Silvano Agosti presenta il libro Lettere dalla Kirghisia edito da Arte di Essere (Milano, Libreria Gruppo Anima, 13 novembre 2015). Conferenza organizzata da Anima Eventi.
Silvano Agosti è un regista, sceneggiatore e scrittore italiano, autore di opere originalissime, attraverso le quali ha cercato di raccontare orrori e meraviglie della natura umana.
Perché nessun essere umano è mai riuscito a capire il proprio immenso valore? Perché tutti accettano di essere ridimensionati a una condizione piccola e insignificante?
Dov’è la Kirghisia? Si trova ovunque dentro di noi.
La disperazione consente alle persone di essere contro se stesse.
Qualsiasi rapporto d’amore non finisce mai, ma dura per tutta la vita.
A 17 anni, dopo essere scappato di casa, Silvano decide di seguire quattro regole e si dice:
– Non lavorerò mai più di due o tre ore al giorno, piuttosto muoio;
– Non umilierò mai una donna trasformandola in una moglie (né me stesso trasformandomi in un marito);
– Non penserò mai che lo Stato possa fare qualcosa a mio favore o che mi riguardi;
– Adesso che sono libero, voglio essere il primo a vivere in modo tale che, se tutti vivessero come me, il mondo sarebbe un paradiso.
Il cinema e la creatività non devono essere soggetti alle regole dei soldi e dell’economia.
In Kirghisia nessuno lavora più di due o tre ore al giorno.
Il potere fa crescere le donne nella disistima di se stesse e per questo tendono a cercare l’amore al di fuori di sé e nell’illusione di poter amare un solo uomo invece che l’uomo in sé.
La “moglie” è una donna che cerca di isolarsi dall’amore per il mondo.
Se non ami qualsiasi cosa, partendo da te, allora non stai amando..
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