stato funzionale o meno… semplicemente si chiude un ciclo.
Possono sperimentarsi nuove formule, nuove possibilità che vadano oltre il concetto dello shock addizionale, del maestro, della coscienza incarnata, ma che vadano anche oltre l’arroganza, quando invece di risvegliare il maestro interiore si va a nutrire ancora di più l’ego individuale; oltre il concetto di gruppo esoterico, che poi diventano sette, diventano business, diventano lager orwelliani peggio ancora della società nella quale ci troviamo.
Abbiamo l’opportunità di riformulare delle vie, radicalmente. Krishnamurti diceva: “la verità è una terra senza vie”, ovvero che sta a ognuno di noi scoprire, tracciare queste vie.
Abbiamo l’opportunità di farlo, anche perché i messaggi che giungono dalla realtà, che in fondo non è altro che l’espressione della nostra coscienza che non conosciamo, sono evidenti: guardate, per analogia frattale, che cosa sta succedendo al Sole che è sempre stato la metafora, il simbolo della luce e del nostro centro spirituale (pensate ai culti solari), che è sempre stato il simbolo del divino, come Sole, come stella che è specchio alla nostra stella, a ciò come noi siamo in quanto stelle che brillano di luce propria (e ognuno brilla di luce propria, è una stella proprio come lo è il Sole ).
Bene, guardate cosa sta accadendo al Sole: si sta comportando in maniera ancora più anomala del solito. Si sa che il Sole ha dei comportamenti anomali circa ogni undici anni, però stanno accadendo cose nuove alle quali peraltro la nostra società è molto sensibile, perché siamo una società molto tecnologica ma anche molto delicata per cui, se saltano dei congegni qua e là, dai quali noi dipendiamo per la nostra sopravvivenza, può essere un problema. Magari le stesse cose sono accadute durante il Medio Evo o in epoca romana, quando non avevano il potere di influire così tanto nella nostra vita così come oggi ha il potere di influire un brillamento solare che fa saltare tutte le comunicazioni, i satelliti, le centrali elettriche…
Ormai oggi siamo una società molto esposta, ma la cosa interessante è che il comportamento del Sole è da individuarsi come un eventuale pericolo per la nostra sopravvivenza, sempre se restiamo attaccati alle dipendenze che abbiamo alimentato durante tutti questi secoli, perché se noi fossimo in grado di ritornare alla natura, nutrirci in un certo modo, utilizzare la tecnologia in un certo modo, forse recuperando un rapporto sano con la natura, forse trasformandoci in modo tale da rinnovare il nostro patto con l’esistenza, tutto questo non sarebbe un problema: lasceremmo che una certa specie collassi come è giusto che sia, e una nuova specie popolerà la terra, magari in grado di nutrirsi di luce, magari in grado di prescindere da tutte le dipendenze che in questo momento abbiamo, in grado di riattivare la fotosintesi clorofilliana nelle nostre cellule – cosa che la scienza oggi sta dimostrando possibile – o trovando radicali nuove possibilità esistenziali che in questo momento noi neanche ci sogniamo…
In ogni caso il comportamento del Sole in questo momento può essere considerato problematico perché se non abbiamo la corrente elettrica per due o tre giorni, noi che siamo abituati ad avere il frigo, il freezer con dentro tutte le nostre brave cosine, o se saltano i depuratori che depurano l’acqua che arriva ai nostri rubinetti, è un problema perché noi non sapremmo più né come mangiare né come bere e improvvisarci degli “uomini di natura” non siamo più in grado di farlo… e non saremmo nemmeno più nelle condizioni di tornare alla natura come potevamo fare qualche secolo fa perché oggi è tutto compromesso, è tutto inquinato, è tutto intossicato, quindi dobbiamo necessariamente vibrare su frequenze diverse e sprigionare da dentro di noi una energia che è quella del “nostro Sole ” (che deve mutare proprio come – guarda caso! – sta mutando quello là fuori) tale per cui possiamo bruciare tutte le tossine, tutte le schifezze, tutti i programmi mentali, ma anche tutti i microimpianti, le nanotecnologie che noi normalmente respiriamo e beviamo, che si interfacciano con le nostre cellule e il nostro sistema endocrino, attraverso le quali i sistemi di controllo continuano a manipolare le nostre menti e il nostro modo di pensare.
Come uscirne? Solo sprigionando un’energia spirituale centrale fortissima, anomala e potentissima, da dentro di noi, a specchio di ciò che si sta manifestando attraverso le dinamiche del Sole che in questo momento sta facendo esattamente la stessa cosa. Solo nel momento in cui stiamo risvegliando il nostro centro solare dal di dentro, diventiamo propulsori di un’energia vitale finalmente nuova, totale, potentissima, allora in quel modo noi potremo completamente purificarci, bruciare tutto quello che ancora ci condiziona a livello fisico e metafisico e affacciarci a una nuova era in sintonia con un nuovo Sole , con nuove dimensioni del possibile: questo è lo yoga integrale di cui parlava Sri Aurobindo, questo è quello di cui parlava Osho in alcuni suoi discorsi, questo è quello che prefigurava Krishnamurti.
Carlo Dorofatti (estratto da una sua conferenza)
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